Dialoghi sulla fede – III
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+ Innanzitutto deve premettere che anche se questo mio post è molto lungo, ritengo sia anche molto chiaro e scorrevole (almeno credo). Un saluto carissimo a Sentinella, che eroicamente non mi lascia solo. A Fotone invece dico che di ogni suo messaggio (anche se ci sono molte cose che non capisco) ogni volta capisco qualcosa di più. Sai Fotò, finalmente forse oggi ho capito il tuo ormai famoso discorso del “noi facciamo parte della combinazione giusta”. Quando dici che “si è accesa la luce”, forse tu non vuoi dire che il caso – raggiunta la combinazione giusta – si è fermato ed ha detto “Ce l’ho fatta!” (se così fosse – come giustamente ha detto Sentinella – sarebbe un Caso intelligente).
Forse tu vuoi dire che il caso non si rende conto che questa è la combinazione giusta, mentre noi lo possiamo “vedere” perché ne facciamo parte (la luce si accende solo per noi). Insomma è come se ci fossero stati miliardi di miliardi di “ere” in cui il caso ha fatto questi tentativi: noi facciamo parte dell’ “era” giusta, ma il caso questo non lo sa (dopo questa “era” probabilmente continuerà a rimescolare le combinazioni): solo noi lo sappiamo perché ne facciamo parte.
Bene devo riconoscere che – ora che forse l’ho capito – questo tuo discorso fila, e risponde esaurientemente alla obiezione mia e di Sentinella: “Chi accende la luce?” La luce si accende per caso: e solo noi la possiamo vedere. Il tuo discorso però resta ugualmente debolissimo su un altro punto (che lo fa crollare completamente). Il tuo errore logico – perdonami – sta nel fatto che tu dài per scontato che avendo a disposizione un “tempo infinito”, prima o poi il caso deve per forza trovare la combinazione giusta (perché più passa il tempo più aumentano le probabilità che la trovi).
Non è affatto così. Se tu hai un puzzle di 1.000 pezzi, e li mescoli tutti a caso, il puzzle non si compone al primo tentativo (siamo d’accordo). Se poi con le due mani dài una seconda rimescolata a caso, sei sicuro che aumentano le probabilità che si componga? No. Le probabilità restano sempre quelle, perché muovendosi a caso le mani rimescolano ogni volta tutti i tasselli (anche quelli giusti): e quindi si riparte sempre da capo. Perciò le possibilità che ‘sto puzzle di 1.000 pezzi si formi a caso restano sempre le stesse (bassissime), anche se hai già fatto duemila tentativi.
Sai, per capire il tuo discorso delle probabilità ho scomodato un esperto di matematica, il mitico Paolo Ferragina (forse qualcuno di voi lo conosce). Lui mi ha spiegato una cosa sia per lui che per te banalissima, ma che io non sapevo: per calcolare quante combinazioni si possono avere ad es. con 10 lettere, bisogna fare questa operazione 1X2X3X4 … X9X10, che si chiama FATTORIALE di 10 e si scrive così “10!” (ora ho capito cosa era il fattoriale di cui parlavi).
Per calcolare le combinazioni possibili su QUALSIASI numero di lettere, basta scrivere in un quadratino di excel la dicitura “=FATTORIALE(num)”, poi premere invio e ti esce il numero di sequenze possibili con quel numero di lettere. Ora, su un puzzle di 3 lettere – come hai dimostrato tu molto empiricamente – le combinazioni possibili sono solo 6 (1X2X3), ma se i pezzi del puzzle salgono appena a 15, le sequenze possibili diventano addirittura 1.307 MILIARDI (1X2X3 … X14X15).
