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I CINQUE PRIMI SABATI DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

1 Febbraio 2013 | Filed under: Devozioni, Primo Sabato del mese
     

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I CINQUE PRIMI SABATI

DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

la pratica del Primi Sabati del mese esisteva fin dal XIX secolo. Il S. Padre Pio X approvò questa devozione il 30 settembre 1912. Egli si è degnato di concedere a tutti quelli che il primo sabato di ogni mese, essendosi confessati ed accostati alla Sacra Mensa, compiranno in spi­rito di riparazione alcuni particolari atti in onore della Beata Vergine Immacolata, e pregheranno secondo l’intenzione del  Sommo  Pontefice,  una Indulgenza plenaria, applicabile ai defunti ».

La Vergine  SS.  di  Fàtima,  apparendo a Lucia, confermò questa pratica, vi allegò delle divine promesse, facendone la devozione più ri­spondente ai bisogni del nostro tempo, e si de­gnò anche di fissare la forma, chiedendo espres­samente  che  durasse  almeno  cinque  Primi  Sa­bati consecutivi.

In ognuno dei Cinque Sabati la SS. Ver­gine ci invita a tenerle compagnia per lo spazio di un quarto d’ora, meditando sui misteri del Ro­sario o ascoltando la predica che un sacerdote faccia  in  comune  svolgendo  alcuni pensieri  di considerazione sui misteri. È poi tanto consiglia­bile ripetere più volte la pratica dei Primi Cin­que  Sabati,  anzi   sarà  ossequio  graditissimo   al Cuore  Immacolato  di  Maria  ripeterli  per tutta la vita. In tal modo si potrà sceglier per il pri­mo ciclo la meditazione dei misteri gaudiosi, per il secondo quella dei misteri dolorosi, per il ter­zo la meditazione dei misteri gloriosi.

A facilitare tale esercizio, offriamo una con­siderazione su tutti i quindici misteri. La Vergine invita a meditare, non solo a leggere. Quindi, al principio di ogni considera­zione bisogna mettersi alla presenza di Dio, e dopo aver letto attentamente, si rifletta su quanto è rimasto più impresso nell’anima; si con­fronti la nostra vita con quella di Gesù e Maria alla luce di quelle particolari virtù che rifulgo­no nel mistero che si considera; si deplorino vi­vamente le proprie debolezze e si formulino ge­nerosi propositi, sui quali si chieda poi la bene­dizione di Maria Santissima.

I SABATO – Intenzione riparatrice. – Per far ammenda d’o­nore al Cuore Immacolato di Maria delle bestem­mie con cui la Vergine viene oltraggiata.

Offerta. Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Ti adoro profondamente e Ti of­fro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Di­vinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione de­gli oltraggi che Ti offendono. Per i meriti infiniti del Suo Cuore Santissimo e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Ti prego concederci la sincera conversione del cuore.

PRIMO MISTERO GAUDIOSO

L’annunciazione alla B.V. Maria

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La ver­gine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla lu­ce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il tro­no di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine ». Allora Maria disse all’angelo: « Come è possi­bile? Non conosco uomo ». Le rispose l’angelo: « Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te sten­derà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: « Ecco­mi, sono la serva del Signore, avvenga di me quel­lo che hai detto». E l’angelo partì da lei. (Le 1, 26-38).

Riflessioni.  II grande mistero invocato da secoli si compie, la Vergine diviene il taberna­colo vivente di Dio e nel mondo, intorpidito nel gelo della colpa, si accende la fiamma dell’amo­re infinito. L’Arcangelo Gabriele è venuto, come amba­sciatore celeste, ad offrirle la dignità sovruma­na di Madre di Dio, e ne attende il supremo re­sponso. Maria trema di umiltà, ma accetta. Il suo fiat schiude le porte del ciclo e fa trasalire di gioia tutta la terra.

