Gesù al cuore del Sacerdote
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Vivi di me, figlio mio, e farai vivere a tua volta di me. Amami con tutto il cuore, e mi farai amare. Come angelo, porta le anime nella via di Dio, e non attrarle come uno che indulga alla debolezza del mondo, o che la consideri come una facile attrattiva al bene. Lo so, non sempre tu vivi, anche nella tua vita religiosa in un mondo soprannaturale. Ma se c’è… fumo acre di boscaglia che brucia, tu va in alto, all’aperto dove c’è azzurro e col tuo esempio di vita santa, molto santa, smorza i sarmenti della miseria che ardono e soffocano.
Ogni atto della tua vita, figlio mio, deve essere un atto sacerdotale, in cui nulla deve mescolarsi della natura, nulla del mondo. Come sacerdote devi essere fulgente nei raggi della bontà di Dio, come brillante che splenda ai raggi del sole. Devi essere mansueto, dolce e calmo. Si mostri in te la bontà: e la misericordia di Dio.
L’anima tua si elevi sulle anime, nel santo ministero, colomba di pace e di purezza, tra i fiori della carità. Senti forte l’impeto della tua natura? Il tuo carattere è reciso e molte volte irruente? Volgi gli occhi a me che portai per te la Croce, senza lamentarmi, avendo l’estrema parola della mansuetudine: Padre, perdona loro, e del compatimento: non sanno quello che fanno. Abbi grande pazienza e grande dolcezza nei tuoi modi per amor mio.
Figlio mio caro, cerco anime riparatrici, anche e più, nelle case religiose. Ripara col tuo amore ai tradimenti che ricevo, ripara con la tua orazione alla pigrizia che addormenta le anime consacrate nell’ozio. Ripara con la tua immacolata purezza alle degradazioni dei sensi altrui e sii tutto mio, affinché il fascino delle creature si spenga tutto nel mio amore!
Non ti scoraggiare nelle tue sofferenze e non desiderare i godimenti della vita terrena. Tu devi salvarti e salvarle. Ora, come io non ho salvato che con la Croce, così tu devi seguirmi nella via della croce, se vuoi salvarti e salvare. Se aspiri ai vani godimenti del mondo e ti fai vincere dalle tentazioni, sei un povero, infelicissimo vinto, che invece di portare il vessillo della vittoria, giace prostrato nella polvere. Liberati da ogni attacco, ama Dio solo!
Sii santo tu, per comunicare la giustizia ai peccatori, Sii sano tu nella purezza e nella fedeltà alla tua vocazione, per dare agli altri la salute dell’anima. Hai tu debolezze e miserie passate o presenti nell’anima tua? Rendile nell’umiltà e nella penitenza, come il vaccino di una infermità per l’anima di un peccatore. La tua umiltà attrarrà sull’infermo la grazia di Dio. E come farai con un’anima che ricade? Sanala non sette volte, ma settanta volte sette. Invoca Maria, madre di grazia, perché ti aiuti a sanarla. Se non togli ameno un poco di pus da una piaga, il pus produrrà cancrena, e la cancrena reca morte. Non si fanno una sola volta le medicazioni, né si può, con uno strappo, sanare un’infezione purulenta. Sii misericordioso come il Padre divino lo è stato per te.
Sei nel mondo, e ne risenti gl’influssi nell’anima, nel cuore e nella carne. Passi in mezzo alle acque, che sprizzano su di te come piccoli zampilli: acque del mondo, delle quali non ti accorgi neppure, perché non scorgi donde ne vengono gli zampilli… Ti bagni la mano?… ma è uno spruzzo, non è un fiotto, e non ci fai caso. Eppure lo zampillo viene da un forellino piccolo piccolo che spruzzando s’allarga, diventa fiotto e ti trovi inzuppato. Ti viene il catarro, respiri male… poi la tosse, la febbre. Così sono i piccoli contatti col mondo e con le creature.
Piccoli zampilli di simpatia, sprizzano da un volto, da un sorriso, da un occhio che si muove con… civetteria: uno si apre come se contemplasse; uno si chiude come se ammiccasse… Una movenza birichina, che delinea, e attira lo sguardo. Piccoli zampilli che sembrano cosa da nulla, ma si allargano e producono il malanno. Non sprizzano, inondano, inzuppano, e l’anima non respira più in Dio. La Chiesa chiama l’Eucaristia pinguedine dell’anima E tu vivi di me, Sacramentato perché l’acqua non penetra il grasso, ma anche se lo tocca, scorre per terra o svapora.