Allora l’esempio che hai fatto tu – dell’uomo che compone il puzzle di tre lettere in 6 tentativi rimescolando ogni volta a caso – è forviante. Infatti al primo rimescolamento le possibilità sono 1 su 6, al secondo rimescolamento NON diventano 2 su 6, ma restano sempre 1 su 6 (perché l’uomo – se agisce veramente a caso – deve sempre rimescolare da capo TUTTI i pezzi, anche quelli giusti), ed al terzo rimescolamento restano sempre 1 su 6. Certo prima o poi questo puzzle così piccolo si comporrà a caso, ma solo perché le lettere erano solo 3 e quindi la probabilità è molto alta (1 su 6).
Se invece ragioniamo su un puzzle di appena 15 pezzi, la probabilità di trovare la combinazione giusta a caso – come abbiamo appena detto – è UNA SU 1.307 MILIARDI. UNA SU 1.307 MILIARDI al primo tentativo, ma UNA SU 1.307 MILIARDI anche al secondo (perché il caso deve rimescolare sempre tutti i tasselli da capo), ed UNA SU 1.307 MILIARDI anche al terzo, ecc.. Quindi anche se avessimo a disposizione un “tempo infinito”, la probabilità non aumenterebbero, perché il caso non ragiona: e rimescola sempre tutto da capo ogni volta, anche i tasselli accoppiatisi giusti.
Il tuo discorso filerebbe invece, se ci fosse Qualcuno che “guida” il caso, cioè che al secondo tentativo rimescola SOLO i tasselli sbagliati (lasciando quelli giusti). In questo modo avendo a disposizione un tempo infinito – o comunque un tempo lungo – piano piano il puzzle si formerebbe tutto. Ma senza questo Qualcuno che “guida“ il caso, anche un mini-puzzle di 15 pezzi avrà SEMPRE UNA PROBABILITA’ SU 1.307 MILIARDI di formarsi a caso (e questo anche dopo infiniti tentativi, perché ad ogni tentativo il caso – non ragionando – rimescola tutto da capo)
Venendo al nostro discorso allora, se anche i pezzi del mondo fossero appena 15 (ridicolo!), le probabilità che ad “assemblarli” sia stato il caso restano sempre UNA SU 1.307 MILIARDI. E quindi ci sono 1.306.999.999 probabilità su 1.307.000.000 che questo “mini-mondo-di-15-pezzi” sia opera di Qualcuno ! Altro che due possibilità logicamente uguali!
E stiamo parlando di un mini-mondo di appena 15 pezzi. Se invece parlassimo di un mondo composto da miliardi di pezzi (quale è in realtà), le probabilità che questi abbiano trovato la combinazione giusta da soli, a caso, si riducono ad UNA SU … (ad occhio ci vorrebbero almeno 10 pagine per scrivere l’intera cifra!). Quindi – come ormai vado ripetendo da tempo – si tratta di una possibilità certo, ma solo teorica: irrealizzabile PRATICAMENTE. E poi comunque – perdonatemi la battuta – se anche questo mondo si fosse davvero assemblato per caso (verificandosi questa unica probabilità su MILIARDI DI MILIARDI …), allora non sarebbe più opera del caso: ma “opera del Culo” !
E tu – a parte la battuta – non credi all’esistenza del tuo Creatore, basandoti su di una possibilità così assurda? Credendo ad un’UNICA PROBABILITA’ SU MILIARDI DI MILIARDI DI MILIARDI DI MILIARDI DI MILIARDI DI MILIARDI … ? Ha ragione Sentinella: per fare questo ci vuole una “fede dogmatica”, IMMENSA. … Insomma, non ti rendi conto che questo è un colossale “tranello logico”, che il diavolo ti ha teso, per allontanarti dal tuo Creatore? Ed avere così la possibilità si straziarti per l’eternità?
