Fatima – Il primo rapporto dei tre pastorelli con il Soprannaturale
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Le apparizioni di Fatima sono note in tutto il mondo ma non tutti sanno che il rapporto con il soprannaturale dei tre pastorelli non è iniziato il 13 maggio del 1917 bensì un anno prima. E’ opportuno fare una premessa: come racconta Lucia Dos Santos, dopo la Prima Comunione lei rimaneva, a tratti, come assorta e le compagne vedendola così la prendono in giro.
Qualche tempo dopo, i cuginetti Francesco e Giacinta Marto ottengono dai genitori il permesso di portare a pascolare le loro greggi. Decidono allora di pascolare le greggi, insieme a quelle di Lucia, nei terreni della famiglia per evitare che potessero confondersi con quelle degli altri pastori.
Un bel giorno di primavera (siamo nell’anno 1916) scelgono di portare le pecore a pascolare nel terreno chiamato Chousa Vela. Verso la metà del mattino comincia a scendere dal cielo una pioggerellina così i pastorelli decidono di risalire il pendio del monte alla ricerca di un rifugio. Mentre salgono la china vedono la grotta del Chibeco e vi entrano per ripararsi dalla pioggia. Dopo un po’ cessa di piovere ed appare un bel sole ma i bambini preferiscono restare nella grotta dove recitano il Rosaio, fanno uno spuntino e poi si mettono a giocare.
Improvvisamente si alza un forte vento che fa scuotere gli alberi. I tre fanciulli guardano fuori per capire come si spiega quel fenomeno dal momento che il cielo è sereno. A questo punto seguiamo il racconto di Lucia:
“Vedemmo allora… a qualche distanza, sopra gli alberi, che si estendevano dalla parte ove nasce il sole, una luce più bianca della neve, dalla forma di un giovane trasparente… di 14/15 anni… Il sole lo rendeva come se fosse stato di cristallo e di una grande bellezza.
Eravamo sorpresi, mezzi assorti. Non dicevamo parola. Arrivato vicino o noi disse: « Non temete. Sono l’angelo della pace. Pregate con me». E inginocchiatosi a terra curvò la fronte fino al suolo.
Portati da una spinta soprannaturale lo imitammo e ripetemmo le parole che gli sentimmo pronunciare: « Mio Dio, credo, adoro, spero, vi amo. Vi domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano, non vi amano ».
Dopo avere ripetuto tre volte tutto ciò, si alzò e disse: « Pregate così. I cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche». E scomparve.
L’atmosfera del soprannaturale, che ci avvolse, era così intensa che quasi non ci rendevamo conto della nostra esistenza. Per un bel po’ di tempo restammo in quella posizione in cui ci aveva lasciato, a ripetere sempre la stessa orazione. La presenza di Dio era così intensa ed intima che nemmeno tra noi avevamo il coraggio di parlare. Il giorno dopo sentivamo ancora lo spirito avvolto da quella stessa atmosfera, che solo molto lentamente andò scomparendo.
Da allora noi trascorrevamo lunghi periodi di tempo così prosternati, ripetendo la preghiera, a volte, fino a cadere dalla stanchezza”.
Dopo questo primo incontro con l’Angelo ce ne saranno altri due che serviranno a preparare i tre pastorelli al “grande incontro” quello con Nostra Signora.
Il Redattore
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