Dialoghi sulla fede
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Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo interessante lavoro di Antonio di Lieto – Insegnante di Religione – che, per la sua fluidità, può essere letto con piacere da chiunque lo voglia.
INTRODUZIONE
“Lettera di Gesù ai comunisti”
+ Cari amici, sono Antonio Di Lieto, ricordate? L’insegnante di religione cattolica di Catanzaro che ha scritto sul vostro sito l’articolo sul Codice da Vinci. Innanzitutto vorrei ringraziare il moderatore del sito e tutti voi per il vostro interesse. E poi vorrei proporre alla vostra discussione una mia idea sull’attualità del messaggio cristiano, soprattutto in relazione al comunismo. Spero sia di vostro interesse.
La situazione sociale ai tempi di Gesù era molto simile a quella di oggi. I “romani” erano i capitalisti, gli imperialisti del tempo. Poi c’era “il tempio” con i suoi sommi sacerdoti, la religione dell’epoca. E poi c’erano i cosiddetti “zeloti”, che erano un po’ come “i comunisti” di oggi: manifestavano un profondo disprezzo sia verso l’imperialismo romano (alcuni zeloti avevano abbracciato la lotta armata contro Roma), ma erano insofferenti anche contro la “chiesa” del tempio ebraico (considerata connivente con i romani).
In questo contesto storico, che mi sembra identico a quello attuale, arriva Gesù: e cosa fa? Dà un’unica risposta a tutte tre le correnti (romani, sacerdoti, comunisti-zeloti), fino a quel momento in lotta tra loro. Ai romani dice: “Voi cercate la felicità nel denaro e nel potere, ma non la troverete mai in queste cose (che pure sono necessarie): se hai il portafoglio pieno ed il cuore vuoto, sei veramente felice?”. Gesù si schiera apertamente contro il dio-denaro venerato dai capitalisti romani, ma nello stesso tempo invita a rispettare la loro autorità (pagare le tasse a Cesare) ed a combatterli con l’amore (senza disprezzarli come facevano i comunisti-zeloti). I romani stessi – che pure avevano causato la Sua morte – rimangono conquistati dal Suo messaggio fondato sul rispetto, tant’è che in pochi secoli tutto l’Impero romano diventa cristiano. Lui li conquista rispettandoli: con l’amore.
Cosa dice invece Gesù alla chiesa del tempo, con i suoi sommi sacerdoti e i suoi devoti (scribi, farisei, ecc.)? Dice loro: “Voi cercate la felicità in Dio e nella religione: e fate bene. Ma ricordatevi che la religione è solo un mezzo: non il fine. Voi avete smesso di venerare Dio, ed avete cominciato a venerare la vostra chiesa, le vostre leggi religiose, i vostri sabati!”. Gesù si schiera apertamente contro il Dio-chiesa venerato dai preti del tempo, ma nello stesso tempo invita a rispettare la loro autorità (continua a frequentare il tempio), ad amarli senza venerarli (non imitateli ma credete a quello che dicono). Gesù insomma non sempre rispetta i sabati ma non si allontana mai dalla religione ebraica: non venera il tempio ma continua ad amarlo. Ci sta dentro da uomo libero, ma ci sta dentro con grande rispetto: perché sa bene che senza un tempio, senza una religione, inevitabilmente ci si dimentica di Dio.
Cosa dice infine Gesù agli zeloti, comunisti anti-imperialisti ed anti-clericali del suo tempo? Dice loro: “Voi fate bene a combattere l’imperialismo romano: ma sbagliate a disprezzare i romani e l’autorità civile. Solo amando i vostri nemici (senza venerarli), potrete veramente sconfiggerli! Certo fate bene a combattere il clericalismo: ma sbagliate a disprezzare i preti e la religione. Infatti solo amando e frequentando la chiesa (senza venerarla), si può percepire l’amore di Dio!”.
In pratica cosa dice Gesù Cristo ai comunisti di oggi? Dice questo: “Vuoi davvero
combattere l’imperialismo “romano” di Bush? Comincia a rispettare i capitalisti: ad amarli! Disprezzarli non serve a niente, se non a rafforzarli. Gli zeloti forse sono riusciti a distruggere l’impero romano? O c’è riuscito Gesù Cristo, amando tutti gli uomini, compresi i romani?”
