I Testimoni di Geova – Lezione 100
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Immagini e Santi
Idoli, non santi
Abbiamo riportato con la massima fedeltà alcuni testi biblici riguardanti la proibizione divina delle immagini e delle statue. Passiamo ora alla spiegazione, seguendo il consiglio dell’Apostolo che diceva: “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1 Tessalonicesi 5, 21). I tdG conoscono e citano queste parole di san Paolo, ma si guardano bene dal metterle in pratica. Essi fanno di tutto per impedire ai membri della setta un’analisi imparziale e oggettiva della Parola di Dio. La loro scuola è solo e sempre un ossessivo lavaggio di cervello, un martellamento a senso unico di ciò che impone, secondo i tempi, il Corpo Direttivo.
1 – Come ogni onesto lettore della Bibbia sa e pratica, per una retta spiegazione e comprensione della Parola di Dia bisogna sempre leggere e spiegare i singoli testi nel contesto, dove lo scrittore ispirato li ha collocati. Bisogna cioè considerare tutto ciò che l’autore sacro scrive prima e dopo il testo citato, le circostanze in cui lo scrive, lo scopo che si prefigge, le parole che usa ecc. Quasi sempre la retta comprensione dei testi biblici dipende dall’accurata conoscenza ed analisi del contesto. Ignorarlo o non tenerne conto, strappare cioè i singoli testi dal loro contesto e spiegarli in modo arbitrario e capriccioso equivale a tradire la Parola di Dio. Questo fanno spesso e volentieri i tdG.
Nel caso che vogliamo analizzare, il contesto ci assicura al di là d’ogni possibile dubbio che la costante e severa proibizione delle immagini e delle statue, che ricorre nei testi biblici sopra citati, ha come oggetto l’idolatria, ossia l’adorazione i dèi pagani o idoli al posto dell’unico Dio della Bibbia. Le immagini e le statue proibite nella Bibbia sono rappresentazioni di divinità pagane. Anzi alcune volte gli antichi pagani credevano che l’immagine o statua fosse proprio un dio da adorare.
2 – Di tutto questo il Libro Sacro ci dà minuziose informazioni nei testi da noi riportati.
In effetti, alcune volte quelle immagini e quelle statue avevano forma umana, erano cioè “figura di quanto è in basso sulla terra” (Esodo 20, 4), erano rappresentazioni di maschi o di femmine mai esistite, e perciò frutto della immaginazione di gente ignorante e superstiziosa. Nella Bibbia si parla spesso di Astarte e di Baal, di cui si adoravano le statue (cfr. 1 Samuele 7, 3-4; 12, 10). La dea Astarte adorata nel vicino Oriente altro non era o rappresentava che la forza generativa della donna elevata ,al rango di divinità.
Idoli -Molto spesso gli idoli avevano la forma di animali terrestri come il toro (cfr. Salmo 106, 19-20) ,o celesti come lo sparviero o di rettili come il serpente o di acquatici come i pesci e il coccodrillo. Da qui le proibizioni di cui nel Deuteronomio 4, 17-18: “Non prevaricate facendovi figura scolpita di qualsiasi genere (…) immagine di qualsiasi animale terrestre, immagine di qualsiasi uccello che vola nel cielo, immagine di qualsiasi rettile che striscia sul suolo, immagine di qualsiasi pesce che si trova nell’acqua, sotto terra”.
Vi era poi un tipo di idolatria astrale, erano cioè oggetto di culto e di adorazione corpi celesti come il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste (cfr. Deuteronomio 4, 19). Le loro statue ‘ed immagini si trovavano nei templi pagani.
Infine, vi era il culto o adorazione di uomini, che si attribuivano onori divini. Tali gli imperatori babilonesi (cfr. Daniele 3, 12), i faraoni d’Egitto e più tardi gli imperatori romani.
Da questa breve analisi risulta inequivocabilmente che la Bibbia condanna solo e sempre la raffigurazione e l’adorazione delle immagini e delle divintà pagane ossia degli idoli, in contrasto con l’adorazione dell’unico Dio Jahve.
Santi, non idoli
Nulla di tutto questo nella venerazione cattolica delle immagini e delle statue. Ciò che dice la Bibbia a riguardo delle immagini e delle statue adorate dai pagani e alcune volte anche da alcuni antichi israeliti non ha nulla a che vedere con la pratica cattolica di venerare immagini e statue. Solo una grande ignoranza o una propaganda settaria e velenosa contro la Chiesa Cattolica deve dirsi responsabile d’un simile menzognero accostamento. Una breve analisi di come stanno le cose dimostrerà quanto siano assurde e antiscritturali le accuse mosse dai nemici della Chiesa Cattolica contro la pia pratica di usare e venerare le immagini e le statue dei Santi.
