Donne per portare la gioia
Questo articolo è stato già letto1267 volte!
Dobbiamo far festa al nostro cuore, alla nostra anima. Non ho mai pensato e voluto essere una donna astratta, non vorrei che qualcuno quando diciamo “anima” pensi a una realtà invisibile, inesistente, impalpabile, sarebbe una grossa falsità. L’anima siamo noi nel dolore, nella gioia, nel peccato, siamo noi di dentro quando viviamo il mistero della sofferenza, della solitudine, dell’incomprensione, della gioia, dell’esultanza, della liberazione.
Ciascuno di noi nel segreto del cuore è la sua anima. Quando Gesù nel Getsemani ha esclamato: “La mia anima è triste fino alla morte”, era Lui che soffriva e sudava sangue e così è per noi. Credo che oggi soprattutto noi donne dobbiamo riscoprirci nell’anima. La gioia della donna non si ferma e non si fonda nelle cose. Il giorno che questo avverrà la donna rimane una povera donna tradita, sola, abbandonata, triste: una donna brutta. Non si può dire che le donne sono brutte, sono tutte belle, ma non davanti allo specchio ma nell’anima.
Dobbiamo accogliere questa verità proprio per trovare la nostra dimensione, la nostra autenticità, la nostra verità di donne: neppure nostro marito ci può riempire di gioia, e chi dice il contrario è bugiarda, fosse anche se lui un giorno ritornasse a casa con le ali come un angelo. Non potrà mai riempire il cuore della donna, e se lo riempie è perché quella donna ha “abbassato i prezzi”, quella donna si sta accontentando ed è una povera illusa.
Il Signore ci ha volute donne per portare la gioia. La nostra realtà di donne è ricca di vita da distribuire a tutti, la donna è una sorgente inesauribile di tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno. Quando quest’uomo non ci da quello che noi ci aspettiamo spesso è solo perché noi donne non siamo state capaci di farlo emergere, di educarlo, di far nascere in lui la tenerezza, la bontà, la pazienza, l’onestà, la verità, la rettitudine, la religiosità. L’uomo da chi è nato: dalla donna!
È una donna che l’ha allattato, l’ha educato, gli ha insegnato a camminare, a sorridere, a dire grazie, ad avere pazienza, ad essere generoso, ad essere altruista. Tante volte vi ho detto che il primo bambino che il Signore vi mette nelle mani come dono è vostro marito, il primo bambino da educare, da nutrire, da indirizzare, da consigliare, da aspettare, da amare è vostro marito, perché è un bambino. E inutile prendersela con la suocera.
È come prendersela con noi stesse, perché anche lei è una donna, e quindi dobbiamo avere il coraggio di non puntare più il dito contro nessuno ed assumerci le nostre responsabilità. Dobbiamo vivere la pienezza della vita e ricostruire questa grandiosa e maestosa cattedrale che è la nostra anima, il nostro cuore. Nelle grandi cattedrali i dipinti preziosi e tutti i gioielli sono nell’interno, fuori la pioggia, il vento, il tempo corrodono tutto.
Non perdiamoci allora solo in queste cose esterne, nel restauro della nostra facciata, ma andiamo subito al cuore, all’anima. Invochiamo lo Spirito Santo perché ci indichi la strada più veloce per arrivarci, senza girare troppo intorno, perché dobbiamo riscoprire più che mai chi è la donna nel cuore, nell’anima, nello spirito. La donna è lì che si rivela, si manifesta, che diventa dono prezioso che sa dare la vita a tutti.
Madre Elvira Petrozzi
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.