Esperienze di un missionario – Una piccola esperienza… II
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Quella momtagna d’acciao e’ un perfetto robot che sa come muoversi nell’immenso oceano. Dopo questo breve brifieng il primo ufficiale annuncia a tutti gli ospiti che ora e’ arrivato il momento nel quale il sacerdote benedira’ la sala comando. Non mi pare vero. E’ arrivato il mio turno.
Sono orgoglioso di cio’ che mi accingo a fare: io, p. Vincenzo, benediro’ nel nome del Signore questo fantastica ammiraglia del mare. Indosso i miei paramenti e dopo aver pronunciato le dovute preghiere aspergo il ponte di comando con tanto entusiasmo, vigore, forza e fede che verso fiumi d’acqua santa su quelle persone e sulla nave. Mi sento un gigante, un potente della terra, un semi-dio: uno che ha dato un’anima a quel freddo colosso. Sono felice e soddisfatto di me stesso.
Finita la cerimonia il capitano, con una faccia scura mi si avvicina e mi dice cortesemente:” Padre, tutto quello che vede qui e’ il massimo dell’arte elettronica e costa milioni di euro, con tutto il rispetto per la ‘sua acqua santa’ se qualche goccia e’ caduta su queste apparecchiature lei puo’ aver fatto milioni di danni. Per carita’ l’acqua santa e’ l’acqua santa…ma io personalmete mi fido piu’ di questi computer, radar ed apparecchiature elettroniche che della sua pomposa benedizione. Se ci sara’ una prossima volta cerchi di essere piu’ parsiminioso nell’aspergere il posto di comando di una nave”.
A quelle parole mi sono sentito sprofondare. Uno tsunami di devastante forza sembrava avermi travolto, distrutto, capovolto, ribaltato, annientato. Per me in quel gesto c’era tutta la potenza di Dio che si riversava su quel vascello mentre per il comandante era stato solo un rito fonte di grande preoccupazione. Poi riflettendo bene su questa esperienza mi sono reso conto che l’acqua santa e’ un SEGNO.
Questo e’ importante solo se introduce a quello che PRETENDE DI SIGNIFICARE, RAPPRESENTARE… oppure puo’ essere una traccia contradditoria se non comunica, se non conduce alla sorgente del suo nascere. Nel caso della benedizione della petroliera per il capitano quell’acqua santa non e’ stata un segno legibile della protezione di Dio ma al contrario simbolo di una grande angoscia.
Mi sembra che noi cattolici stiamo ancora troppe volte rincorrendo segni muti e vecchi di secoli che sono insignificanti per tanti uomini e donne dei nostri giorni, per la società moderna in cui viviamo. Mentre non scorgiamo i segni che il Padre ci dona e che sono importanti per I nostri contemporanei. Ci impegniamo giorni e giorni per preparare una bella processione di Gesu´ che passi trionfante e sontuosa per le strade delle nostre citta’. Mentre pretendiamo di non vedere le processioni dei poveri cristi che quotidianamente sfilano nei nostri quartieri…
Facciamo dispute teologiche e studi approfonditi per difendere abiti liturgici che affondano le loro radici nell’antico impero romano; mentre non ci rendiamo conto delle migliaia di persone che ogni giorno sono spogliate della loro dignita’ umana e divina. Ci impegniamo in sante crociate per difendere simboli religiosi appesi qua e là; mentre dimentichiamo che il segno religioso più importante che Dio ci ha donato e’ la persona umana fatta a Sua imagine e somiglianza.(Gn 1,26).
Si’, forse dovremmo spendere piu’ denaro, fare piu’ studi, impegnarci in sante crociate per difendere l’unico vero segno di Dio sulla terra: l’uomo vivente (Salmo 8). Questi e’ l’immagine piu’ autentica di Dio in mezzo a noi. Questi e’ il segno significante che accompagna ogni persona sensibile, al di la’ del proprio credo o professione religiosa, a Dio. Nella mia povera vita missionaria ogni volta che ho incontato una persona nel suo intimo ho incontrato l’Uomo-Dio: Gesu’. Ed ogni volta che ho incontrato Dio in una esperienza mistica di profonda preghiera ho incontrato il Dio-Uomo: Gesu’.
Un missionario oblato, p. Charlie, in Indonesia , terra insaguinata da conflitti di natura religiosa- ha avuto il coraggio di lanciare un grande progetto di rinforestazione che da una parte da lavoro ai poveri dell’isola e dall’altra contribuisce a proteggere le popolazioni dai terribili tsunami che devastano quella regione. Uno potrebbe obbiettare ma che c’entra questo con il compito di evangelizzazione di un missionario.
Ebbene a questa idea, poco alla volta, hanno preso parte: islamici, induisti, confuciani, buddisti e protestanti piu’ sei ministeri governativi. Si e’ rivelata una formidabile iniziativa di unita’, pace e armonia tra culture e fedi diverse la’ dove fino a ieri si odiavano fino allo spargimento del sangue. In altre parole questo progetto e´ diventato un segno-efficace, che parla agli uomini d’oggi, dell’ amore di Dio per i poveri, suoi prediletti, e della difesa della natura, creatura benevolmente amata dal Signore.
Ogni volta che ci pieghiamo a curare le ferite aperte di una persona sofferente diventiamo segno dell’amore sanante di Dio per ciascuno di noi. Ogni volta che lottiamo per difendere una persona abusata nella sua dignita’ diventiamo segno vivo della forza salvifica di Gesu’. Ogni volta che doniamo la vita agli inocenti sfruttati e maltrattati nella loro dignita’ diventiamo segno comunicante della forza vitale dello Spirito Santo presente in mezzo a noi.
Questa lettera desidera essere solo la condivisione della piccola esperienza di un missionario che da 20 anni vive al fianco dei poveri. Grazie delle vostre preghiere e del vostro aiuto economico. Buon Tempo Pasquale a tutti.
P. Vincenzo Bordo omi
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