1 – Negativamente diciamo che le immagini e le statue venerate dai cattolici non sono idoli, non sono cioè divinità pagane. Questa semplice osservazione, che esprime solo e tutta la verità, è suffìciente a qualificare come errata e calunniosa l’applicazione dei testi biblici sopra citati alla venerazione cattolica delle immagini e delle statue. I testi biblici citati precedentemente condannano solo il culto e I’adorazione di dèi pagani, non l’uso delle arti decorative come diremo dopo.
Domandiamo a tutte le persone oneste ed equilibrate:
Avete mai visto adorata in qualche chiesa cattolica o in qualche famiglia di veri cattolici la statua o l’immagine di Astarte o di Baal, di Giove o di Saturno, di ‘Venere o di Giunone o del sole o della luna o delle stelle o del toro o del coccodrillo o del pesce, oppure di qualche imperatore babilonese o romano o di qualche faraone d’Egitto? Avete mai visto qualche cattolico prostrarsi davanti a tali immagini e statue come se fossero divinità e metterle al posto dell’unico Dio, in cui egli crede? Pensarlo è semplicemente ridicolo e i tdG ed altri settari cadono nel ridicolo quando insinuano tali insulsaggini nei loro creduli seguaci.
A dire il vero, dì statue e di immagini di divinità pagane, di faraoni d’Egitto, d’imperatori romani ve n’è un gran numero nei musei, nei giardini pubblici, nelle ville… Ma chi mai ha avuto la strana idea di adorarle o anche venerarle con offerte di fiori, dì candele, d’incenso? Chi mai sosta a pregare davanti ad esse o chiedere la loro intercessione per ottenere da Dio grazie e favori?
2 – Positivamente va detto con la massima chiarezza che le immagini e le statue venerate dai cattolici ricordano e rappresentano persone realmente esistite. Sono coloro che, lungo il corso della storia umana, hanno fatto conoscere il vero Dio e hanno portato molti, con l’esempio e la parola, alla sua vera adorazione.
In altre parole, le immagini e le statue sono ausili, cioè mezzi e strumenti, per ricordare queste insigni figure di bontà e di zelo, che hanno operato su questa terra, e oggi ancora mediante il loro ricordo possono condurci alla conoscenza e alla adorazione del vero Dio. L’immagine o la statua è la parola visibile, più efficace di quella scritta, che ci sprona ad amare l’unico vero Dio, Lui solo adorare e servire, e per amore suo amare e servire il nostro prossimo.
Col passare del tempo l’uomo sapiens, lungi dal disprezzare l’uso delle immagini, l’ha sempre valorizzato con crescente interesse per educare ed educarsi alla conoscenza del vero, del bello, del buono. La nostra civiltà è la civiltà delle immagini. Come negare, come tentare di distruggere tanta ricchezza umana e cristiana? Solo gente miope può lavorare in questa direzione!
Guarda e agisci secondo il modello (Esodo 25, 40)
Mediante l’immagine o la statua la Chiesa Cattolica ci rende presente innanzi tutto Gesù Cristo, l’Uomo – Dio, l’Emmanuele, ossia Dio-con-noi. Egli è l’immagine del Dio invisibile (Colossesi 1, 15). Chi ha visto Lui, ha visto il Padre (Giovanni 14, 9).
Mediante la sua immagine, Egli, che è la Parola o Verbo di Dio, fa sentire la sua voce agli uomini di buona volontà di ogni tempo. Per sentire questa voce ci si può rivolgere alla Bibbia, al Vangelo scritto. Ma nulla vieta che anche l’immagine o la statua sia un canale di questa voce, del messaggio di verità e di amore trasmesso al mondo duemila anni fa da Gesù il Cristo. L’immagine del Crocifisso o del Cristo trasfigurato (Raffaello) può dire molto di più che una pagina scritta del Vangelo.
Mediante l’immagine o la statua la Chiesa Cattolica ci fa sentire la voce delle più nobili creature umane, che hanno cooperato col Figlio di Dio alla nostra salvezza. Tali sono Maria Santissima, la Madre di Gesù, san Giuseppe suo sposo, gli Apostoli ed Evangelisti, i martiri cristiani dei primi secoli e dei secoli successivi, tanti nostri fratelli nella fede, che si sono distinti nella pratica delle virtù cristiane, nell’amore eroico per Dio e per l’uomo: san Paolo, san Francesco d’Assisi, sant’ignazio, san Francesco Saverio, san Massimiliano Kolbe, santa Maria Goretti, san Giovanni Bosco, san Vincenzo de’ Paoli e tantissimi altri, di cui la Bibbia dice: “Benché morti, ossia passati a vita migliore, ancora parlano” (cfr. Ebrei 11, 4), parlano anche mediante le loro immagini e statue. L’arte decorativa ci fa sentire ancora la loro voce.
Padre Nicola Tornese s.j.
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