I Carismi – II parte
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E questi carismi straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adatti e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione” (Lumen gentium, 12). ripristinato, in questo testo, il duplice movimento dello Spirito; di esso infatti si dice che agisce “non solo attraverso i sacramenti”, cioè dall’alto, ma anche dal basso, attraverso quella fitta rete di grazie che sono i carismi di tutti i battezzati. Nell’uno e nell’altro caso si tratta, inoltre, di un’azione destinata a “santificare” il popolo di Dio, cioè a qualcosa di essenziale e di costitutivo della Chiesa, e non semplicemente a un suo abbellimento o arricchimento accidentale……………..
Quello che la parola ministero significa nel Nuovo Testamento è semplicemente servizio (da ministrare, che significa servire). Lo scopo dei carismi non è dunque quello di dare lustro, prestigio o fama di santità a chi li riceve; non è quello di dargli delle sicurezze o dei poteri sugli altri. Assolutamente! Cosi. si stravolgono i carismi. Quando Gesù, ascendendo al cielo, ha riversato, come una pioggia, i suoi doni sugli uomini, aveva in mente il suo corpo, la Chiesa; è essa che amava e voleva “edificare”.
Commentando il capitolo 4, versetto 8, della lettera agli Efesini, S. Agostino nota che l’Apostolo dice: ” … ha distribuito doni agli uomini, mentre il versetto del salmo che sta citando dice: “ha ricevuto doni dagli uomini” (cfr. Sal 68,19), e spiega che entrambe le cose sono vere in Cristo: egli ha donato i carismi agli uomini in quanto Capo e li ha ricevuti in quanto corpo (poiché il Cristo totale è Capo e corpo insieme, Cristo e la Chiesa insieme). Ciò che ognuno riceve in dono dallo Spirito Santo, è la Chiesa che lo riceve (cfr. S. Agostino, De Trinitate, XV, 19,34).
Se infatti ami l’unità, tutto ciò che in essa è Posseduto da qualcuno, lo possiedi anche tu! Bandisci l’invidia e sarà tuo ciò che è mio, e se io bandisco l’invidia, è mio ciò che Possiedi tu. L’invidia separa, la carità unisce. Soltanto l’occhio, nel corpo, ha la facoltà di vedere; ma è forse soltanto per se stesso che l’occhio vede? No, egli vede per la mano, per il piede e per tutte le altre membra; se infatti il piede sta per urtare in qualche ostacolo, l’occhio non si volge certo altrove, evitando di Prevenirlo. Soltanto la mano agisce nel corpo; ma forse che essa agisce soltanto per se stessa? No, agisce anche per l’occhio; infatti se sta per arrivare qualche colpo che ha di mira, non la Mano, ma soltanto il volto, forse che la mano dice: ‘Non mi muovo, perché il colpo non è diretto a me”.
Così il piede, camminando, serve tutte le membra; le altre membra tacciono e la lingua Parla per tutte. Abbiamo, dunque, lo Spirito Santo se amiamo la Chiesa e l’amiamo se ci manteniamo inseriti nella sua unità e nella sua carità. Infatti lo stesso Apostolo, dopo aver affermato che agli uomini sono stati dati doni diversi, così come vengono assegnati compiti diversi alle membra del corpo, continua dicendo: ‘Io vi mostrerò una via migliore di tutte’ (1 Cor 12,3 1) e comincia a parlare della carità.
Antepone la carità alle lingue degli uomini e degli angeli, la preferisce ai miracoli della fede, alla scienza e alla profezia; la mette perfino prima di quelle grandi opere di misericordia che consistono nel donare tutto ciò che si ha ai poveri; la preferisce, da ultimo, anche al martirio del corpo. A tutti questi grandi doni antepone la carità. Abbi dunque la carità e avrai tutto, perché qualsiasi altra cosa tu possa avere, senza di essa, a nulla potrà giovarti” (S. Agostino, In Iohannem, 32,8).
(Continua)
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