I rapporti prematrimoniali
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Oggi non si contano più le facili convivenze (quasi sempre di durata molto limitata, perché non può aver senso un’unione in cui le persone non hanno il coraggio di impegnarsi, dimostrando così di non aver fiducia, nel partner, in se stessi e nell’avvenire), come pure le unioni trascinate a fatica, i matrimoni falliti, i divorzi richiesti per incompatibilità di carattere. Queste sono le gravi conseguenze di una cultura che ha perso, o volutamente rinnegato, il senso autentico dell’amore cristiano.
Oggi infatti sono sempre più numerosi quelli che rivendicano il diritto di rapporti”intimi” prematrimoniali specialmente quando esiste nella coppia un intenso affetto ed una precisa volontà si sposarsi e, per altro, sussistono forti problematiche (casa, denaro, ecc.) per la celebrazione del matrimonio. In altri casi, i fidanzati ritengono che il rapporto sessuale diventi indispensabile per la conservazione del reciproco sentimento.
Tutte queste opinioni però sono in netto contrasto con la dottrina cristiana che, da sempre, sostiene che ogni atto sessuale deve avvenire nell’ambito matrimoniale, benedetto da santo sacramento. Oltretutto, per quanto i fidanzati possano essere determinati a contrarre le nozze, considerando la volubilità del cuore dell’uomo e l’imprevedibilità delle circostanza, non può mai esservi la certezza che il matrimonio sia poi celebrato.
Sappiamo bene però che Gesù ha parlato di un’unione stabile, alla quale ha restituito la dignità della condizione originale. San Paolo è molto chiaro quando dice che se i celibi ed i vedovi non sono in grado di convivere rispettando la continenza non hanno altra scelta che il matrimonio, perché “E’ meglio sposarsi che ardere” (I Cor.). Non si può ignorare che il matrimonio, benedetto da Cristo, diviene sacramento dell’amore di Dio (“e non saranno più due ma una sola carne”), mentre l’unione dei corpi per l’impudicizia (12) contamina il battezzato, divenuto tempio vivo dello Spirito Santo e genera corruzione.
Va anche detto che, in moltissimi casi, le unioni prematrimoniali non contemplano la generazione di figli. Se poi questo dovesse avvenire, i figli difficilmente riuscirebbero a trovare un ambiente stabile in cui crescere serenamente e trovare i giusti mezzi per un tranquillo inserimento nella società. Si comprende allora che l’uomo e la donna che vogliono realizzare un’unione stabile devono esprimere validamente il proprio consenso dinanzi alla società, nel rispetto delle leggi della Chiesa.
Don Manlio
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