Diffusori di Benedizioni – 3°
Il segno di croce significa ritornare a Cristo
Con la sua morte in croce per amore dei peccatori Cristo ha levato dal mondo la maledizione del peccatore. L’uomo però continua sempre a peccare e la Chiesa deve sempre aiutare ad effettuare la Redenzione in nome del Signore. E ciò avviene in modo particolare per mezzo della S. Messa e dei Sacramenti, ma anche per mezzo dei Sacramentali: benedizioni dei Sacerdoti, acqua santa, ceri benedetti, olio benedetto, ecc.
Ogni segno di croce fatto con fede è già un segno di benedizione. La croce irradia una corrente di benedizione per tutto il mondo, per ogni anima che crede in Dio e nella forza della croce. Ogni uomo unito a Dio può compiere la Redenzione ogni volta che fa un segno di croce.
Il segno di croce è il segno del Sangue di Cristo. La croce è il segno che irradia sempre amore, riporta Cristo: si, il segno di croce significa andare a Cristo, e per mezzo suo al Padre. Chi ha la fede di un bambino, lo potrà capire.
Già dall’inizio i cristiani benedicevano se stessi e gli altri con il segno della croce. Anche Tertulliano ne parla. Così pure noi dovremmo fare il segno di croce molto più spesso su di noi e sugli altri, e con molto rispetto, con fede profonda. Esso è il segno dell’amore più sublime, è il segno della vittoria continua: “In questo segno vincerai”.
La benedizione appartiene assolutamente ai cristiani. Il Signore ha detto: “In verità, in verità vi dico: Qualunque cosa domandiate al Padre nel nome mio, ve la concederà” (Giov. 16,23). Dunque: là dove c’è il nome del Signore c’è la benedizione; là dove c’è il segno della sua S. Croce, là si trova aiuto.
“Tu ti lamenti della cattiveria del mondo, o della mancanza di riguardo e dell’incomprensione della gente che ti circonda. La tua pazienza ed i tuoi nervi vengono messi a dura prova e spesso ti scappano, malgrado le migliori intenzioni. Trova una buona volta il mezzo e la ricetta della benedizione giornaliera (Padre Kieffer O. Cap.)
Prendi ogni mattino un po’ d’acqua santa, fà un segno di croce e dì: “In nome di Gesù benedico tutta la mia famiglia, benedico tutti coloro che incontrerò. Benedico tutti coloro che si raccomandano alle mie preghiere, benedico la nostra casa e tutti coloro che vi entrano ed escono.
Ci sono moltissime persone, uomini e donne che lo fanno ogni giorno. Anche se questo atto non si sente sempre, esso ha sempre un effetto positivo. La cosa principale è questa: fare il segno di croce adagio e dire la formula di benedizione con il cuore! Oh, quante, quante persone ho benedetto!”. “Così disse la moglie di un tenente colonello, Maria Teresa MeyerBernhold: “Io ero la prima che si alzava in casa mia: benedicevo con l’acqua santa mio marito, che stava ancora dormendo, pregavo spesso china su di lui. Poi entravo nella camera dei bambini, svegliavo i piccoli, ed essi recitavano le preghiere del mattino a mani giunte e ad alta voce. Poi facevo loro un segno di croce sulla fronte, li benedivo e dicevo qualcosa sugli Angeli Custodi.
Quando tutti erano usciti di casa, padre e figli, allora ricominciavo a benedire. Andavo per lo più in ogni camera, implorando protezione e benedizioni. Dicevo anche: “Mio Dio, proteggi tutti coloro che mi hai affidato: tienili sotto la tua protezione paterna, con tutto ciò che posseggo e che devo amministrare, poichè tutto appartiene a Te. Tu ci hai dato tante cose: conservale, e fà che esse ci servano, ma che non siano mai occasione di peccato”.
“Quando in casa mia ci sono ospiti, io prego parecchie volte per loro, prima che entrino in casa mia e mando loro la benedizione. Spesso mi fu detto che da me c’era un qualcosa di speciale, si sentiva una gran pace. Spesso succedeva che delle signore dicevano: “Maria, ho potuto rimettermi spiritualmente in casa sua, la ringrazio di cuore. Com’è bello poter credere come lei. Noi non ci la facciamo, siamo poveri. Lei è più felice di noi; noi lo sentiamo quando siamo da Lei. Preghi per noi! Ci benedica!