Sul discorso della perfezione infine, ho già detto che – anche se adesso il mondo oggi non è più perfetto (ma comunque resta assemblato) – secondo noi in origine perfetto lo era (e non solo in senso morale ma anche in senso fisico: senza terremoti, senza malattie, ecc.). E se poi per dar vita alla materia Dio avesse utilizzato una differenza fra materia ed antimateria (come dici tu), per me non c’è problema. … Insomma Fotò, non “tenere più – come dici – la tua onestà intellettuale da parte”. Ribatti, spiegati (io sarò sempre qui pronto a cercare di capire ed eventualmente anche ad ammettere che hai ragione), ma se scopri di avere torto, non avere paura di ammetterlo. Non sarebbe per te una sconfitta: ma LA TUA VITTORIA PIU’ GRANDE !
+ Evidentemente amico mio, le cose sono due: o io non riesco a capirti o io non riesco a spiegarmi. Tu dici che “non servono 1.000 parametri a fare l’universo”. Bene, allora dimmi tu quanti ne servono? Te ne bastano 13? Bene, le possibilità di combinazione di 13 “lettere” sono più di 6 MILIARDI (1X2X3 … X12X13). Le probabilità quindi che questi 13 “parametri” dell’universo abbiano trovato la combinazione giusta a caso, sono: UNA SU SEI MILIARDI. Non capisco come tu (che condividi questo mio calcolo) possa continuare a dire che le due possibilità (caso e Creatore) sono UGUALI.
Evidentemente c’è qualcosa che ad entrambi ci sfugge: e riguarda il tuo discorso sul “tempo infinito” (che mi pare per te sia determinante) ed il mio discorso sui “vari rimescolamenti a caso”, che tu stesso hai ammesso di non aver capito (rimescolare a caso o estrarre le lettere una per una a caso, per me è la stessa cosa). Allora sai che facciamo? Ci prendiamo una breve pausa, per rileggerci i nostri interventi (così magari riusciamo a capire cos’è questo “qualcosa” che ci sfugge reciprocamente). Ovviamente se qualcun altro l’ha intuito, ci aiuti. Ciao. A presto.
+ Caro amico Fotone, dalla rilettura dei nostri messaggi mi sento di poter tirare alcune conclusioni. Innanzitutto io e te siamo comunque d’accordo su una cosa: che se il mondo fosse stato creato al primo tentativo, certamente non potrebbe mai essere opera del caso (le probabilità sarebbero una su miliardi!). Nel caso invece ci fossero stati molti tentativi invece, tu e Giacco avete giustamente osservato che il caso avendo a disposizione un “tempo infinito”, avrebbe avuto tutto il tempo per trovare la combinazione giusta. Io credo di aver dimostrato però, abbastanza chiaramente, che pur avendo a disposizione un tempo infinito il caso ugualmente non può mai trovare la combinazione giusta, perché ogni volta che ad es. due tessere giuste si avvicinano per caso, il caso le “rimescola” di nuovo a caso. Il caso cioè, “rimescolando” continuamente sia le tessere giuste che quelle sbagliate, anche se ha a disposizione molto tempo, non fa passi avanti (anzi quando fa un passo avanti ne fa anche uno indietro).
Bene, a questa mia obiezione né Giacco né Fotone hanno mai provato a dare una risposta. In parte forse anche perchè questo mio discorso del caso che “rimescola” tutto – almeno Fotone – non l’ha capito: lui stesso lo afferma dicendo “sulla questione del rimescolamento, sinceramente non ho capito cosa vuoi dire”. Per questo provo a fare l’ennesimo esempio. Mettiamo che i famosi pezzi dell’orologio (ancora non assemblati) entrino nel “mulinello” di una tromba d’aria che li rimescola a caso. Se questo mulinello li portasse in giro – diciamo – anche PER 100 ANNI di seguito, prima o poi riuscirebbe ad assemblarli tutti insieme? No, perché se per caso per un attimo dovessero trovarsi vicini due pezzi giusti, un attimo dopo verrebbero nuovamente riallontanati dal “rimescolamento” continuo del mulinello. Insomma, anche se il mulinello girasse per un “tempo infinito”, il suo rimescolamento continuo non riuscirebbe MAI ad assemblare TUTTI i pezzi dell’orologio insieme (perché ne assembla alcuni e ne allontana altri). … Ora, fin quando Fotone non riuscirà a dimostrare che questa mia obiezione non è valida, non potrà dire di aver dimostrato che l’ipotesi-caso (che rimescola continuamente) è UGUALE all’ipotesi-Creatore.
