Chiesa: luogo di culto e di orazione
Questo articolo è stato già letto1085 volte!
“La chiesa non è un teatro, ma un luogo di culto e di orazione”: lo dice don Nicola Bux, noto liturgista e teologo barese, che non sembra proprio affascinato da iniziative tipo Notti Sacre di Bari.
Don Nicola, che cosa pensa di concerti e manifestazioni varie nelle nostre chiese che secondo il Papa non sono musei, ma vanno aperte?
“Chiunque è sacerdote sa bene che esiste un rito liturgico, detto dedicazione. Con questa liturgia, per altro celebrata dal vescovo a sottolinearne l’ importanza, la chiesa edificio viene appunto dedicata a Dio e al suo culto, questa é la finalità, dunque. Ogni uso diverso non va bene e persino diventa profano,bisogna ricordare che la chiesa non é un teatro o una sala di concerto, o centro di conferenze”.
E allora?
“Oggi accade il contrario, forse ci si è dimenticato il senso della dedicazione,appunto, con ogni negativa ricaduta sul valore da dare al sacro. Nei concerti in chiesa vanno anche non credenti che si comportano di conseguenza, con clima degno di un cinematografo, ridono, giocano, scherzano, siamo all’intrattenimento. Del resto, alcune liturgie eucaristiche scendono a livello di spettacolo, vedo gli applausi durante le messe, conferma del valore di show del quale parlavo. Pensiamo ai palloncini e a tutte le stravaganze nelle messe di matrimonio o alle esibizioni nei funerali. Il senso del sacro è innato all’uomo, ma molte liturgie fanno di tutto per sminuirlo, se ne allontanano persino. Al contrario, nella liturgia ben fatta abbiamo e tocchiamo la presenza di Dio. Una celebrazione sciatta, o peggio ancora con abusi, é tutto l’opposto”
Metterebbe migranti nelle parrocchie come dice il Papa?
“Da sempre coloro che hanno edificato chiese vi hanno posto nei pressi edifici e luoghi per uso diverso dalle celebrazioni. Se ci fosse spazio sufficiente nella canonica, perchè dire di no davanti alle esigenze del bisognoso?”.
Chi è il bisognoso?
“Chi soffre per necessità materiali e dell’ animo. Tuttavia, oggi notiamo una mentalità sorprendente, la tendenza ad aiutare sempre i lontani rispetto ai vicini, che sono il nostro prossimo”.
Chi è il prossimo?
“Chi ci vive accanto, ma le cui necessità spesso ci sfuggono perché rivolgiamo attenzione a mete lontane, esotiche. Questo é paradossale e ritengo che sul punto il cardinal Biffi avesse ragione. Occorre aiutare con preferenza i cristiani in difficoltà, poi gli altri. Oggi accade il contrario”.
Michele M. Ippolito
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.