Senti che c’è troppo clericalismo nella Chiesa? Questo non è un buon motivo per disprezzarla ed allontanarti da essa. Fai come ha fatto Gesù col tempio: senza venerarlo continua ad amarlo e frequentarlo! Gesù era il Figlio di Dio, non approvava il legalismo dei sommi sacerdoti, eppure non ha mai smesso di frequentare il loro tempio. Perché? Perchè sapeva bene che “allontanarsi” dalla religione porta ad un’unica inevitabile conseguenza: “dimenticarsi” di Dio.
Ecco perché credo che Gesù era davvero il Figlio di Dio: perché il suo messaggio getta una luce illuminante sulla vita di tutti, anche su quella di voi comunisti (zeloti di oggi). Lui dice la verità sui nostri cuori: e li smaschera. Li ripulisce dall’odio, li spinge ad amare, li riempie di gioia. Ci insegna a superare il disprezzo e vincere i nostri nemici amandoli, a non farsi ingabbiare dalla chiesa, ma nello stesso tempo a restare fermamente uniti ad essa. Dio non ci telefona, quindi solo andando in Chiesa (senza venerarla) possiamo tornare a “sentire” il Suo amore.
+ Caro Bravo, innanzitutto ti ringrazio per aver risposto al mio messaggio. Ho trovato la tua risposta abbastanza equilibrata, e di questo mi complimento. Sai, leggendoti mi è venuta in mente la storia di Giuda Iscariota e Simone lo Zelota. Erano entrambi due “zelati” convinti, comunisti incalliti, acerrimi nemici dei romani invasori. Un giorno incontrarono Gesù e sentendolo parlare contro il Dio-danaro venerato dai romani, dissero più o meno la stessa cosa che hai detto tu: “Se quest’uomo ci può aiutare a combattere l’imperialismo romano, cerchiamo il dialogo con lui”. E lo seguirono.
Ma poi piano piano si resero conto che Gesù certo, non approvava l’imperialismo dei romani, però non condivideva nemmeno il “disprezzo” con cui gli zeloti volevano combatterlo. Poi quando Gesù addirittura disse che era giusto pagare il tributo a Cesare invasore, quel giorno capirono che quell’uomo non sarebbe mai stato un comunista “zelota” come loro. Non li avrebbe mai liberati dal giogo romano politicamente (Lui voleva liberarli dentro).
Giuda Iscariota allora, non resse alla delusione: e decise che quell’uomo, non servendo più all’ideologia comunista-zelota, poteva essere venduto (ed invece fu lui a vendere se stesso suicidandosi). Simone “lo Zelota” invece, comunista come Giuda, decise di abbandonare gli strumenti della lotta armata e del disprezzo, e seguire la strada di Gesù: vincere il capitalismo romano con l’amore. E divenne uno dei dodici apostoli (vedi Atti 1,13).
Vedi, noi uomini (a volte anche uomini di fede come me), siamo bravissimi a prendere solo “una parte” del messaggio di Cristo, quella che ci fa più comodo. Tu ad esempio accetti il suo messaggio anti-capitalistico, ma rifiuti il suo messaggio “religioso” (Gesù invece dice sempre che Dio esiste, è nostro Papà e ci ama). Cristo invece va preso e rifiutato tutt’intero com’è: con la sua lotta al capitalismo romano, ma anche con il suo rispettare l’autorità civile; con il suo essere “libero” dalle regole dei sommi sacerdoti, ma anche con il suo frequentare ed amare il tempio; con il suo denunciare il peccato, ma anche con il suo amare i peccatori.
E proprio questa la più grande differenza tra Gesù e gli “zeloti-comunisti”: Lui non disprezza i peccatori ma li ama. Per lui i peccatori non vanno puniti, ma aiutati e compatiti (perché il male è punizione a sé stesso già in questa vita, figuriamoci nell’altra!).