Queste parole le sentii dire da credenti e da non credenti. Tutti lo sentivano e l’esprimevano. Benedizione e preghiera: questo è il grande oceano con l’acqua salutare, per cui le anime trovano la pace. Che impressione faceva alla mia anima vedere queste povere persone davanti a me, che dimenticavano per un istante chi erano, capivano che la ricchezza non diceva loro «più nulla. E mi guardavano con un’espressione implorante aiuto.
Quanto amavo queste anime che sapevano poco o nulla della vicinanza di Dio! lo avrei voluto abbracciarle nel mio cuore, e promisi di pregare per loro. Ma feci di più: feci dei sacrifici per loro, le benedissi con il cuore che apparteneva tutto a Dio.
Sulla strada, quando uscivo per fare degli acquisti o altro, io benedicevo molte persone che passavano vicino a me. Benedicevo specialmente le donne e gli operai” “Se ero fuori città, allora il mio amore andava alla natura, a tutto ciò che stava per maturare, ai fiori. Oh, quanto ne ho benedetto! – Anche le Chiese benedicevo volentieri. Quante volte dissi: “Padre, benedici la Tua Casa! Proteggila! Fa’ che i cuori raffreddati delle anime che abitano le metropoli siano irradiati dalla Tua Luce! Chiama gli uomini a Te!
Di notte mi alzo volentieri e benedico dalla finestra. Benedico le preoccupazioni degli uomini, i loro dolori. Benedico verso Roma, da cui viene tanta benedizione. Io benedico Lei, con i suoi parrocchiani, i seminari. Benedico le anime che mi sono state raccomandate, le carceri, i morenti, tutti coloro che sono in pericolo. Guardo il firmamento e benedico le stelle della volta celeste. Così, nel silenzio della notte, io benedico spesso e a lungo. Non è molto quello che le ho detto, ma io ho sentito in me e negli altri che le benedizioni hanno una gran forza viva e, che è sempre valido un detto: ” Tutto dipende dalla benedizione… “. Voglia Dio che la mano di un Sacerdote mi benedica nell’ora della mia morte, poichè io ho amato tanto le benedizioni e nella mia vita ho continuato a benedire”.
Il Signore ha esaudito questo suo desiderio: il 25 marzo 1952 lo stesso S. Padre le mandò una benedizione personale. Lo stesso giorno ricevette la visita del Vescovo ausiliare di R.; due Sacerdoti novelli le diedero varie volte la benedizione, e anche il 29 marzo, giorno della sua morte, un Sacerdote era al suo capezzale.
La forza della sua benedizione era tangibile la baronessa Ancilla von Gebsattel, anima eletta, che morì in Germania, ad Altótting, in odore di santità il 3 novembre 1958, entrò all’età di 60 anni come Suora nella Congregazione di S. Ludovico Maria Grignion. Essa guidò le Suore del suo convento durante gli ultimi cinque anni della sua vita. Una sua consorella scrisse commossa: “È ancora come ce fosse oggi, e non lo dimenticherò mai, quando fui benedetta per la prima volta da Madre Ancilla. Questa benedizione penetrò a poco a poco in me. Le poche parole sull’abbandono e l’accettazione della volontà di Dio, che essa mi rivolse, mi diedero molto coraggio e forza, e mi accompagnarono durante la mia malattia. Fu all’inizio della malattia, ed io non pensavo di dover trascorrere due anni in un sanatorio”.
Un’altra Suora scrive: “La sua mano benedicente fu una caratteristica della sua vita. Benediva con rispetto, come sanno fare solo le anime sante. Quando non poteva più parlare e non aveva quasi la forza di ricevere visite, noi potevamo sempre andare giornalmente da lei per ricevere la sua benedizione”.
Quando io le parlai dell’efficacia della sua benedizione, cercò di diminuirne l’importanza, dicendo: “Non ero io: era la Madonna”.
Don Alfonso Maria Weigl
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