Gli Angeli – IV parte
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Gli spiriti celesti svolgono tutti un qualche compito ma, forse, quelli che “hanno più da fare” sono gli Angeli Custodi. Ce ne sono svariati miliardi e ricoprono funzioni diverse: I più numerosi sono gli Angeli custodi personali, poi quelli che vegliano sulle famiglie, i Custodi delle Comunità, gli Angeli che vegliano sulle nazioni e, ovviamente, L’Angelo che custodisce il popolo di Dio.
Fin dal momento del concepimento di un nuovo essere umano, Dio pone al suo fianco un “Angelo Custode” con il compito di guidarlo e proteggerlo dalle forze del Male. Ognuno di noi ha il suo e deve. Giustamente, invocarlo, rispettarlo e venerarlo. La Chiesa ha creato una preghiera per lui: “Angelo di Dio, che sei il mio Custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Pietà celeste. Amen”.
Questo Angelo santo ci dona sempre buone ispirazioni, cerca di correggere i nostri comportamenti sbagliati ma non può violentare la nostra libertà. Quando vede che noi, in forza del libero arbitrio, scegliamo di commettere un peccato, lui prova un disgusto grandissimo, se ne addolora ma non può impedirlo.
L’Angelo custode appartiene quasi sempre al 1° coro angelico. Egli accompagna il suo protetto per tutta la vita ed anche oltre. Dopo la morte e il giudizio di Dio, se il suo protetto è stato destinato al Purgatorio, il Custode lo attende e, per tutto il tempo della purificazione, provvede a consolarlo. Nel caso in cui l’anima del custodito è ammessa al Paradiso, l’Angelo l’accompagna fino al Coro che ha meritato, poi ritorna al suo Coro. Ovviamente, se il salvato ha meritato soltanto il 1° coro, essi resteranno insieme per tutta l’eternità, lodando e benedicendo il Signore. Nel triste caso in cui l’uomo non ha risposto alle sollecitazioni dell’Angelo e, cocciutamente, si è radicato nel male, l’Angelo lo segue fino alle porte dell’inferno, poi lo abbandona al suo castigo.
Seguire le buone ispirazioni dell’Angelo custode è un indice di santità che consente all’Angelo di aiutare il suo protetto a progredire sempre più nel cammino di grazia. Sappiamo che molti santi, già in vita, vedevano il proprio Angelo Custode. Tra questi era Padre Pio, che lo vedeva e dialogava con lui, fin da quando era bambino. Così pure S. Eumetia che, quando (raramente) faceva qualche biricchinata, si sentiva dire la suo Custode: “Per castigo, non mi vedrai per tre giorni…”. Ovviamente questi sono particolari privilegi che Dio concede solo a coloro cui Egli affida una missione particolarissima nella vita.
Anche le persone comuni, per altro, che scelgono di vivere la propria esistenza alla luce del Vangelo, possono arrivare ad avvertire nel proprio intimo quella effusione di santo amore che promana dal proprio Angelo custode e, pieni di gioia, ringraziare e lodare il Signore. (Continua)
Don Manlio
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