Don Giò – Due occhi e un sorriso
Questo articolo è stato già letto1117 volte!
Aveva un sorriso che contagiava, un sorriso da bambino felice, ma era tutt’altro che un bambino. Era un prete e un prete in gamba, sarebbe più corretto dire è un prete in gamba, visto che dal paradiso continua a fare un gran bene ai suoi giovani, che ha amato con autentico cuore sacerdotale e a quanti incontrano la sua figura attraverso la testimonianza dei genitori e delle persone che lo hanno conosciuto. don Giovanni Bertocchi ha concluso la sua breve, ma intensa esistenza terrena il 30 aprile 2004, a 28 anni cadendo nella palestra dell’oratorio di Verdello (BG) durante i festeggiamenti per la conclusione dell’esperienza di vita comunitaria oratoriana intitolata: “Fratello alla grande”.
Don Giò (così lo chiamavano tutti e lui ne era contento) conosceva e amava Don Bosco e voleva bene ai giovani con cuore ‘salesiano’. La sua prima festa che organizzò e animo in onore del patrono del suo oratorio, la impostò tutta sul tema della corda, in ricordo di quella memorabile corda che il piccolo Giovannino Bosco tirava tra due piante sui prati dei Becchi e se ne serviva per fare il saltimbanco: ”La corda non ci ha abbandonato neanche per un momento – scriveva sul notiziario parrocchiale – l’abbiamo ricevuta, tagliata e riannodata durante le confessioni, per dire che il peccatoci fa perdere il legame con Gesù, ma il perdonalo riallaccia (…) Ci abbiamo fatto sopra altri nodi, trovandoci a pregare insieme prima di andare a scuola. Per ogni nodo un episodio della vita di Don Bosco ci suggeriva qualcosa che ci avvicina a Gesù: la famiglia, gli amici, lo studio, la preghiera, l’oratorio, la speranza, la nostra vocazione.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.