Essere missionario è un farsi migranti.
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Ottobre missionario 2011
Essere missionario è varcare una frontiera. Anzi, spesso, sono molteplici le frontiere da passare, visibili e invisibili. A cominciare di quella di sé stessi, delle proprie convinzioni e della propria identità.
Essere missionario è seguire lo spirito di Dio nell’incontro con l’altro per varcare frontiere di lingua, di cultura, di sensibilità diversa e incontrare altri popoli. Spesso è riconoscere che lo Spirito di Dio ci ha già preceduti. Riconoscere, così, il bene cresciuto nottetempo, come nella parabola, nello spirito dell’altro, nel cuore degli uomini.
Essere missionario è sempre un farsi migranti.
Questo è anche il cuore del messaggio dei due libri di Renato Zilio, missionario scalabriniano che vive e opera a Londra: Dio attende alla frontiera e Vangelo dei migranti, usciti a distanza di un anno l’uno dall’altro, che raccontano la fede degli immigrati in terra straniera, immigrati italiani e di altre culture. Una fede viva e solida, che si apre alla cultura e alla religiosità degli altri, in un lungo cammino di attraversamento di frontiere, fatto di coraggio, di resistenza, di fiducia ritrovata e di apertura.
Ricordiamo anche Come buoni vicini, verso una nuova società il libro di Alessandro Vavassori che racconta in prima persona l’esperienza vissuta di un prete che incontra da vicino, le vicende concrete dei migranti, le loro fatiche, la loro ricerca religiosa. Un prete che ci riporta storie di giovani, di famiglie separate dalle migrazioni, di parrocchie multietniche.
La testimonianza di vita missionaria che vi si incontra insegna a osservare, a riflettere, a scoprire, a incantarsi e a pregare. Ed è, come sempre, il passaggio delle nostre frontiere. Incontrare l’altro rimane una lezione drammaticamente attuale e, senz’altro, missionaria.
Dio attende alla frontiera di Renato Zilio – Vangelo dei migranti di Renato Zilio – Come buoni vicini – di Alessandro Vavassori
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