Fotone poi dice continuamente un’altra cosa che ho capito, ma che sembra non c’entrare niente col nostro disorso: “visto che noi siamo parti dell’orologio, non ha senso chiederci come è nato”. Forse lui vuol dire – chissà se questa volta ho capito bene – che essendo noi creature, piccole “parti” dell’ orologio, tutte le nostre ipotesi (ad es. caso e creatore) sono UGUALMENTE relative, UGUALMENTE soggette ad errore, UGUALMENTE possibili. E’ così? E’ questo quello che volevi dire? … Certo, è vero che tutti siamo uomini e possiamo sbagliare, ma questo non significa che tutte le cose che diciamo hanno UGUALE valore: possiamo dire cose vere e cose meno vere, cose logiche e cose meno logiche. Se io ad es. affermassi che esistono gli “asini che volano”, e tu sostenessi che non è possibile, io potrei dire: “Siamo tutti e due uomini che possono sbagliare, quindi le due possibilità (esiste/non esiste) sono UGUALMENTE possibili”. Ma il mio sarebbe un discorso logico? Oppure un esempio tipico di RELATIVISMO filosofico (tutto quello che uno dice è RELATIVO, quindi UGUALMENTE possibile)? Anche a questa mia obiezione – sempre se ho interpretato bene quello che volevi dire – non puoi esimerti dal rispondere.
Infine tu dici ancora un’altra cosa: “questa ipotesi del caso non è solo mia, ma considerata valida da molti pensatori”. Ma che siate in molti, questo non significa che siate infallibili. Gli scienziati che ridicolizzavano Galileo forse erano pochi? Certo, per elaborare una teoria del caso che in un “tempo infinito” trova la combinazione giusta, ci vuole una certa intelligenza (che a te – come a quei pensatori – non manca). Ma questo non significa che la vostra non possa essere una specie di “elucubrazione mentale” (come credo di aver dimostrato con il mio discorso sul “rimescolamento” continuo). Molto spesso chi “pensa” troppo infatti, perde di vista l’essenziale. Come diceva Gesù, a pensare troppo a volte sfugge la verità: si perde lo sguardo “semplice dei bambini!”.
Uscendo un po’ dal discorso tra me e Fotone (che ormai credo interessi solo a noi), vorrei tornare alla mia provocazione iniziale. Visto che ormai mi sembra di aver dimostrato che – come direbbe Fotone – ci sono 9.999 probabilità su 10.000 che il mondo sia stato “assemblato” da Dio, perché rifiutare il Suo amore? Io non vi sto chiedendo di cessare di essere comunisti, anzi, vi sto chiedendo di “purificare” il vostro comunismo. Il vostro ideale politico ha molte cose positive, perché rovinarlo includendo elementi così integralisti, come il disprezzo degli avversari ed il rifiuto totale della religione e di Dio?
Io vi sto invitando ad iniziare un processo di “revisione critica” del vostro comunismo: non per distruggerlo ma per migliorarlo. Imparare a rispettare chi la pensa diversamente da voi, e soprattutto riscoprire – attraverso la religione – la gioia e la bellezza di sentirsi amati da Dio (da Colui che al 99,999% ha assemblato il mondo), nuocerebbe al vostro comunismo? Oppure lo purificherebbe dai suoi estremismi? Lo so, questo comporta un piccolo cambiamento dei vostri ideali, ma – quello che sto cercando di farvi capire – è che questo cambiamento non sarebbe in negativo, anzi – per il vostro ideale politico – sarebbe un grande passo in avanti !
