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I Testimoni di Geova – Lezione 123

10 Dicembre 2014 | Filed under: Testimoni di Geova
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Il Battesimo – III
Chi crederà … (Marco 16,16)

1 – Contro la dottrina e la prassi della Chiesa Cattolica di battezzare i bambini i tdG e altri non cattolici obiettano le parole di Gesù in san Marco 16,16:

Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo.  A loro avviso, Gesù vuole che il battesimo sia amministrato a chi crede, ossia a chi è capace di una scelta libera e cosciente del Vangelo quale appunto deve essere la fede. Ma i bambini non sono capaci di questa libera scelta. Dunque il loro battesimo è una violazione esplicita del comando dei Signore.

2 – Come rispondere?

a) Certo, per ricevere il battesimo è necessaria la fede, ossia l’adesione libera e cosciente al Vangelo. La Chiesa Cattolica ha sempre esigito ed esige questa condizione prima di amministrare il battesimo a una persona adulta.

“Affinchè un adulto possa essere battezzato, è necessario che abbia manifestato la volontà di ricevere il battesimo, sia sufficientemente istruito nelle verità di fede e sui doveri cristiani e sia provato nella vita cristiana per mezzo del catecumenato; sia anche esortato a pentirsi dei propri peccati”.

b) Anche per il battesimo dei bambini la Chiesa Cattolica esige un’analoga condizione. Analoga nel senso che il bambino non può fare direttamente una scelta di fede; ma la può fare indirettamente tramite i suoi genitori o chi ne fa legittimamente le veci. Ed è sempre una fede valida. In effetti il capo famiglia non solo esprime validamente la fede per i membri della propria famiglia, ma si rende garante perchè la nuova vita soprannaturale gettata come seme nel battezzato venga debitamente coltivata, cresca e maturi.

Perciò la Chiesa Cattolica prima di amministrare il battesimo ai bambini vuole essere sicura, come una buona madre, non solo della fede del capo di famiglia, ma di tutti e due i genitori, dei padrini e di tutti i presenti al sacro rito del battesimo. In particolare la Chiesa Cattolica esige che per battezzare lecitamente un bambino:

“- I genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano:

– che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni dei diritto particolare, dandone ragione ai genitori”.

c) Possiamo perciò parlare di un diritto-dovere dei genitori, specie del padre, a far battezzare i bambini alle dovute condizioni. Questo diritto-dovere è giustificato dalla Bibbia: è un diritto biblico. Esempio classico è l’ordine dato da Dio ad Abramo relativo alla circoncisione dei neonati:

“Disse Dio ad Abramo: Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la discendenza dopo di te di generazione in generazione. Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio” (Genesi 17,9-10).

E ancora:

“L’ottavo giorno si circonciderà il bambino” (Levitico 12,3; cf. Luca 1,59; 2,21).

E’ chiaro che il bambino non era capace di esprimere la sua volontà, di decidere da sè se rispettare l’alleanza o seguire altre vie. Eppure Dio dà il diritto, impone l’obbligo ai genitori di circonciderlo, di introdurlo nell’alleanza col Dio di Abramo.

d) Nella Chiesa, che è l’Israele di Dio (Galati 6,16), questo diritto non è stato annullato. In effetti, nella storia della Chiesa al tempo degli Apostoli non è raro il caso di intere famiglie ammesse al battesimo. Così nel libro degli Atti degli Apostoli si narra che Pietro si recò in casa di Cornelio, che aveva convocato per l’occasione “i parenti e gli amici più intimi” (Atti 10,24). Pietro annuncia loro il Vangelo e alla fine del discorso, vedendo lo Spirito Santo scendere su tutti quelli che l’ascoltavano, “ordinò di battezzarli nel nome di Gesù” (Atti 10,48). Pure il libro degli Atti riferisce che “Lidia fu battezzata con tutta la sua casa” (Atti 16,15). Lo stesso avvenne col direttore delle carceri di Filippi (cf. Atti 16,31- 33) con Crispo e la sua casa (cf. Atti 18,8). A sua volta san Paolo scrive di aver battezzato “la casa di Stefana” (1 Corinzi 1,16).

