Che cos’ è la Liturgia. Mons Vittorio Francesco Viola (OFM)
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Mons Vittorio Francesco Viola ha tenuto la sua prima Catechesi sulla Liturgia, a Roma, presso la chiesa di San Gregorio VII.
“Qui abbiamo un argomento ENORME: la domanda è semplice ma la risposta è complicata . La domanda è: che cos’è la Liturgia? Per rispondere a questa domanda ci vuole un po’ di tempo: staremo qui 3 ore .. no, no, non vi preoccupate, sarò molto più breve anche se l’argomento richiede davvero molto più tempo; ma avremo altre occasioni.
La risposta non è semplice, non è scontata; quella che vorrei brevemente presentare a voi è la sintesi di quanto la Costituzione “Sacrosantum Concilium”, la prima del Concilio, ci dice proprio come risposta a questa domanda: che cos’è la Liturgia.
La risposta che cerca un senso teologico alla questione della Liturgia. Quando dico un senso “teologico” intendo dire come si colloca la Liturgia, la Celebrazione Liturgica nel contesto della fede, nel dinamismo della fede. Che posto occupa nel nostro incontro con Dio, nella nostra relazione con LUI.
E quindi vorrei provare così, facendo MOLTA sintesi, di un testo che fa la sintesi di concetti molto ampi attraverso i primi numeri della “Sacrosantum Concilium”, che già conosciamo certamente, e che invito a leggere in particolare i numeri: 5, 6 e 7; perchè avere una chiarezza da questo punto di vista, sapere proprio che cos’ è la Liturgia, ci aiuta ad affrontare tante questioni per celebrare.
Capite che però prima dobbiamo avere chiaro il quadro, direi proprio “teologico”, di cosa è la Liturgia perchè altrimenti poi non sappiamo bene; la questione delle Celebrazioni diventa un po’ un campo minato, alle volte litighiamo anche attorno a queste questioni: se farla, una cosa, se non farla, “però si è sempre fatta e adesso perchè non si fa più?”, “perchè non la rifacciamo?”… a volte perdiamo proprio il senso profondo delle cose… e quindi sapere cos’è ci aiuta a fare chiarezza su tante altre questioni.
Io non ho la pretesa, dicevo, di dirvi tutto ma di provare ad accennarvi qualcosa.
Per rispondere a questa domanda, la “Sacrosantum Concilium” parte da un’affermazione, presa dalla Scrittura: il versetto 4 del capitolo Secondo della Prima Lettera a Timoteo che dà proprio il tono di dove vogliamo collocare la Liturgia.
Rileggere i testi del “Concilium” ci fa bene perchè senti che sono pervasi da un’ispirazione profonda.
Se poi leggiamo ad esempio questo n. 5 dovrebbe dirvi qualcosa… sentirete che è proprio un centore di citazioni della Scrittura.
Il linguaggio del “Concilium” è il linguaggio della Scrittura, dei Padri e della Liturgia. Parla questa lingua, il “Concilium”, la Liturgia.
E tornando quindi a ciò che è il fondamento, la tradizione – quella vera – riesce a dire cose nuove. Perchè la tradizione sempre è nuova. Dico tradizione, non il tradizionalismo; la tradizione, la Scrittura, i Padri, la Liturgia.
Parte da questa affermazione bellissima: I^ Timoteo 2-4 : “Dio vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla piena conoscenza della verità”. DIO-VUOLE-CHE-TUTTI-GLI-UOMINI-SI-SALVINO.
E’ il desiderio che Dio ha: un desiderio di salvezza.
Dio desidera che tutti gli uomini si salvino e giungano a quella conoscenza piena della verità. Capite che questo è, come dire, un desiderio molto più grande del nostro desiderio di salvarci! Molto più grande.
Perchè tutto ciò che è nostro, inevitabilmente è segnato dalla fragilità di quello che siamo.
LUI desidera che noi ci salviamo! Poi dentro il Suo desiderio c’è anche il nostro piccolo desiderio, fragile, lo sappiamo. Però questo sguardo di Dio sull’umanità, uno sguardo DESIDEROSO di salvezza senti che è già solo questo pensiero consolante.
La salvezza è Dono di Dio; o più ancora: è DESIDERIO di Dio, per noi un desiderio che poi si è fatto dono.
Perchè questo desiderio della salvezza per noi è consolante? Perchè questa cosa ci garantisce molto; se fosse solo nostro… figuriamoci.
Questo desiderio di salvezza ha riempito la storia. La storia dell’umanità è piena di questo desiderio.
Fin da tempi diversi, come dire, in fasi successive, questo desiderio di salvezza ha riempito tutta la storia.
C’è stato un tempo, potremmo dire il primo tempo della storia, che proprio perchè è riempita da questo desiderio di salvezza, è diventata STORIA di salvezza.
C’è stato un primo tempo in cui questo desiderio di Dio si è manifestato nella voce dei Profeti che Lo hanno annunciato.
