Crescenti persecuzioni e discriminazioni a cui sono sottoposti i cristiani in Iran.
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Pochi giorni fa si è avuta notizia dell’arresto di un attore cristiano, che stava girando un film su Gesù, e di due suoi collaboratori. L’accusa è quella di “rappresentare un pericolo per la sicurezza nazionale“.
Altri tre cristiani sono già stati condannati a morte. Delle oltre 400 esecuzioni attuate nel Paese da gennaio a giugno 2014, 8 hanno riguardato il controverso reato di “islamofobia”, spesso utilizzato per colpire i cristiani e le altre minoranze religiose. Il quadro complessivo della situazione in Ira, in materia di libertà religiosa dei cristiani, è di gran lunga peggiore rispetto agli anni della presidenza di Ahmadinejad.
Purtroppo, questo clima di intolleranza è fomentato ed accresciuto dalle parole degli stessi vertici del Supremo Consiglio per la sicurezza nazionale che considerano i cristiani “un branco di animali“) a dalle posizioni espresse negli anni dagli Ayatollah.
L’ONU e la Lega Araba (di cui l’Iran non fa parte, ma che può esercitare una forte pressione politica su quel Paese) devono intervenire davanti a episodi così gravi di mancato rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa.
Senza la nostra preghiera, sincera e costante, per altro, ben poco si potrà ottenere.
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