Date loro voi stessi da mangiare
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E’ un po’ di tempo che come Comunità sentiamo forte l’urgenza di scomodarci per annunciare e testimoniare la presenza viva di Gesù in mezzo a noi. Ancora una volta, dinanzi alle folle anche oggi affamate che lo cercano, che desiderano ascoltarLo, Lui chiede a noi, come agli apostoli, di dare noi stessi a loro da mangiare, cioè di donarci, di spezzarci come pane sul tavolo del mondo che soffre la fame di speranza, di gioia, di pace.
e gli ha donato quel che aveva: cinque pani e due pesci; nulla agli occhi del mondo per sfamare cinquemila persone… ma la logica di Gesù è quella di aver deciso di voler avere bisogno di noi, delle nostre mani, del nostro cuore, del nostro volto, del poco che siamo, per sfamare l’umanità.
E l’ora del coraggio di quel giovinetto, sconosciuto, che ha saputo contare su Gesù
Mi sembra che Gesù chieda la nostra collaborazione per farci sentire che siamo parte viva del miracolo di Dio, che siamo preziosi per Lui, vuole avere bisogno di noi perché ci convinciamo che la nostra generosità, il nostro coraggio, la nostra volontà forte nel bene, “sfama” prima di tutto noi. Credo che quel giovinetto, quel giorno, sia tornato a casa con il cuore “pieno” non solo di pane e di pesce, ma sazio dell’amore e della generosità della sua bontà, che nelle mani di Gesù si è moltiplicata ed è diventata pane per tutti.
aspetta me, aspetta te oggi: il miracolo lo fa Lui, ma se tu liberamente gli doni quello che sei, entri a far parte di questo miracolo d’amore e di compassione che nasce dal cuore di Cristo. Oggi il nostro mondo occidentale è ricco di pane e di pesce, ne butta via a volontà, eppure muore di una fame più profonda, che è la fame di Dio, la fame di pace, di speranza e amore. Noi in Comunità raccogliamo e accogliamo i frutti feriti di questo mondo; giovani che hanno tutto, eppure sono tristi e con la morte nel cuore… e offriamo loro quell’unico pane che sfama l’uomo dal di dentro, il pane della vita: Gesù di Nazaret.
Gesù
Anche noi siamo spettatori, da vent’anni, del miracolo di quel pane di Vita che guarisce, libera, trasforma, da pace, sazia veramente il cuore dell’uomo. Per questo dobbiamo avere il coraggio e la forza dell’annuncio, senza aspettare di avere già in noi le ceste piene, di essere perfetti e coerenti in tutto. Noi siamo e restiamo poveri, siamo quei cinque pani e due pesci e lo saremo sempre; Lui però quando vede la nostra generosità e il nostro coraggio, fa il miracolo lasciando a noi la gioia, lo stupore e il sapore del frutto che Lui ha operato quasi fossimo noi i protagonisti.
Tutto questo è ciò per cui vivo, soffro, gioisco, prego ogni giorno, che ha sfamato la mia vita e che oggi mi rende gioiosa di dare me stessa, a voi, da mangiare!
Madre Elvira Petrozzi
Comunità Cenacolo
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