Dignità e missione della donna cristiana
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Vogliamo considerare più specialmente il ruolo della donna cristiana, sia per l’importanza che, da sempre, le donne hanno avuto nella Chiesa, sia per le speranze che in esse si possono e si devono riporre per il presente e per l’avvenire.
La Chiesa considera il movimento di promozione della donna alla luce della dottrina rivelata sulla dignità della persona umana, davanti al Creatore e sul ruolo attribuito alla donna nell’opera della salvezza. Si ritiene pertanto che il riconoscimento del valore della donna abbia come fonte ultima la coscienza cristiana del valore di ogni persona. Tale coscienza, stimolata dallo sviluppo delle condizioni socioculturali ed illuminata dallo Spirito Santo, giunge a meglio capire le intenzioni del disegno divino contenuto nella rivelazione.
Nella prospettiva dell’antropologia cristiana, ogni persona umana ha la sua dignità : e come persona la donna non ha minor dignità dell’uomo. Troppo spesso la donna viene, invece, considerata come oggetto a motivo dell’egoismo maschile, che si è manifestato in tante sedi nel passato e si manifesta ancora oggi. Nella situazione odierna intervengono ragioni molteplici di ordine culturale e sociale, che vanno considerate con serena obiettività ; non è difficile scoprirvi anche l’influsso di una tendenza al predominio e alla prepotenza, che ha trovato e trova le sue vittime specialmente nelle donne e nei fanciulli.
Del resto, il fenomeno è stato ed è anche più generale: ha origine, come ho scritto nella «Christifideles laici», in «quella ingiusta e deleteria mentalità che considera l’essere umano come una cosa, come un oggetto di compravendita, come uno strumento dell’interesse egoistico o del solo piacere» (n. 49).
La dottrina della Chiesa insegna poi che il principio dell’uguaglianza della donna con l’uomo, nella dignità personale e nei diritti umani fondamentali, deve essere coerentemente portato a tutte le sue conseguenze. E’ la Bibbia stessa a lasciar trasparire questa uguaglianza. A tale proposito può essere interessante notare che, se nella redazione più antica della creazione di Adamo ed Eva (cf. Gen 2,4b-25) la donna viene creata da Dio «dalla costola» dell’uomo, essa è posta accanto all’uomo come un altro «io» con cui egli, diversamente che con ogni altra realtà creata, possa dialogare alla pari.
In questa prospettiva si pone l’altro racconto della creazione (cf. Gen 1,26-28), in cui viene immediatamente affermato che l’uomo creato a immagine di Dio «maschio e femmina». «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27; cf. «Mulieris dignitatem», 6). Cosa viene espressa la differenza dei sessi, ma soprattutto la loro necessaria complementarità .
Si direbbe che all’autore sacro prema asserire, in definitiva, che la donna porta in sè la somiglianza con Dio non meno dell’uomo, e che è stata creata a immagine di Dio in ciò che è specifico per la sua persona di donna e non soltanto in ciò che ha di comune con l’uomo. Si tratta di una uguaglianza nella diversità . Quindi, la perfezione per la donna non è essere come l’uomo, di mascolinizzarsi fino a perdere le sue specifiche qualità di donna: la sua perfezione – che è anche un segreto di affermazione e di relativa autonomia – di essere donna, uguale all’uomo ma diversa. Nella società civile e anche nella Chiesa, l’uguaglianza e la diversità delle donne devono essere riconosciute. (continua)
Giovanni Paolo II
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