Una favilla è portata dal vento. Si ferma sull’abito di lana, e lo accende a poco a poco, quando non ci fai caso, perché è una favilla. Ma si dilata e può diventare fiamma, si accresce e può diventare incendio. Le piccole familiarità un poco spinte sono faville. Divamperanno. E’ necessario che l’anima s’immunizzi. Il pompiere deve spegnere il fuoco, ma si veste di amianto, che è refrattario al fuoco. Può sentire il calore ma non brucia. Se l’anima tua vive di me sacramentato, se è accorta nel vestirsi di purezza e di riservatezza, è coperta di soprannaturale amianto, perciò le faville delle creature e del mondo non la intaccheranno.
E’ buio nell’anima tua… quello che ti era luce d’ideale, è diventato oscurità. Il mondo è tenebra, ma pare orizzonte che celi una felicità che ti è negata e ti sei negata… L’anima si assonna e dorme sognando. E’ la tentazione. Povero figlio mio, come nei sogni le stramberie sembrano scene affascinanti, i deliri godimenti da conquistare ! Accendi la lampada eucaristica, amami. Quella luce ti sveglia, non sei nell’incubo della notte oscura, non sogni più. La tua ricchezza sono io, la tua gioia sono io, il tuo conforto sono io.
Ti può attrarre una mano artistica? Guarda la mia mano forata, è più bella. E’ forata per amore tuo. Ti può attrarre un volto ornato di belle chiome? Guarda il mio volto sanguinante e coronato di spine. E’ più bello, perché coronato d’amore. Sii fedele al mio amore! Ogni creatura è vanità che passa. Tu amami con tutto il tuo cuore.
Tutto si muta e cambia vestito. Gli alberi rinverdiscono di primavera, gli uccelli cambiano le piume, persino i serpenti depongono la loro spoglia e ne prendono un’altra. E perché l’anima non depone gli abiti delle sue miserie e delle sue debolezze di carattere e di abitudini? Anche il mondo ha una moda che cambia con le stagioni e col… figurino. Non c’è dunque per l’anima una moda celeste e un figurino mirabile in me e in Maria? Nelle circostanze della tua vita e del tuo apostolato cambia anche tu e rivestiti di me, rivestiti di Maria Santissima mamma tua.
Lampada accesa sei tu sul candelabro, nella mia Chiesa, come Sacerdote, lampada per l’ufficio che rivesti nella tua Comunità. Devi dunque splendere, perché gli altri possano illuminarsi alla tua fiamma. Libro vivente aperto al popolo e ai tuoi dipendenti, affinché vi leggano, nei tuoi esempi e nelle tue parole, la via che debbono seguire per venire a me. Ogni tuo difetto è come un soffio che diminuisce la fiamma e volta la pagina al vuoto. La tua… dignità non sta nei drappi e nell’anello, sta nell’abito della santità e nel più intimo legame con me. Ti voglio santo.
Non dire facilmente: Io così son fatto, per giustificare le tue debolezze, ma pensa che devi vigilare su di te e modificarti. Sei nervoso?… Al contrario tu devi essere sempre mansueto, perché i nervi non santificano, ma sono stonature ripugnanti che rovinano l’armonia della carità, Dici che sei franco?… Ma la franchezza non può essere irruenza, non può diventare frizzo pungente, ma solo verità umile, serena.
Dici che non sopporti la doppiezza altrui e le insincerità? Ma non ti pare che, reagendo, diventi doppiamente scostante e, invece di correggere il male, lo accresci con la reazione che susciti? Se ti senti agitato dai sensi, non dire che sei fatto così, perché non ti giustifichi, ma ti condanni, perché io ti ho trasformato in me consacrandoti mio sacerdote, figlio mio.
