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Dalle tenebre alla luce

9 Febbraio 2015 | Filed under: Dipendenze
     

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Marco

Mi chiamo Marco, ho ven­tiquattro anni. Sono cre­sciuto in una famiglia in cui si sta­va abbastanza bene; ero un bam­bino vivace, soprattutto a scuola con i compagni. Quando avevo undici anni, però, sono morti due nonni e in famiglia sono incomin­ciati ad esserci meno dialoghi e più litigi. Cominciavo a sentire più forte il desiderio di evadere dalla famiglia.

Suonavo con un grup­po e la musica rock-metal è stata la mia prima ribellione, il luogo dove poter mostrare che dentro di me qualcosa non andava. Ero tanto chiuso e così ho comincia­to a quattordici anni con l’alcool e con le prime droghe, illuden­domi di sentirmi più libero. Con le ragazze le relazioni duravano qualche mese, poi mi lasciavano e ogni volta rimanevo sempre più male e deluso.

Mi sentivo rifiuta­to e così mi sono lasciato andare, fino ad arrivare all’eroina e ad altre droghe: tutto è incomincia­to a crollare e anche gli amici del gruppo musicale hanno iniziato ad allontanarsi da me. In famiglia non mi sentivo più a casa e mi stavo avvicinando pian piano al­la morte; ma non mi spaventava, anzi, a volte l’ho persine deside­rata.

Con gli amici che mi erano rimasti, con i quali stavamo spes­so insieme, mi sentivo solo. Grazie a Dio la mia famiglia mi ha portato ai colloqui della Co­munità e a un pellegrinaggio a Medjugorje. Da una parte non volevo saperne, ma dall’altra sentivo qualcosa di particolare, come un'”aria pulita” che desi­deravo respirare ma della quale anche avevo paura. Per decider­mi ho dovuto trovarmi senza più niente, fuori di casa, solo con la droga. In quella disperazione ho trovato la forza di dire “basta”.

Mi ricordo il giorno in cui ho de­ciso di farla finita con la droga. Avevo dormito davanti ad una chiesa e al mat­tino ho sentito di voler cambiare la mia vita. Scoprii poi che lo stesso giorno la mia fa­miglia si trovava a Lourdes a pre­gare per me. Così ho chiesto aiuto a casa, un po’ per convenienza ma anche perché in fondo ero stufo di soffrire. Poco do­po mi sono ritro­vato in Comunità. I rimorsi erano troppi: avevo di­ciannove anni e il mio passato di sbagli e delusioni cominciava ad ur­lare dentro di me.

Facevo tanta fati­ca ad aprirmi, a sorridere, a esse­re altruista. Quando riuscivo ad aprirmi con gli altri, sentivo che stavo meglio, ma il male dentro di me continuava ad attaccarmi. Dopo un anno ho rivisto la mia famiglia, che mi ha tanto inco­raggiato ad andare avanti. Nei loro occhi c’era tanta luce, tanto amore verso di me, amore che sentivo di non meritare ma che è stato una grande spinta.

Sono stato trasferito poi in Francia, nella fraternità di Lourdes, e lì ho vissuto la mia rinascita. Ho deci­so di impegnarmi nella preghie­ra e ho incominciato a scoprire in modo più profondo un Dio che mi ama e che non mi lascia mai; di giorno e di notte Lui c’è, e questo ha cominciato a smuo­vere tante cose dentro di me. Per ricambiare questo amore di Dio per me, ho desiderato impe­gnarmi nell’essere più paziente, più buono, più al servizio degli altri. Anche se le difficoltà era­no all’ordine del giorno e le mie povertà ritornavano sempre, af­frontavo tutto questo con più po­sitività.

Mi sono sentito amato dai ragazzi con più periodo di Co­munità, un po’ come un figlio, e questo ha fatto nascere anche in me la voglia di donarmi agli al­tri, di servire, di sacrificarmi per il bene. Quando riuscivo a farlo, ricevevo in cambio tanta libertà, quella libertà inferiore che avevo tanto cercato nella vita passata. Oggi sto ritrovando la serenità e la gioia di vivere che avevo per­so, e ne sono davvero felice.

So­no consapevole che alla base del­la mia vita nuova c’è la preghiera, il vivere nella verità, la volontà di uscire da me stesso, il ricordarmi ogni giorno chi ero. Ringrazio il Signore per il miracolo della mia salvezza e di quella della mia fa­miglia. Oggi voglio dire “grazie” con il mio servizio quotidiano ai fratelli e alla Comunità. Desidero d’ora in poi camminare sulla stra­da del bene fino in fondo, senza più voltarmi indietro.

Marco

Comunità Cenacolo


     

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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
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rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
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rimani sempre con noi,
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AMEN

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