Commenta Jean-Jacques von Allmen: “Per non vedere in questi testi – a condizione, certo, di una fede viva del capo di casa – l’autorizzazione del battesimo dei bambini, sarebbe necessario respingere la dottrina biblica dell’unità familiare; poichè è questa unità familiare quella che autorizza, anche sotto l’antica alleanza, la circoncisione dei piccoli Giudei: ora san Paolo fa del battesimo il parallelo della circoncisione per la nuova alleanza” (cf. Colossesi 2,11-12) ”

e) A conferma di quanto detto finora bisogna tener presente che il battesimo è essenzialmente un’opera di Dio, Uno e Trino (cf. Matteo 28,19; Atti 2,41).’E Cristo che, avendo immolato se stesso, fa che la Chiesa sia santa, purificata dall’acqua e dalla sua parola (cf. Efesini 5,26). Questo vuol dire che Dio, in virtù della redenzione operata dal Figlio e mediante l’opera dello Spirito Santo, attua la rinascita della creatura umana. Egli è il datore della vita soprannaturale come di quella naturale. Il ruolo della creatura è secondario. Il battesimo produce i suoi meravigliosi effetti quando non trova ostacolo da parte della creatura umana. Nel battesimo dei bambini, consenzienti i genitori, nessun ostacolo è frapposto all’opera della grazia.

Dicono ma non fanno (Matteo 23,3)

E l’energico ammonimento del Signore Gesù alle folle e ai suoi discepoli con riferimento al comportamento degli scribi e dei farisei. I tdG hanno detto, anzi scritto: “In considerazione dei fatto che ‘l’udire la parola’, ‘l’accogliere di cuore la parola’ e’ il pentirsi precedono il battesimo in acqua (Atti 2: 14, 22, 38, 41) e che il battesimo comporta una decisione solenne da parte del singolo individuo, è chiaro che questi deve essere in età di udire, credere e prendere tale decisione”I.I tdG non hanno fatto: “Ci fu un aspetto del congresso che specialmente toccò il cuore dei delegati dell’assemblea. La domenica 10 agosto 1941 al congresso di Saint Louis fu il ” Giorno dei fanciulli “. Quella mattina di buon’ora fu pronunciato un discorso sul battesimo e furono immerse 3.903 persone, fra cui 1.357 ragazzi. Ma per i fanciulli, e anche per gli adulti, quello doveva essere un giorno speciale. ” Tutti i figli di genitori consacrati in età dai 5 ai 18 anni e che hanno biglietti per posti riservati si raduneranno al centro dell’arena di fronte al palco “…Allora i presenti al congresso formavano un’enorme folla di 115.000 persone. Direttamente di fronte al palco dell’oratore sotto le tribune era uno straordinario uditorio: tutti i ragazzi dai cinque ai diciotto anni…II presidente della Società disse: ‘Ho una domanda da proporre a ciascuno di voi. Tutti voi che avete acconsentito di fare la volontà di Dio e vi siete schierati dalla parte del Governo Teocratico retto da Cristo Gesù … ALZATEVI IN PIEDI, per favore!’

” Ci alzammo come una persona sola. ‘Guardate’, esclamò il presidente della Società, ‘più di 15.000 nuovi testimoni del Regno. Dopo un lungo applauso, disse: ” Tutti voi che farete quanto vi è possibile per annunciare agli altri il regno di Dio e le benedizioni che l’accompagnano, per favore, dite Sì! “. Allora dai 15.000 ragazzi in piedi si levò un tonante ‘Sì’”.

Un paragone che non regge

L’errore: “Il battesimo dei bambini non è scritturale”. Come prova i tdG citano Luca 3:21, 23: ” Or quando tutto il popolo era battezzato, fu battezzato anche Gesù … Inoltre, Gesù stesso, quando cominciò la sua opera, aveva circa trent’anni .

La verità:

a) Ne seguirebbe logicamente che il battesimo cristiano dovrebbe essere amministrato solo a chi ha circa 30 anni! Infatti Gesù poteva ricevere il battesimo di Giovanni anche prima o anche dopo. Scelse l’età di 30 anni! In netto contrasto con quanto esigono dagli altri, i geovisti battezzano le loro nuove reclute anche se ancora non hanno 30 anni. Gesù dunque non è più un modello da seguire? Due pesi e due misure, ipocritamente!

b) Comunque, la risposta diretta su base biblica, che taglia la testa al toro geovista, è che in realtà quello di Gesù non fu un vero battesimo, e tanto meno un battesimo cristiano. L’abbiamo spiegato nelle pagine precedenti. Gesù non aveva peccati da confessare e di cui chiedere perdono. Il suo gesto fu solo la circostanza stabilita da Dio, l’adempimento di ogni giustizia (cf. Matteo 3,15), perchè Gesù fosse manifestato a Giovanni come Messia e mediante Giovanni a tutti gli altri.

Appellarsi dunque al battesimo ricevuto da Gesù come a norma per il battesimo cristiano significa ignorare la Scrittura e spiegare la Parola di Dio, in buona o mala fede, in modo superficiale e settario a danno sempre degli ignoranti.

Padre Nicola Tornese s.j.


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