Dunque vigila su di te, e modifica la tua natura, perché non ti tiranneggi e non ti vinca. Devi essere un esempio vivente di virtù cristiane e sacerdotali, tra le anime affidate a te, fatto forma loro con tutta l’anima tua, come dice S. Pietro. Non essere facile a offenderti, ma con umiltà raccogliti in te, riconoscendoti peccatore. Non ti lamentare per le ingiustizie che credi di subire, pensa invece che certe contrarietà sono risposta ad alcune mancanze che nessuno vede, ma che Dio colpisce per liberare l’anima tua da tante vane aspirazioni…
Nelle tue occupazioni e nel tuo ministero, non ti concentrare nell’interesse, e non crederti sagace nell’economia. Imita l’economia della provvidenza di Dio, che arricchisce i campi con la sua infinita carità. Non attaccarti mai al danaro, figlio mio, e ricordati che Giuda per questo attacco si perdette. Non ti far vincere dalle preoccupazioni materiali, ma vivi più santamente, perché la provvidenza non ti mancherà mai. Tu per primo offri l’esempio del distacco dalle cose terrene, se vuoi educare al disinteresse le anime a te affidate. Non c’è vizio più disseccante il bene nelle anime, quanto l’interesse di un sacerdote.
Ama per te la povertà, che è per il ministro di Dio l’attrattiva che più trae le anime all’apprezzamento delle cose spirituali. Contentati della povertà anche nella vita spirituale e fatti piccolo, molto piccolo innanzi a Dio, se vuoi attrarre su di te la grazia divina. Sii beato di amare Dio nella profonda umiltà dello spirito tuo. Non trascurare mai la preghiera per i tuoi conti…
Non trascurare le anime in proporzione dei loro beni. Sono io la tua ricchezza, spera solo da me ogni aiuto… Non mostrarti avaro, ma effondi, nella carità, i doni di Dio.
Io domando a te, come a S. Pietro: Mi ami tu più degli altri? E chi sono gli altri, se non le anime che ti ho affidate, e che devi pascolare? E ti domando ancora:
E tu, figlio mio, con la tua vita rilassata vuoi forse affermare, ma in tono disperato: < Io non sono... Elia, pieno di zelo per la divina gloria, non sono Gesù Cristo e nemmeno un profeta...io sono voce del deserto? E ora ti domando: Mi ami tu? Tu mi rispondi: Signore tu sai tutto...
E’ sì, figlio mio, io so che non vieni a me con amore, che mi rinneghi come S. Pietro, quando non apprezzi il dono del tuo sacerdozio e non comunichi questo apprezzamento alle anime che ti ho affidate, e preferisci tante volte le miserie del mondo.
Sì, io so tutto, figlio mio. Dimmi allora che mi ami, ritornando al tuo fervore, che è come lampada che si spegne. Dimmi che mi ami, vincendo la tua natura. Dimmi che mi ami, donandomi il tuo cuore. Un Sacerdote che decade, è come quel fico tutto foglie, nella veste, nella professione, nel ministero, e che raccoglie la benedizione della grazia, ma si dissecca. Siimi fedele
S. Paolo chiama angeli i sacerdoti, e tu considera questa grande parola, perché la tua vita sia come quella degli angeli. Se si scostasse dagli angeli, il sacerdote, ahimè, sarebbe un demonio. E’ sì, figlio mio, anche gli angeli divennero demoni. Si videro, si compiacquero, s’inorgoglirono. Non videro se stessi nella purezza del loro spirito, ma nell’impurità della loro passione. Non avevano corpo, è vero, ma lo spirito che decade e vive di sé, e vive della sua soddisfazione, è più impuro di un corpo nella sua obbrobriosa nudità.
L’impurità vive nel vuoto delle proprie passioni. Vive nell’aridità delle proprie aspirazioni supreme. Effusione di putredine, che non genera, ma uccide, smarrimento d’infelicità, nell’illusione del godimento… L’impurità è voce soffocata che non prega, non canta, ma ruggisce come leone verso la preda… balza, la morde, apre le fauci bramose di vita, ma addenta un cadavere gonfio di putredine. L’impurità è occhio sbarrato nel vuoto, che non vede più luce, non vede più cielo, ma è immerso nella caligine…
L’impurità non è poesia, non è slancio, non è volo ideale, ma peso che gravita verso la fogna e nella fogna non trova né bellezza, né amore, né pace! Sii puro, figlio mio e respira l’aura del cielo.
Loda Dio come arcangelo del suo trono, amalo come serafino, servilo come un angelo, messaggero di virtù e di pace. Fuggi quello che ti attrae… Un’immagine brutta ha una radioattività di morte. Folgora, fa venire tumori di ansietà perniciosa. Un’amicizia che sembra ideale, diventa un fungo velenoso, un parassita abbarbicato al cuore, che ne sugge la vita. Oh sacerdote mio, sii angelo.
