I Gesuiti nel mondo
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Le notizie sicure che abbiamo ufficialmente sull’ingerenza dei Gesuiti nella politica per la gestione del potere temporale risalgono intorno al 1700. La loro mescolanza tra i ricchi, i re e i politici che comandavano, soprattutto l’introdursi fin d’allora nell’esercizio pontificio del Papa, suscitarono comprensibili reazioni e ammonimenti, fino ad arrivare alla prima soppressione dell’Ordine dei Gesuiti.
Non si può parlare di controversia teologica nella soppressione dei Gesuiti nel 1773, essi pur essendo i più indottrinati in teologia non creavano ancora quei problemi gravissimi venuti successivamente. Nel 1773 furono soppressi più per questioni economiche che per altro, erano troppo coinvolti in grandi affari e frequentavano più i palazzi reali che il Tabernacolo.
Già nel 1767 numerose Nazioni avevano soppresso i Gesuiti e li cacciavano via, sempre per motivi economici e politici. La vera formazione dei Gesuiti che essi si sono dati dal 1700 in poi e non per Volontà di Dio, riguarda il denaro e la politica intesa centro di potere.
È anche banale fare questo ragionamento: se i Gesuiti erano così coinvolti quasi trecento anni fa, cosa sarà avvenuto nei secoli successivi?
Tutto però era iniziato in modo diverso, con un Santo fondatore straordinario e per nulla affamato di denaro e di potere. Sant’Ignazio di Loyola è stato un uomo davvero disposto ad ogni sacrificio per la salvezza delle anime, rimanendo fedelissimo al Vangelo storico.
È stato uno degli artefici della Controriforma cattolica contro l’eresia protestante e se si pensa che oggi molti Gesuiti seguono con grandissima devozione l’eresia protestante, viene dimostrato che la crisi nella Chiesa è profonda come mai in duemila anni lo è stata prima. Perché oggi i Gesuiti sono molto influenti nella Chiesa.
Ci sono Ordini o Istituti religiosi fondati da Santi straordinari, che nel tempo diventano molto tiepidi se non eretici, come anche ci sono altri fondati da personaggi utilizzati come esclusivi strumenti da Dio ma che si ribellano poi alla sua Volontà, prendendo strade opposte al carisma dell’Ordine o Istituto religioso fondato.
Negli ultimi decenni casi simili nella Chiesa ne sono avvenuti almeno cinque e in tutti i casi i responsabili della fondazione sono stati condannati o sono in attesa di una condanna definitiva e inappellabile. Le amicizie con prelati massoni e il pagamento di mazzette abbastanza gonfiate, permette a qualcuno di non ricevere la sospensione, ma è Dio che giudicherà tutti questi signori…
Con la mancanza di frutti spirituali anche a causa delle numerose vocazioni sequestrate all’interno dei conventi per le minacce ripetute ed accresciute di finire all’inferno, di disgrazie che avrebbero colpito i genitori, di ricatti per quanto hanno conosciuto i superiori negli incontri spirituali ed altro, non sono vere vocazioni, ma inganni. Apparenze a beneficio della superbia.
Sant’Ignazio di Loyola ha agito diversamente, da vero uomo di Dio, come hanno fatto i veri apostoli che hanno conosciuto Dio, chiamati a lavorare nella Vigna del Signore senza stravolgere le linee formative insegnate dalla Chiesa.
Sant’Ignazio dimostra che se si prega bene e si lotta per vincere l’orgoglio e la superbia, si compiono grandi opere per la salvezza delle anime.
Sant’Ignazio come fondatore non pensava minimamente ad accumulare denaro, si preoccupava di estendere ovunque l’opera missionaria e in effetti per circa duecento anni i Gesuiti approdarono in Nazioni lontane e sconosciute, senza conoscere la lingua e con una Fede incrollabile ed inflessibile, formata dagli scritti del Santo che contempliamo nel famoso trattato degli “Esercizi spirituali”.
Sant’Ignazio nacque il 23 ottobre 1491 in Spagna e morì a Roma il 31 luglio 1556.
Il 27 settembre 1540 Papa Paolo III approvò la Compagnia di Gesù. L’8 aprile 1541 Ignazio fu eletto all’unanimità Preposito Generale e il 22 aprile fece con i suoi sei compagni, la professione nella Basilica di San Paolo; nel 1544 Padre Ignazio, divenuto l’apostolo di Roma, prese a redigere le “Costituzioni” del suo Ordine, completate nel 1550, mentre i suoi figli si sparpagliavano per il mondo.
Poi… dopo la sua morte, la tiepidezza nei Gesuiti che vivevano in Europa prese il posto del fervore, l’interesse umano modificò i loro cuori, i superiori e molti di loro non vollero servire più Gesù Cristo per l’attrazione crescente verso il denaro e il potere. La decadenza dell’Ordine prese un’accelerazione violenta e il declino morale trionfò.
Con il breve (documento pontificio) “Dominus ac Redemptor” del 21 luglio 1773, Papa Clemente XIV decise di sopprimere la Compagnia di Gesù. I gesuiti si rifugiarono dunque nelle Nazioni non cattoliche, in particolare in Prussia e Russia, dove l’Ordine era in gran parte ignorato nel suo operato.
L’Ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola era inizialmente come il grande albero che cita Gesù nella parabola di oggi, prima era un seme piccolissimo ma una volta seminato e curato“è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami”.
Il fervore dei Gesuiti nei primi due secoli fermentava e cresceva in Fede e attività apostolica, come avviene a molti cristiani che all’inizio del loro cammino sono invasi dalla forza dello Spirito Santo e si sentono trasportati facilmente a compiere grandi opere spirituali.
Quando Dio decide di lasciare camminare da soli i cristiani per far conoscere le difficoltà inevitabili che si devono affrontare per mantenersi nella sua Grazia, sono molti quelli che perdono la gioia del cammino e si ritirano, fino a perdere la Fede.
In molti casi si rimane tiepidi, né caldi né freddi e Gesù afferma nell’Apocalisse: “Poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,16).
È un vero dramma perdere la vocazione e parlare ancora di Gesù senza più amarlo. Si dicono il più delle volte parole futili e dannose.
Padre Giulio M. Scozzaro
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