Anche il suo Cuore esulta. D’ora innanzi es­so si struggerà, come fiaccola palpitante, davanti al tabernacolo vivo del suo seno. Quel cuore ver­ginale, traboccante di grazia, è in giubilo, per che la divina presenza verrà a deporre il sigillo sulla sua perenne consacrazione. Quel cuore di Madre tripudia, al pensiero che il suo sangue sarà sangue e vita di Gesù. Esulta sapendo che è vicina la redenzione per tutte le anime per le quali Maria già prova quell’immenso palpito ma­terno che Iddio vivente in lei ha acceso nel suo petto. Diventando Madre di Gesù, Maria è di­ventata anche madre nostra.

Uniamo il nostro gaudio a quello della Ver­gine e ringraziamo il Signore per aver così alta­mente onorato la nostra umanità da assumerla nel seno di Maria; per averci donato una madre così tenera e così adorna di privilegi divini. Imitiamo il grande esempio di umiltà che ci porge il suo Cuore Immacolato. Proclamata Ma­dre di Dio, Maria si protesta sua umile ancella.

« Se piacque al Signore la sua verginità, è la sua umiltà che ha attirato Iddio nel suo seno » assicura san Bernardo; e sant’Agostino aggiunge che « l’umiltà di Maria è diventata la scala ce­leste per cui Iddio discese sulla terra ». Preghia­mo ardentemente questa nostra buona Madre ad ottenerci l’umiltà del cuore, la disponibilità al­la volontà divina, una fedeltà incrollabile al no­stro dovere, fino alla morte.

Esame di coscienza. È umile il mio cuore? -O mi lascio dominare dall’egoismo? – Ho invidia del bene degli altri? – Accetto con rassegnazione le croci che il Signore mi manda? – Sono fedele ai miei doveri? – Mantengo le promesse fatte? – Atto di dolore.

Ossequio. Consacrerò il mio cuore al Cuore Immacolato di Maria e mi sforzerò di imitare il suo disprezzo per le vanità e le glorie terrene.

Preghiera. Sia benedetto il Cuore amantissimo e il dolcissimo Nome di Gesù e della gloriosissima Vergine Maria sua Madre (S. G. B. Eudes).

Cuor di Gesù, Ti amo! Convertimi ogni giorno di più al tuo Vangelo.

Pratiche riparatrici: Confessione, Comunione e Rosario.

Esempio – I tre fanciulli di Fàtima avevano un orrore istintivo per le lodi e un trasporto quasi innato per l’umiltà ed il nascondimento. Quanto più si vede­vano circondati e ricercati, tanto più cercavano di nascondersi. Un giorno si avviavano tranquillamente verso la strada provinciale, quando vedono fermarsi ad un centinaio di metri una grande automobile dalla quale scende un gruppo di signore e signori di­stinti.

—  Sta a vedere che vengono a trovarci.

—  Fuggiamo?!

—  Impossibile,   senza   farci   notare.   Andiamo piuttosto avanti, vedrete che non ci conoscono.

Infatti i forestieri li fermarono:

—  Siete di Aljustrel?

—  Sì, signori.

—  Conoscete i tre pastorelli ai quali è apparsa Nostra Signora?

—  Sì,  li  conosciamo.

—  Sapreste dirci dove abitano?

—  Sì, prendete questa scorciatoia, piegando lag­giù, a sinistra…

E descrissero minutamente le loro case.

Quei signori partirono ringraziando, ed essi con­tenti come allodole corsero a nascondersi nel folto di un campo vicino. Il colpo era riuscito e Giacinta ripeteva: “Dobbiamo fare sempre così”. Per qualche tempo, mentre Lucia continuava a pascolare il gregge, i due cugini dovettero lasciarla per restare a disposizione dei visitatori. Tratto trat­to però scomparivano per ore e ore, senza che si riuscisse a rintracciarli. Dove si nascondevano? Nes­suno lo seppe mai. Ma Lucia ci informa che i due innocenti, quando prevedevano troppe visite, si ri­fugiavano nella grotta del monte ed ivi passavano le ore recitando il Rosario, ripetendo la preghiera dell’Angelo, facendo sacrifici noti soltanto al Si­gnore.


     

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AMEN

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