Tu sei luce delle anime a te affidate, sei il sale che le condisce e devi essere perciò santo, profondamente santo, per comunicare loro la grazia della santificazione interiore. Non puoi farlo senza una grande intimità con me sacramentato e con Maria santissima. C’è una grande insidia nelle anime che si preparano al sacerdozio: l’asfissiante spirito del mondo questo spirito che devi combattere e vincere con la scienza dei santi. Fa’ che la Vergine sia nel cuore dei tuoi figli spirituali, e fa’ che la loro vita si ispiri alle sue virtù.
Se non trionfa Maria, nei cuori, non vi trionfo io, perché per Maria io mi sono offerto alla umanità e a Maria affidai dalla Croce particolarmente i sacerdoti, nella persona di San Giovanni. Satana tenta di diminuire la filiale tenerezza verso la Madonna con la scusa di accrescere l’amore verso di me. Un’insidia che si presenta con una parola brutta: ridimensionare Maria. Oh stoltezza somma, ridimensionare quello che Dio non ha misurato in Maria, piena di grazia. Tu sei ministro della divina parola per cooperare all’avvento del regno di Dio sulla terra.
Forma le anime che debbono lavorare dopo di te, alla meditazione della divina parola, nella luce di Dio e della Chiesa. Con tanta frequenza oggi si sostituisce alla parola divina la parola umana, abituando l’anima più al dubbio che viene da un’insana critica, che alla verità. Se un alunno non ha il minimo di umiltà di accettare la parola del maestro e stoltamente lacritica, non impara, ma si disorienta. Se nel meditare la parola di Dio, l’anima si perde in divagazioni umane, non rafforza la sua fede, ma la perde.
Sii perciò tu l’anima ardente, luce e sale della terra, mediante una vita santa, piena di semplicità e di umile fede, perché tu possa generarmi anime ardenti, che siano veramente apostole del Regno di Dio, vivendolo in loro. Seguimi nella via della Croce, e non turbarti delle contrarietà che incontri. Seguimi fino alla completa immolazione di te, porta la tua croce come io portai la mia, per amor tuo. Perdona, soffri per amor mio, prega. Col tuo perdono e colla tua preghiera, aprirai le porte del Paradiso a chi ti è ingrato e ti fa del male.
Non dar peso a quello che può dirsi di te, perché non ha valore innanzi a Dio che ti giudicherà. Invoca la misericordia, e Dio ti accorderà misericordia. Non temere. Se le tentazioni ti turbano, non ti agitare, disprezzale e rifugiati nel mio Cuore e in quello di Maria. Quando le cacci e le vinci, mi dai testimonianza di amore, e io ti amo di più, figlio mio. Ogni rinunzia che fai è per te il titolo e il pegno di un dono più bello di Dio. Tu sei pellegrino in ogni luogo. Dovunque vai, stai bene, come chi passa da… un vagone all’altro, ed è portato alla stessa stazione di arrivo.
Non ti accorare, perché la tua mèta è il Cielo. Amami. Sacerdote mio, tu sei tralcio vivo di me che sono la vera vite e non puoi avere altra vita che la mia vita. Verbo eterno di Dio, io sono la sua gloria, e la tua vita deve essere tutta impiegata per la gloria di Dio. Verbo eterno di Dio, mi incarnai e mi feci uomo per redimere e salvare le anime. E tu devi farti tutto a tutti per salvarle, Non farti superiore a nessuno, ma con la mansuetudine e l’umiltà, attira le anime affinché ritornino a me. Vittima di amore, io m’innalzai sulla Croce per salvare le anime, ed anche tu sacrificati per salvarle, rinnegando te stesso e le tue comodità.
Vittima di amore, io sono come prigioniero nell’Eucaristia, perché abbiano libertà di venire a me, e tu, servo delle anime, sii a loro disposizione quando reclamano il tuo ministero e il tuo aiuto. Tu hai una grande missione nel tuo insegnamento, un grande dovere da compiere: quello di orientare le menti dei giovani a te affidati nella via del soprannaturale attraverso la via naturale.
Quando reciti l’Ufficio divino, abbi cura di farlo con attenzione appassionata, affinché l’armonia delle tue lodi “Dio si unisca a quella de cielo e della terra, che lodano e cantano la gloria di Dio”.
Se ti distrai in un calcolo scientifico, tu erri e mandi a monte un esperimento. E se ti distrai e arruffi la preghiera, ispirata dallo Spirito Santo, tu erri nel calcolo più nobile della tua vita. Abbi fede, grande fede, e pensa che la luce della fede è la più grande scienza della tua vita.
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