Quanto all’integralismo religioso che tu dici di voler evitare allontanandoti dalla chiesa, questo non nasce dal frequentare la chiesa, ma dal modo di frequentarla. Gesù ed i farisei frequentavano lo stesso tempio, ma quelli erano integralisti: Lui no. I giudici dell’Inquisizione e san Francesco frequentavano la stessa Chiesa, ma quelli erano integralisti: San Francesco no. Ma san Francesco non sarebbe diventato grande se avesse fatto il tuo ragionamento: “andare in Chiesa è una perdita di tempo, serve solo ad alimentare l’integralismo …”. Dio non ti telefona, e se non vai in Chiesa smetti inevitabilmente di percepire il Suo amore (tuo dici di essere ateo: come puoi pensare che un mondo così altamente organizzato possa essere opera del caso? Un po’ troppo intelligente questo caso, non ti pare?).
Permettimi allora di concludere interpretando (e forse stravolgendo) la frase che tu hai citato di Rossana Rossanda: “il comunismo ha sbagliato, ma non è sbagliato”. Sono d’accordo: non è sbagliato perché denuncia le ingiustizie del capitalismo, ma HA sbagliato perché ci ha insegnato a combatterle con l’odio, l’indignazione, il disprezzo continuo. Non è sbagliato perché denuncia l’integralismo religioso, ma HA sbagliato perché convince gli uomini ad allontanarsi dalla religione: e quindi a non percepire più l’amore di Dio !
+ Io posso anche essere costretto a cacciare fuori una persona (da un’aula o da un dibattito), questo non significa che la disprezzo e non la amo. Comunque si può anche discutere sullo “spirito” con cui Gesù cacciò i mercanti dal tempio, ma una cosa è certissima: Gesù continuò a frequentare il tempio fino all’ultimo giorno. E la Bibbia dice che anche i suoi discepoli, anche dopo la Sua uccisione, “tutti insieme frequentavano il tempio” (Atti degli Apostoli 2,46). Vedi, Dio è venuto sulla terra non per fondare un’altra religione (Gesù è sempre rimasto di religione ebraica), ma per insegnare COME vivere la propria religione. Per insegnarci a rifiutare sia l’ateismo pagano che l’integralismo religioso: non ad odiare i romani e la religione.
+ Ma certo Gesù è stato il primo comunista della storia, perché anche Lui denunciava le ingiustizie sociali del capitalismo romano ed il legalismo religioso del tempio. Ma tra Gesù ed il comunismo ci sono due differenze abissali, e stanno nei “metodi” per combattere queste ingiustizie:
1) Gesù condannava il legalismo religioso, ma amava profondamente Dio: insegnava COME vivere la propria religione, non come allontanarsi da essa. Gesù parla sempre di Suo Padre: avrebbe mai condiviso il rifiuto comunista di ogni fede? Ai sommi sacerdoti che lo accusavano di essere contro la religione, Lui rispondeva: “io non sono venuto per abolire la legge (la vostra religione), ma per portarla a compimento (per dirvi come va vissuta)” (Mattèo 5,17). Il comunismo invece predica il rifiuto più totale di Dio. E’ come se un ragazzo per rigetto verso alcuni professori ingiusti, decidesse di non andare mai più a scuola, o per ripicca verso un dottore avido, decidesse di non andare più da un medico in vita sua: è una reazione esagerata, estremista, INTEGRALISTA. Pensateci, quel ragazzo ha fatto bene?
2) L’altra differenza con il comunismo è che Gesù condannava il capitalismo, e la sua idolatria del danaro, ma amava profondamente i capitalisti caduti in questo errore. Lui non li combatteva nè con la lotta armata né con il disprezzo continuo, che per Lui erano la stessa cosa (“Chiunque disprezza suo fratello, dovrà renderne conto a Dio!” – Mattèo 5,22). Io sono stato comunista per un periodo, e piano piano avevo cominciato a vedere tutto il mondo con il dito puntato, ero sempre incazzato, arrabbiato, indignato. Come puoi amare la vita se sei sempre così? Io ho un carattere mite (come te, se sei l’Alfredo che dico io). Noi siamo fatti per amare: non per sputare sugli altri !
