Fra Vincenzo Bordo OMI compie 25 anni di sacerdozio
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Una vita spezzata.
Un’ esistanza donata.
Un’ anima afferrata.
Una storia di gratitudine… rese grazie
Quattro semplici parole che ogni giorno , ormai da 25 anni, ripeto a me stesso e alla comunita’ ogni volta che celebro la santa messa: “Gesù nella notte in cui fu traditoprese il pane, rese grazie, lo spezzo’, lo diede ai suoi discepoli……”.
PRESE IL PANE …
Signore…nello stesso modo Tu hai preso la mia giovane vita. Avevo diciott’ anni quando mi sono sentito avvolgere dalla tua tenue esistenza: una sensazione bella, un momento di grazia e di felicita’. Ciò mi ha affascinato e conquistato a tal punto da convincermi a lasciare tutto per rispondere alla tua chiamata. Non ricordo le circostanze nei particolari ma sono consapevole che non sei entrato con la forza dirompente e impetuosa di un Dio onnipotente che sconvolge e turba tutto ma ho memoria solo della tua delicata presenza, della tua tenerezza, del tuo dolce amore che hanno afferrato e sedotto il mio innocente spirito.
LO SPEZZO’….
Signore… tante sere, dopo una giornata di duro lavoro al servizio dei poveri, ritorno a casa e sento che il mio corpo è spezzato dal dolore e dalla fatica. I piedi gonfi mi fanno male. Le ossa sono a pezzi. I muscoli sfibrati. Dopo tanto amore donato mi rimane solo un fisico frantumato dalla sofferenza. Altre volte e’ il mio spirito che è lacerato da una nacosta solitudine, dove Tu, l’ amato, non sei li’ dove desidero incontrarti. Sei assente. Allora anche il mio animo. avvolto dalla tenebra e dal dubbio, sprofonda in un baratro buio, senza fine. Poi ci sono giorni in cui il mio cuore è schiacciato, da un malessere indicibile. In quei momenti desidererei solo l’ abbraccio caldo ed umano di una compagna di vita che mi sappia comprendere e ascoltare. Accogliermi in quella profonda inquietudine. In quel momento di un amore impossibile un grido straziato e dirompenete sgorga dal mio intimo: “ Perche’ Dio, perche’?”. Ma in quell’ arcano abbandono Tu taci, silente ed irragiungibile.
RESE GRAZIE…
Signore… dopo questi attimi di smarrimento mi rendo conto che tutta la mia vita è penetrata solo dalla Tua grazia. Tutto quello che mi circonda: il Centro per la gente di strada, con i suoi 450 ospiti giornalieri, le quattro case famiglia con i trentacinque ragazzi abbandonati, i seicento volontari, i collaboratori, la comunità oblata, la salute, la confortevole casa dove vivo. Tutto cio’ è dovuto alla Tua generosita’, alla Tua potenza gloriosa ed infinita. Tutto è un Tuo dono gratuito e stupendo. Tutto è un miracolo della Tua infinita bontà e misericordia. Allora stupito ed estasiato da questa amorevolezza che mi avvolge mi rimane solo la lode, il ringraziamento, la benedizione. Si’ Tu sei presenza viva, stupenda ed operante nella mia misera vita.
LO DIEDE….
Signore… Sento che questi venticinque anni di sacerdozio sono profondamente immmersi nel Tuo mistero pasquale, dove morte e resurrezione sono vissute in uno stesso drammatico ed esaltante attimo: “CHINATO IL CAPO DIEDE LO SPIRITO”. Li’ vita e morte sono combinate in un escatologico intreccio d’amore e d’angoscia che solo un cuore amante può percepire. Come nel parto felicità e sofferenza sono intrinsecamente uniti in un istante di profondo dolore e di nuova vita, così sento che questa mia esistenza donata e’ avvolta da questo venerabile triduo pasquale dove decesso cruento e gioioso inizio si incontrano in un sublime abbraccio.
Osservando, infine, le sorelle e i fratelli che mi sono compagni in questo cammino, mi rendo conto che questa vita afferrata, spezzata, donata e ricolma di tante grazie appartiene ad ogni uomo e donna che ama. LA VITA DI OGNUNO DI NOI, SACERDOTE O LAICO CHE SIA, E’ UNA EUCARESTIA QUOTIDIANA: infatti chi ama è PRESO dall’Amore, si DONA all’amato, si SPEZZA per amore, è una persona che LODA E RINGRAZIA perche’ affascinato da questo enigmatico e imperscrutabile vivere. Così mi piace ricordare il mio e il vostro venticinquesimo di amore… sacerdotale.
Signore… solo ora, dopo un cosi’ lungo cammino durante il quale Tu sei stato sempre al mio fianco, sono consapevole…. Che non sono stato io ad offrirti generosamente la mia vita….ma che sei stato Tu ad offrirti a me….
Che non sono stato io ad amarti entusiasticamente…ma Tu mi hai avvolto del tuo incommensurabile amore…Tu non io…
Si’ mi rendo conto che continuo ad amarti…. perche’ da Te amato.
p.Vincenzo Bordo Omi
missionario in Corea del Sud
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