+ Innanzitutto un grazie a Bravo e ad Almanir per i loro interventi. Almanir poi, mi sa che lo conosco molto bene (per Nicola ed Alfredo che pure lo conoscono, dico solo che si chiama Marco e fa l’archeologo …). A Bravo dico che purtroppo non ho capito bene quello che vuol dire. Tu dici: “il fatto di essere agnostici (o atei, se preferisci) guarda che non vuol dire ‘rifiutare la religione’, bensì non aderire a nessuna confessione o professione di fede. Ognuno si vive la propria religiosità come meglio crede”. Scusa, ma se uno è ateo come può “vivere la sua religiosità come meglio crede”? Ateismo non significa rifiutare di avere una propria religiosità? Rifiutare l’esistenza di Dio? Magari se ti va, fammi capire meglio quello che volevi dire …
Almanir poi ha sollevato diversi problemi molto interessanti, aggiungendo elementi utili alla discussione (e di questo lo ringrazio di nuovo). Lui dice ad esempio: “dal momento che si è parlato a lungo di calcoli di probabilità, a mio avviso è assai PROBABILE che le forme di religiosità siano una invenzione umana”. Io ti domando: “In base a quale calcolo di probabilità dici questo?”. Dai calcoli fatti proprio in questo forum, mi sembra sia risultato che le probabilità che il mondo sia opera del caso (e quindi Dio una invenzione dell’uomo) siano: UNA SU INFINITI MILIARDI ! Qual è il calcolo di probabilità che invece hai fatto tu, per dimostrare il contrario>?
Più che un calcolo di probabilità – correggimi se sbaglio – a me sembra che tu abbia fatto questa deduzione: tutti gli uomini hanno bisogno di Dio, quindi … Dio non esiste! E’ come se io dicessi: “Tutti gli uomini hanno bisogno d’amore, quindi … l’amore non esiste!”. Anzi il fatto che – come tu stesso dici – tutti gli uomini (proprio tutti!), hanno bisogno di Dio, è la prova del contrario: che il senso religioso è INNATO nell’uomo (e quindi rifiutarlo significa violentare la nostra umanità).
Pensaci, se il senso religioso fosse davvero un’invenzione dell’uomo (e non una cosa che fa parte di lui), possibile che tutti i popoli in tutti i tempi ed in tutti i luoghi insieme, si siano messi d’accordo per “inventarsi” insieme la stessa cosa? L’esistenza di Dio? Miiinchia: che combinazione! Tu mi insegni invece che le cose accomunano tutti i popoli che hanno vissuto sulla terra, sono veramente pochissime: l’esigenza di alimentarsi, di vivere in gruppo, di amarsi, e di sentirsi amati da Dio. Se tutti i figli hanno bisogno del Padre, … questo significa che il Padre non esiste?
Tu mi chiedi poi, giustamente: “quale credibilità maggiore avrebbe il Cristianesimo rispetto al politeismo greco o all’animismo di una cultura della Papua Nuova Guinea?”. Già in un altro messaggio di questo forum, ho fatto una considerazione sulla “peculiarità” della religione cristiana (che non è una religione, ma una meta-religione), che qui proverò a sintetizzare. … Il Cristianesimo è senza dubbio la fede che rispetta di più le altre religioni: Paolo VI ad esempio diceva che tutte le religioni sono delle “mani tese” verso Dio ed anche Gesù Cristo è stato una figura – diremmo oggi – animata da grande spirito ecumenico (ha rispettato e frequentato tutti: ebrei, pagani, cananei, animisti, ecc.).
Tu mi dirai: allora perché il Cristianesimo voi dite che è una religione superiore alle altre? Semplice: perché il Cristianesimo – pur inserendosi SU di un tessuto religioso – non è una vera e propria religione. Come avevo già accennato in un mio precedente intervento, Cristo stesso ed i primi cristiani non cambiarono religione (restarono di religione ebraica), ma cominciarono a vivere in MODO DIVERSO la loro religione (senza per questo né venerarla né abbandonarla). Ed alla loro vecchia fede (che continuarono a praticare) ne aggiunsero un’altra: quella in Gesù Cristo, Figlio di Dio (Figlio proprio di quel Jahvè che già veneravano).