+ Grazie per il benvenuto Nicò, e grazie a tutti voi che vi state interessando al mio discorso. Rispondo alle tue due obiezioni: 1. Si può discutere sulle cause della cadute dell’impero romano, ma una cosa è fuori di dubbio: Gesù pur condannando il capitalismo romano, condannava ogni forma di intolleranza, e quindi anche quella degli “zeloti-comunisti” contro i romani. … E poi io non ho detto “amate Bush e Berlusconi” e basta, ho solo detto che si può anche disapprovare le loro scelte senza per questo disprezzarli profondamente. Io conosco comunisti che Berlusconi se lo sognano la notte: una mia collega comunista – mentre facevamo un corso di psicologia – è stata invitata a chiudere gli occhi e pensare a qualcuno che gli ha fatto molto male, lei subito istintivamente ha detto di aver pensato a “Berlusconi”. Così non va, non va, non si può vivere solo con l’ossessione del nemico.
E’ come se voi – quasi inconsapevolmente – abbiate sempre bisogno di qualcuno a cui dare la colpa di tutto: se non ho lavoro la colpa è di Berlusconi, se piove la colpa è di Berlusconi, ecc.. In questo modo si acquista come una “forma mentis” (lo dico perché l’ho vissuto), che ti porta sempre a contestare tutto e tutti: ora c’è Prodi e si contesta Prodi, poi si contestano tutti i partiti (come fa Bravo), poi si contestano gli amici, la moglie, ecc. Insomma alla fine si finisce con il disprezzare il mondo intero: e senza quasi neanche accorgersene, si diventa incapaci di amare la vita !
Quanto all’obiezione che mi fai tu del tipo “i tuoi discorsi vanno bene solo per chi crede”, mi viene in mente la storiella del non credente che muore e va da Dio. Dio lo vede e gli dice: “Ogni giorno ti sono stato vicino, ti ho amato, ti ho protetto, ho fatto di tutto per farmi amare, ma tu niente: sei sempre stato sordo alla mia voce!”. Il non credente risponde più o meno come te: “i discorsi religiosi vanno bene per chi crede, non per me”. Allora Dio allarga le braccia, e quasi piangendo esclama: “Tu hai sempre rifiutato il mio amore: mi dispiace, ma non potrai mai goderne!”.
Non ho raccontato questa storiella per spaventarti. Ma per farti riflettere sul fatto che la questione religiosa non è una cosa così “relativa” come tu pensi: se ho ragione io, Dio esiste ed è Padre e Giudice non solo dei credenti, ma anche dei non credenti. E quando sarai da Lui tu non potrai dire: “Ma io sono non credente!”. … Non voglio dire che devi credere solo per paura, ma che devi essere consapevole che non stai scegliendo “la squadra di baseball” per cui fare il tifo: tu stai decidendo il tuo futuro (mentre io – nell’ipotesi assurda che Dio non dovesse esistere – non avrei nulla da perdere). Non dico che devi credere per forza, ma che prima di fare una scelta così radicale, devi discuterci davvero molto sopra, e senza preconcetti, e poi – se resterai della tua posizione – quanto meno potrai avere almeno la giustificazione di averci provato.
Insomma, proprio per essere più consapevoli della vostra scelta, siete disposti a metterla in discussione? Ad aprire con me un dibattito sull’esistenza di Dio? Io ho la presunzione di poter dimostrare l’illogicità dell’ateismo, purchè si discuta con grande rispetto e senza preconcetti (insomma disposti sia io che voi a cambiare idea). Fatemi sapere. Scusate la lunghezza. Antonio.
+ Ringrazio molto sia “Ruggine” che “Bravo” per gli ultimi due interventi, che mi pare confermino quello che finora ho sostenuto io: che il comunismo parte da delle premesse giuste (ecco perché don Luigi Ciotti frequenta la CGIL, come Cristo che frequentava gli “zeloti”), che anche nella religione ci sono cose cattive (vedi riferimento alle crociate nella canzone citata), che Dio esiste e ci giudicherà (vedi don Ciotti che dice “ci verrà chiesto conto”) ed infine che chi non crede lo fa solo per partito preso (come dice la canzone riportata: “io Dio non voglio conoscerlo: nun è amico mio”!).
+ Credo che sia importante non svicolare da quella che è la provocazione fondamentale che mi sono permesso di farvi: se il mondo non può essere opera del caso e quindi è opera di un Dio (se non ne siete convinti possiamo discuterne meglio), che cosa c’è di peggio che rifiutare il Suo amore? Allontanarsi dalla religione, che può darci la possibilità di percepirlo? La religione è come il danaro: può essere usata male, ma di per sè è utile ed indispensabile. Come diceva Bravo (a proposito del danaro): non è mica lo sterco del diavolo!
