Consigli per le coabitazioni con suoceri o genitori
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QUANDO LA SPOSA ABITA CON LA SUOCERA.
La coabitazione con la madre del marito è la più pericolosa. Le ragioni sono evidenti. La maggior parte delle madri ama di preferenza i figli. Non è che non amino le figlie, ma segretamente preferiscono i figli, specialmente poi se è unico. Spesso le madri manifestano un senso di “possesso”, DIMENTICANDO CHE I FIGLI SONO UN PRESTITO DA DIO E NON APPARTENGONO AI GENITORI.
Per una madre, un figlio sposato resta sempre suo figlio, prima che lo sposo della nuora. Se non ha una Fede profonda, ha difficoltà ad accettare il suo ruolo nuovo. Pretende tutto il suo affetto; non è stata la prima amata? Pretende la sua gratitudine; non si è forse dedicata a lui anima e corpo? Pretende la docilità ai suoi consigli: non è il suo “figliolo”? Lo vuol sano e felice. Ha le sue tecniche di cure, di cucina. Le giudica le migliori (e sono le migliori…che conosca!). Sono quelle che bisogna usare per il figlio.
Quelle tecniche e non altre, poiché sono le migliori. La nuora non ha che da adottarle. Forse la madre non conosce il figlio da maggior tempo? Non ha più esperienza? La nuora deve dunque far ciò che ella dice. Ogni suocera pensa immancabilmente così ed ogni nuora la pensa immancabilmente in modo diverso. Il problema è che una madre non conosce un figlio come marito ma solo come figlio!
La nuora, assistita della grazia del sacramento di matrimonio, ha una propria idea sul modo di nutrire suo marito e di farlo felice. Ella pure ne vuole la salute e la gioia, ma intende preparare i suoi pasti e disporre l’abitazione a modo suo, e concepisce le cose secondo l’ambiente familiare da cui proviene. Da tutto ciò, salvo casi rari d’una suocera intelligente che se ne disinteressi, il fatale conflitto.
Tutto, letteralmente tutto, ne può fornire occasione: scelta dei cibi, preparazione dei pasti, abbigliamento del marito, disposizione d’un mobile, d’un quadro, impiego del tempo, scelta delle vacanze. In tale situazione spesso il marito non sa che fare, non osa dar torto a sua madre, né ragione alla moglie; si destreggia secondo gli avvenimenti o dà ragione alla madre e torto alla moglie; oppure più di rado dà torto alla madre e ragione alla moglie, scegliendo così, in linea generale, la soluzione migliore.
La suocera “interventista”, che non ha né l’intelligenza né la virtù d’astenersi, è generalmente un temperamento autoritario, ferita dal marito tutta la vita, e cerca di compensarsi sui figli. In questo caso avrà spesso – senza saperlo ne volerlo- diminuito la capacità di decisione dei figli. A volte usa ricatti nei suoi riguardi; gli ricorda tutta la dedizione passata; lo richiama, erroneamente, al suo dovere morale e religioso (4° comandamento!).
In tal caso il figlio non soltanto non osa giudicare tra le due donne, ma, per timore della madre, darà torto alla moglie o le domanda discretamente di cedere. La moglie, che pensa di aver ragione, mal sopporta quest’atteggiamento codardo del marito, se la prende con lui apertamente o gliene fa torto in segreto; e siccome il conflitto riguarda ciò che più le sta a cuore, l’affetto del marito, soffre dolorosamente e spesso contrae una nevrosi.
Quando il marito senza volontà prende apertamente le parti della madre e critica la moglie, il focolare è in gran pericolo. Vivendo separatamente, non sempre si evitano gli “interventi” della suocera; ma si favoriscono vivendo in casa sua. Gli inconvenienti sono gravi. La coabitazione con i genitori del marito è una soluzione pericolosa. Il danno è attenuato quando il marito sistematicamente ha cura di prendere una posizione generale in favore della moglie.
Egli deve apertamente avvertire la madre, in modo tanto amabile quanto fermo, che responsabile del nuovo focolare è la moglie, che col suo matrimonio, come madre, è passata dalla posizione 2 alla posizione 3 nel suo cuore di figlio: 1) Dio, 2) Moglie, 3) Genitori – e non più come da ragazzo: 1)Dio, 2) Genitori, 3) Fidanzata- e che come lei aveva un tempo agito a modo suo, è bene che ora la moglie faccia altrettanto. Si mostrerà deferente e affezionato verso la madre ma intransigente circa la posizione assunta. Pochi figli sposati, purtroppo, hanno la forza di usare tale linguaggio.
Padre Maria
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