E così andavano al tempio ebraico a pregare Jahvè, Dio Padre: e poi si riunivano in casa ad abbracciare il “Corpo di Cristo”, Suo Figlio. Essere cristiani quindi non significa rifiutare la fede ebraica o mussulmana (noi non crediamo pure in quel Dio Padre che loro chiamano Allah o Jahvè?), ma significa credere in qualcosa di più: nel Figlio di Dio (eterno come Lui) fattosi uomo. La religione cristiana quindi dice qualcosa in più rispetto alle altre: che il Figlio di quel Dio che tutte le religioni giustamente venerano, è venuto sulla terra a dirci come vivere la fede e la vita. Questo non lo afferma nessuna altra religione.
I primi cristiani – come Cristo – sarebbero rimasti sempre di religione ebraica, ma essendo stati espulsi dal tempio, ed essendo quello di Cristo un messaggio che pur non identificandosi in un sistema di riti, ecc., ha bisogno di innestarsi su di essi, i primi cristiani dovettero fondare una religione “loro”. Questa religione (se intendiamo per religione un insieme di regole, riti, preghiere, ecc.) non è superiore alle altre, ma il messaggio di Cristo sì: quale altro personaggio religioso ha mai detto di essere Dio fattosi uomo? Venuto ad insegnarci COME vivere la propria religione?
Venendo al nostro discorso allora, come ci poniamo noi di fronte al “politeismo greco ed all’animismo della Papua Guinea”? Con grande rispetto, perché anche loro sono una “mano tesa” verso quel Dio che anche noi veneriamo. Noi come uomini non siamo meno peccatori di loro, ed anche il nostro sistema religioso non è tanto dissimile (non a caso noi abbiamo utilizzato gli stessi templi dei pagani), ma il messaggio di Gesù Cristo è innegabilmente qualcosa in più; il Figlio di Dio (proprio di quel Dio cui tende anche la religione di questi popoli) si è fatto uomo come noi ! E’ venuto sulla terra a dirci COME vivere la propria fede (senza fanatismi) e la propria vita (senza abbandonare la propria fede).
Almanir quindi ha posto la domanda proprio nella maniera più giusta: “il Cristianesimo TIENE CONTO di chi è venuto prima di lui?”. Certo, ne TIENE CONTO e come? Tutte le religioni sono pienamente compatibili col Cristianesima, anzi una base indispensabile su cui innestare il messaggio di Cristo (teoricamente ogni animista, mussulmano, ebreo, può restare tale e diventare cristiano, purchè creda che Gesù sia il Figlio di quel Dio che lui chiama Allah o Jahvè). Quanto alla salvezza degli uomini di religione diversa, il Cristianesimo non l’ha mai esclusa. Mentre diversa – secondo quanto dice la Bibbia – dovrebbe essere PURTROPPO la sorte di chi rifiuta il Suo Creatore.
Eh sì, perché tu Almanir dici “chi ha il dono della fede è fortunato“, come per dire “se io non ce l’ho non dipende da me: Dio a me non ha fatto questo regalo”! Ma come può un Padre – che ci ha creati e ci ama tutti come figli – voler essere amato solo da alcuni? E’ ovvio che Lui vuole essere amato da tutti: e quindi la possibilità di credere in Lui (il dono della fede) lo ha fatto a tutti. Tu allora non sei “sfortunato” a non averlo ricevuto, ma piuttosto hai deciso – questo dono – di rifutarlo. E di questa tua decisione – trattandosi di una libera scelta “tua” (e non di Dio) – PURTROPPO dovrai rendere conto a Lui (“chi veramente crede sarà salvato, chi non crede sarà condannato”).