+ La teologia della liberazione era giusta perché – come dici tu – “si ribellava ad un sistema violento”, ma era sbagliata nella misura in cui istigava alla ribellione violenta, all’odio … Semplice, come vedi Cristo è semplice.
+ Mi dispiace Nicò ma il tuo discorso: “Tanto Dio mi ama lo stesso, se c’è tanto meglio: tanto mi salverà lo stesso” è una tua bella idea, buona per tranquillizare la tua coscienza, ma non coincide affatto con il pensiero di Cristo: che domenica prossima nel vangelo dice chiaro chiaro “chi mi crederà sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Marco 16,16) (ovviamente non si riferisce a chi crede
esteriormente, ma a chi crede veramente). Certo tu come al solito mi dirai: “ma quello che dice la Bibbia vale solo per i credenti”, ma io sto cercando di farti capire che se Cristo è veramente dio, il fatto di rifiutarlo purtroppo non ti farà fare una bella fine (bada bene, mi permetto di dirtelo proprio perchè non lo desidero)
Sulla questione del battesimo credo che tutto dipenda dalla vostra fede. Se credete in Dio, battezzare il vostro eventuale figlio non è assolutamente una violenza contro di lui: significa semplicemente iniziare ad educarlo secondo i vostri principi. Perché, forse prima di rivelargli le vostre idee politiche, aspetterete di fargli compiere i 18 anni ?
Io non cerco seguaci, ma solo provo ad esprimere la mia opinione. Secondo me anche se da noi non c’è la lotta armata, tutto questo disprezzo (verso gli avversari politici, verso la chiesa, ecc.) è ugualmente una forma di violenza: innanzitutto una violenza contro se stessi. Poi è ovvio che ognuno è libero di fare e di farsi violenza. Io mi permetto solo di dire che la via di Gesù Cristo risolverebbe tutte le vostre contraddizioni. Abbracciarla significa combattere i capitalisti (e sconfiggerli) senza disprezzarli, amare la religione senza rimanerne ingabbiati, e soprattutto poter percepire l’amore di Dio che è senza dubbio la cosa più bella del mondo. Poi ovviamente ognuno è libero di fare le scelte che vuole: ma poi non può prendersela con Dio. Mi dispiace, ma “Chi semina vento, raccoglie tempesta” (Qoelet).
+ Il tuo amico prete ti avrà detto che tu sarai davanti a Lui in Paradiso per farti sapere che Dio ti ama e ti vuole bene, non per autorizzarti a rifiutare il Suo amore. Intendiamoci, nessun uomo può sapere con certezza chi andrà in Paradiso e chi no. Io non ho detto che Nicola se continua ad ostinarsi andrà CERTAMENTE all’Inferno ed io CERTAMENTE in Paradiso. Per fortuna la scelta – persona per persona – non spetta a noi (che potremmo sbagliare), ma ad un Essere perfetto, che conosce perfettamente il cuore di tutti: e quindi non sbaglia mai. Ecco perchè non devi prendere alla lettera la frase del tuo amico prete: lui non può sapere se tu sarai davanti a Lui in Paradiso, perchè non conosce il tuo cuore. (Lui ha detto quella frase solo per farti capire che ti vuole bene nonostante la tua mancanza di fede, non per dirti che fai bene a rifiutare il Signore).
Dio però ci ha dato dei “criteri” per avere più possibilità di andare in Paradiso (e per vivere bene su questa terra), ed uno di questi – certo uno dei principali – è senza dubbio: amarLo, credere in Lui, affidarsi a Lui (vedi primi tre comandamenti). Certo, poi ce ne sono altri di criteri, ma rifiutare Dio significa senza dubbio avere più probabilità di non poter godere di Lui: cioè rischiare grosso (vedi frase già citata del vangelo di domenica, “chi non crede sarà condannato”).
Il credente invece, anche nell’ipotesi ASSURDA che Dio non esistesse, non avrebbe niente da perdere: scomparirebbe nel nulla come il non credente. Vale la pena allora per voi, rischiare tanto? Una tremenda sofferenza eterna, perchè? Solo per rifiutarsi di accettare la cosa più semplice del mondo: che non è la religione in sè ad essere cattiva, ma il modo cattivo di usarla. E’ così difficile operare questa distinzione?