C’è un tempo in cui questo desiderio di salvezza è stato annunciato al mondo. La storia del popolo santo di Israele è un annuncio di questa salvezza. La sua elezione. Il fatto che Dio abbia scelto di stringere alleanza con questo popolo. Gliel’ha offerta Lui, l’alleanza!
E’ LUI che ha preso l’iniziativa e ha cominciato a camminare insieme a questo popolo per poter innanzitutto annunciare questa salvezza in vista di una realizzazione della salvezza!
C’è un tempo, il primo tempo della storia della salvezza, che è il tempo della profezia, dell’annuncio di questa salvezza. I profeti hanno sempre dovuto tenere testa a questo desiderio del popolo di rimanere dentro l’alleanza. Che esprimeva questo desiderio che Dio ha.
Che Dio abbia un desiderio di stringere alleanza con noi. Che desideri la comunione con noi. Dopo il nostro rifiuto, eh?!
Di quella comunione che era il Suo disegno originale; e di quell’inganno, di quella menzogna che è la madre di tutte le menzogne, quelle che il tentatore nel giardino d’Eden ha suggerito al cuore dell’uomo…. e noi ci abbiamo creduto!! Che Dio non volesse parteciparci la Sua Vita.
Dice: “Ma no! Vi ha dato questo precetto perchè non vuole che voi diventiate come Lui”. E’ la madre di tutte le menzogne, eh!? Perchè è esattamente QUESTO che LUI voleva.
Noi gli abbiamo creduto, gli abbiamo creduto e da quel momento abbiamo perso il volto paterno di Dio. Il tentatore Lo ha deformato e noi Lo abbiamo visto deformato. A volte continuiamo ancora a vederLo così: deformato.
Guardate che la prima conversione è sempre teologica, è sempre: come noi vediamo Dio.
Noi gli abbiamo creduto e abbiamo pensato che il Suo non fosse un Desiderio di Amore. Abbiamo pensato che quel precetto, invece che l’opportunità per stare dentro l’alleanza, fosse una coercizione, una limitazione della nostra libertà, che invece Lui ci ha dato con un AZZARDO di amore infinito.
Ma non poteva non farci liberi eh? Perchè senza libertà non avremmo potuto rispondere nell’amore. E nonostante il nostro rifiuto, LUI è rimasto STABILE in questo desiderio.
E’ potente questa Parola, eh? Noi abbiamo sempre quel nostro schema per dire: “Noi abbiamo peccato, noi pecchiamo, Dio si offende, Gli chiediamo scusa, Lui ci perdona e andiamo avanti così”.
Ma questo forse tra di noi….e neppure ci riusciamo.
Può il mio peccato condizionare l’amore di Dio per me? Io posso tirarmi fuori dall’amore di Dio ma NON POSSO IMPEDIRE IO A DIO DI AMARMI!
Posso sottrarmi al Suo Amore, ma non posso impedirGli di desiderare per me la salvezza!
E tutta la prima fase della storia della salvezza è il tempo in cui ci viene detto questo Desiderio. I profeti lo annunciano: grandi visioni, grandi visioni di vita, di pienezza di amore, di vita.
Fino a che arriva un tempo, un momento, che è la PIENEZZA del tempo, DEI tempi, in cui Lui prende l’iniziativa; non bastavano i profeti, non bastavano nemmeno le Sue misericordie, cioè tutti i gesti di amore, di attenzione, di interventi di liberazione del Suo popolo per ammorbidire la testa dura, la dura cervìce del Suo popolo.
Non bastavano le esortazioni dei profeti…nemmeno i castighi, medicinali! Nemmeno questi. Il popolo continuava a rimanere infedele all’alleanza, e Dio CONTINUAVA, con una ostinazione di Amore, a proporre questa alleanza, continuamente. fino a che hanno deciso, loro Tre: il Padre, il Figlio e lo Spirito , di REALIZZARLA, l’Alleanza.
Nella pienezza dei tempi il Verbo, fatto carne, è venuto in mezzo a noi per come lo descrive la Scrittura, per come fa la sintesi qui la “Sacrosantum Concilium”.
Ci dice: “Mandò il Suo Figlio”.
Mandò il Suo figlio.
Ma QUANTO ci desidera? Quanto ci DESIDERA? Fino a che punto?!?!?
Mandò il Suo figlio, Verbo fatto carne, Unto di Spirito Santo; sappiamo che “Cristo” vuol dire “unto”, “consacrato”, “intriso”, intriso di Spirito Santo; ad annunziare la Buona Novella ai poveri, a sanare i cuori affranti; Lui, Medico della carne e dello spirito, Mediatore tra Dio e gli uomini.
L’Eterno che entra dentro il tempo, i tempi si riempiono perchè contengono l’Eterno, fatto carne; una carne, quella di Gesù Cristo, partorita dalla Vergine, INTRISA DI SPIRITO SANTO, ricordiamocela questa espressione!! Cristo, Unto, ripieno di Spirito Santo.
Mandato per che cosa? Mandato per dire quel desiderio, più ancora per REALIZZAREquel desiderio di salvezza.
Quasi non potendo resistere alla distanza che noi avevamo messo tra noi e Lui.