La famosa frase “la fede è un dono” allora, non significa che Dio regala la fede ad alcuni e ad altri no (questa è una storiella che vi siete inventati voi per tranquillizzare la vostra coscienza), ma semplicemente che nessuno può vantarsi di aver meritato questo dono: perché lo ha solo accettato. Come al solito cioè (vedi la frase di don Ciotti), voi prendete dei concetti religiosi (ad es. “la fede è un dono”), e li interpretate in modo unilaterale, “stravolgendoli” completamente nel loro significato originario.
Infine poi tu concludi dicendo: Dio è “una illusione, altrimenti NON SI SPIEGHEREBBE tutto il male nel mondo”. Vorrei solo dirti che questa (Dio non esiste) non è l’unica spiegazione del male nel mondo. Ad es. la Bibbia dà un’altra SPIEGAZIONE ugualmente possibile: Dio aveva creato il mondo senza male (perché vuole solo la nostra felicità), il male nel mondo non vi è entrato per colpa sua: e nonostante questo ci ha preparato un regno di felicità dove il male non esisterà più.
Certo questa è una spiegazione di fede, ma è anche una possibilità razionale (non è impossibile). L’altra spiegazione che dai tu comunque, è anch’essa una scelta di fede (tu “credi” che sia così ma potrebbe essere come dico io), con la differenza che quelli che “credete” tu e la tua amica è da suicidio: l’uomo soffre e soffrirà sempre, perché le sue sofferenze finiranno solo quando finirà lui. Ma tutto questo non cozza con quello che tutti noi sentiamo dentro: che siamo stati creati per essere felici pienamente e totalmente?
+ Nicò, se in questo forum c’è un “miscredente” rivoluzionario, quello sono io! E se c’è una cosa poi che ho proprio difficoltà a credere, e che un divoratore di libri come te non ce la faccia a leggere un paio di pagine di seguito. Su dài, sii onesto, quello che ti dà fastidio non è la lunghezza, ma il fatto che io non sono come i libri che leggi tu (che confermano sempre le tue idee): io cerco di dimostrarti che alcune delle tue convinzioni non hanno alcun fondamento.
E siccome sei onesto intellettualmente (e sai che alla fine potresti ammetterlo), preferisci trovare mille modi per “svicolare” (prima fai affermazioni gratuite evitando di dimostrarle, poi fai battute, poi vai in Irlanda, ora dici che i messaggi sono troppo lunghi): tutto pur di e non essere costretto a “ragionare” seriamente su questi argomenti. Dài Nicò, 5 anni compagni di banco al liceo, non sono mica serviti a niente! … Resta comunque il mio ringraziamento per avermi invitato a partecipare a questo sito, ed i miei complimenti per l’ambiente “rispettoso” che ho trovato.
A Marcela (una delle persone che ricevono le mie “libere” rielaborazioni settimanali sulla Bibbia), il mio più vivo ringraziamento. Oggi ho mandato una mail a tutti i miei iscritti, per informarli di questa discussione (che sentinella già ricevesse i miei messaggi, è stata una pura combinazione), ma non li ho certo invitati a sostenermi. Se Marcela ha sentito il bisogno di farlo, davvero la ringrazio moltissimo.
Caro Bravo, non so perché, ma io ho come l’impressione che tu sia uno dei comunisti che più credono nel rispetto verso gli avversari (anche se per la verità qui, tutti state dialogando con me con grande rispetto). Se non ho capito male, con la tua citazione vuoi dire una cosa del genere (correggimi se sbaglio): “Se Dio non esiste o esiste e non si “interessa”’ a noi, in fin dei conti non cambia niente (è la stessa cosa che essere atei)”. Bè sono d’accordo, e proprio per questo io ti sto presentando una terza possibilità: Dio esiste e “si interessa” a noi. Ci ha creati e ci ama. Anche questa è una possibilità logica: stupenda e possibile.
Antonio Di Lieto – BellaNotizia
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