CHIARA CORBELLA PETRILLO, II parte
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Accoglienza e sacrificio – Dopo la morte della primogenita, Enrico e Chiara tornano a Medjugorje. Per ringraziare Maria e chiedere la grazia di una nuova gravidanza. E la grazia accade. E il dolore anche. L’ecografia dice che Davide non avrà gli arti inferiori. «Vabbè Signore, dico, ma che ci stai chiedendo? Capii che in fondo la prima volta il Signore ci aveva chiesto: “Siete disposti ad accompagnare un figlio fino a dove vi chiedo e basta?”. Ora ci diceva: “Sei disposto ad accogliere un figlio disabile nella tua famiglia?”. Abbiamo risposto ancora di sì».
Ma poi l’annuncio che anche Davide, appena nato, morirà. Entra in scena Enrico. Dice: «I nostri figli non sono nostri, ce mancano, non è che…». E non ce la fa proprio a chiudere la frase. Mentre Chiara è lì. Ancora un mese prima di morire. Con questa sua lingua affaticata. Col cancro che avanza. A confortare il suo sposo.
E sorride, Chiara. Col sorriso bello e ruspante di una ragazza romana. «Se tuo figlio vince ’na borsa de studio e deve andare in America e tu sai che la sua fortuna è andà là, che fai? Non ce lo mandi? Ce lo mandi anche se te dispiace!».
E così arriva il terzo figlio, Francesco. Questa volta è vivo, sta bene, cresce sano nel grembo di sua madre. E invece a Chiara hanno scoperto un carcinoma. Maligno. E lei decide che la cosa più importante è Francesco. Decide che curerà il cancro solo dopo il parto. E tutto ritorna preghiera.
Intorno a lei si forma un popolo. Si raduna gente che sta in capo al mondo. Mentre i due sposi ripetono la promessa che si sono fatti vicendevolmente davanti a Dio e al popolo, al loro matrimonio: «Chiediamo a voi, fratelli e sorelle, di pregare con voi e per noi, perché la nostra famiglia diffonda nel mondo luce, pace e gioia».
Chiedere la guarigione – Enrico, come Chiara, sente tutto il peso del dolore, lo sgomento. E spiega che «io nella vita ho sempre avuto paura del buio, so’ pieno di paure, perciò onestamente a me sembra una cosa soprannaturale aver affrontato ’sta roba e quindi io sento di aver vissuto un miracolo insieme a mia moglie».
Chiara racconta la sua ultima “discussione” avuta con il Padreterno: «Signore, o mi guarisci oppure mi dai la grazia di vivere questo momento, mi devi però convincere che è molto meglio che io raggiunga i miei figli. Così, da quando sono uscita dall’ospedale ho iniziato a pensare: oh Dio adesso come si fa? Ho pensato a tutte le difficoltà a cui sarebbe andato incontro Enrico da solo e ho passato un po’ una notte così, un po’ sveglia.
E ho detto: “No, così non si può vivere. Fossero gli ultimi momenti della mia vita, li devo vivere chiedendo al Signore la grazia”. Se no umanamente si impazzisce». Dopo un ennesimo viaggio a Medjugorje, Chiara ritrova la serenità. «E ho detto: “Signore questo è il miracolo”». Chiara chiede «la grazia di vivere la grazia».
E poi ringrazia. «Perché anche se fossero i momenti finali è un privilegio sapere in anticipo di morire e… – la voce la si rompe in un groppo in gola – uno così può dire ti voglio bene!». E noi che ascoltiamo queste parole restiamo impietriti davanti a tanta strana bellezza.
Benedetta Frigerio
@frigeriobenedet
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