+ Perché Dio ci ha creati liberi, ed anche quegli – come li chiami tu – “alfieri destrosi della chiesa che non hanno votato contro la guerra” sono liberi di fare quello che vogliono (salvo poi eventualmente subire un giorno il giudizio degli uomini e di dio). E la loro scelta sarebbe colpa di Dio? Sarebbe una prova della sua inesistenza?
Nicò, tu non finirai nel girone dei superbi ma nel girone degli “svicolatori”. Eh sì, perché tu come al solito “svicoli”: o con battute (mi porterai le arance all’Inferno) o facendo considerazioni “umorali” che non sono ragionamenti (non sopporto quello, non sopporto questo), oppure dicendo cose simpatiche ma assurde (dio ha il dovere di amarmi anche se non lo amo, e poi se lui non mi ama io lotterò anche contro di lui).
Ora ci manca solo che perdi la pazienza e mi dici come al solito: “Antò, io ti voglio bene, sei intelligente, ma tu sei cattolico, troppo cattolico, quindi ti prego di lasciarmi stare”. Altro modo per “svicolare”. Insomma, un ragionamento “serio” e “centrato” sulle mie provocazioni, niente? Non ce l’ho con te, ma con il tuo continuo “sgaiattolare”. Guarda che io la vespa rossa ce l’ho ancora: e prima o poi ti raggiungo !
+ Nicò, io non ti considero inferiore a me (pecorella smarrita), voglio dire solo che su questo tema secondo me sbagli ed io credo di avere ragione (su altre cose magari hai ragione tu). Se cerco di stringerti su un confronto “centrato” è proprio perchè ti stimo, e ti credo anche capace di cambiare idea (se ti rendi conto veramente di aver sbagliato). Non credere che per me sia facile: confrontarmi con te significa mettere in discussione anche la mia, di idea.
Tu dici “dissento da tante tue affermazioni”. Io ti dico: “non basta dissentire, bisogna cercare di MOTIVARE il proprio dissenso”. Io almeno ci provo, cercando di dimostrare il PERCHE’ di quello che dico: abbandonare la religione è sbagliato PERCHE’ Dio non ti telefona e quindi ti dimentichi di lui, Dio esiste PERCHE’ il mondo è troppo organizzato per essere stato assemblato dal caso, non è la religione in sé che è sbagliata PERCHE’ ci sono stati migliaia e migliaia di santi (basta pensare a madre Teresa) che grazie alla religione hanno cambiato il mondo, il discorso religioso non è relativo solo a chi crede PERCHE’ se esiste Dio un giorno giudicherà anche chi non crede, ecc.. Ora tu non dire “dissento e basta”: dimmi PERCHE’ dissenti. Se sei “consapevole delle tue scelte” (e non voglio metterlo in dubbio), tira fuori questa “consapevolezza”.
Lo so, ci vuole un po’ di fatica, la pazienza di “sopportare” e rispettare chi la pensa agli antipodi da te: ma soprattutto la capacità di rimettere in discussione le proprie convinzioni. Ma sono sicuro che tu queste “doti” ce le hai: altrimenti non avrei insistito tanto. … A proposito, “pecora” nella Bibbia ha un significato completamente diverso da quello che gli diamo noi di essere “sottomesso”: nel linguaggio biblico significa essere “amato con tenerezza”. Per questo io di solito lo traduco “agnellino”. In questo senso sì, io ti considero una pecora: un “agnellino” infinitamente amato da Dio (che non lo capisce e vuol scappare da Lui!)
+ Ok, quando torni fatti vivo e se vuoi possiamo fare questa discussione nel forum. C’è qualcun’altro che vuole farla al posto di Nicola? No, non si tratta di una sfida, ma solo di voler mettere in discussione (reciprocamente) le proprie convinzioni, per verificarne la fondatezza sul terreno della logica.
C’è qualcun’altro invece su questo sito, che si trova abbastanza in linea con le mie idee?
Fatemi sapere. (Continua)
Antonio Di Lieto – BellaNotizia
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