DIFENDIAMO, EDUCHIAMO E AMIAMO I BAMBINI
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La croce è una realtà che appartiene alla vita di qualunque persona. Noi cristiani però, abbiamo la Speranza, quella che non delude: Gesù Cristo! In Lui la croce non è più l’ultima parola, perché la Risurrezione dice che la vita è più forte della morte! Per questo siamo chiamati a portare con dignità la croce, a non divincolarci, a viverla bene. Solo se la si accoglie saremo persone sagge nella vita e per vita intendo i nostri bambini, futuro dell’umanità, che nascono, cre¬scono, ed è una storia che continua.
Il nostro dovere è difendere, proteggere il bambino, aiutarlo a svilupparsi, e siamo chiamati a farlo nella concretezza della nostra giornata, con gesti di fiducia, di interesse sincero, di ascolto profondo, di silenzio nella provo¬cazione, di coerenza nell’educazione, di gioia, di libertà inferiore. Non siamo i padroni dei nostri figli perché prima di tutto sono figli di Dio.
Loro hanno il diritto di ricevere da noi l’annuncio della Speranza: questa è la Verità. E allora, quando abbiamo una croce visibile: un malumore, un contrattempo, un litigio, un fallimento, una delusione, un tradimento, non facciamone un caso assoluto, come se fosse l’altro ad essere il vero problema, perché in realtà la vera croce che dobbiamo indossare e portare con dignità ogni giorno siamo noi stessi.
Abbiamo sempre due possibilità: offenderci oppure accogliere, odiare o perdonare, fuggire oppure rimanere con Gesù. Se ci pensiamo bene, anche il Signore avrebbe voluto che il Padre allontanasse da Lui il calice della sofferenza, ma poi come ha sa-puto portare la croce per amore nostro! Anche noi abbiamo l’alternativa: siamo liberi. Perché dobbiamo pensare alle cose negative? A ciò che ci toglie la gioia?
Impariamo a testimoniare ai bambini la vera libertà, quella di saper dire grazie, di chiedersi scusa; la libertà di essere buono, di giocare con gioia, di avere tanti amici a cui voler bene, anche quando si litiga, di avere la fortezza di non reagire alla violenza con la violenza.
Non dimentichiamoci che il bambino cresce e diventa uomo e il male che ha ricevuto lo riverserà su se stesso e su quanti gli staranno attorno. Noi dobbiamo educare i bambini da subito alla pace, allora sapranno vivere bene e difendersi dal male del mondo.
E ricordiamoci che il bambino ascolta più… con gli occhi che con le orecchie: egli crederà solo a ciò che ci vedrà fare concretamente. Impegniamoci allora sulla via delle carità quotidiane, attraverso le quali si può parlare stando in silenzio, come fa l’amore che Gesù ci insegna da duemila anni, cioè la capacità di tacere, ingoiare, soffrire e sorridere!
Chiediamo a Gesù di trasformare il nostro male in luce, perché esso non ricada
sui bambini, che non ne hanno colpa e perché il Signore faccia di noi veri
testimoni di Speranza e di Risurrezione.
Madre Elvira Petrozzi
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