Ma questo lo capiamo perchè succede anche nei nostri piccoli amori: quando c’è un amore, se tu separi gli amanti, quella separazione, se l’amore è vero, quella separazione ACCENDE il desiderio. Più poni distanza tra due persone che si amano davvero, e più questa distanza accende la passione e il desiderio.
Se accade tra di noi, figurati, che siamo così fragili…. tu pensa questa cosa in Dio! Anche questo pensiero, che il nostro peccato, il nostro prendere le distanze da Lui, da parte Sua accenda un desiderio ardente in noi…. sorprende questa cosa! Lui è venuto a colmare questa distanza, è venuto a farci visita, ha preso carne, la NOSTRA carne, intrisa di Spirito Santo; venuto a fare che cosa? Ad ANNUNCIARE, a proclamare forte quel desiderio e a realizzarlo, a compierlo, a stabilire l’alleanza, nuova ed eterna. Per SEMPRE.
A mostrare non più semplicemente in un annuncio dei profeti, ma LUI stesso, Verbo fatto carne! A mostrare, a dichiarare questo Suo Amore per noi e a volerlo realizzare, compiere.
Tutto della persona di Gesù, ma tutto-tutto-tutto-tutto-tutto…. Lo sguardo, i gesti che faceva, il tono della Sua voce, il Suo Corpo, anche i Suoi vestiti, sì, anche i Suoi vestiti, anche il lembo del Suo mantello, TUTTO grondava misericordia!
L’Amore di Dio per noi, che E’ Amore Misericordioso! Ma tutto! I Suoi atteggiamenti, tanto che questo modo di manifestare il desiderio che tutti gli uomini si salvino e giungano alla piena conoscenza della Verità, scandalizzava, SCANDALIZZAVA!
Io penso sempre …a volte noi diciamo “Ah, avessimo potuto essere noi là, a Cafàrnao, a sentirLo parlare…vederLo, toccarLo”.… poi io mi dico: “Mah, forse avrei fatto più fatica a credere”. Perchè i Suoi gesti sono scandalosi, sorprendono tutti, tutti.
Questo Suo stare con i peccatori, cercarli, stare a tavola con loro, dire che è venuto per loro. Noi avremmo detto: “Ma guarda che gente frequenta, questo! Ma non si accorge..?” . Nel Vangelo c’è… forse saremmo stai da quella parte lì.
“Sì, sì, parla bene, però.. frequenta certa gente!”. Forse avremmo rischiato di pensare così.
Guardate che questa manifestazioni disarmante dell’Amore di Dio, Misericordioso, ha sorpreso anche un amico dello Sposo: Giovanni Battista. Perchè se c’era uno esperto, l’ultimo dei profeti, il più grande, se c’era uno esperto nel riconoscere Gesù… era proprio lui.
Lo aveva riconosciuto quando stava ancora dentro il grembo di sua madre Elisabetta: é lui che ha avvisato Elisabetta che si trovava di fronte alla Nuova Arca della Nuova Alleanza, la Vergine Maria gravida del Verbo fatto carne.
I Padri leggono questo episodio citando quel fatto di Davide che danza davanti all’arca. E’ un’immagine bellissima. Di Giovanni Battista, nuovo Davide, che danza dentro il grembo di Elisabetta, sua madre, avvisandola che si trova di fronte alla Nuova Arca della Nuova Alleanza.
Giovanni è espertissimo nel riconoscere Gesù. Poi quando Gesù inizia il suo ministero, e Giovanni sta in carcere, quando chiede e gli riferiscono che cosa sta facendo Gesù e gli dicono: “Mah…parla con tutti, mangia con i peccatori, ha parole di misericordia per tutti…” Giovanni dal carcere dice: “Ma quando tira fuori la scure?”. Ricordate le sue parole. “La scure ha una radice, sta per dare il colpo. Ma il ventilabro, per bagnare il grano e bruciare tutto ciò che non è grano, ma il fuoco divorante, QUANDO lo accende?”.
E allora fa una cosa…io penso sempre: ma quanto gli sarà costato a Giovanni questa cosa! Lui, che Lo aveva riconosciuto da dentro il grembo di sua madre, mentre Lui era nel grembo di Maria, fa questa cosa: manda i suoi allievi a dire a Gesù: “Senti, Giovanni ci manda a chiedere: ma sei Tu o dobbiamo aspettare un altro?”.
Questa cosa, che anche Giovanni venga sorpreso da queste manifestazioni della misericordia di Dio nelle parole e nei gesti di Gesù, è qualcosa di veramente forte.
E Gesù risponde: “Dite a Giovanni quello che vedete..anzi, fate così: citategli Isaia, che forse tra profeti si intendono; ditegli che i ciechi recuperano la vista, i sordi ci sentono, gli storpi camminano, è annunciata una liberazione per tutti i prigionieri. Un anno di grazia. E poi ditegli anche: beato chi non si scandalizza di Me.”
Giovanni capirà, capirà molto bene questa Parola detta per lui da Gesù e si preparerà all’ultima, quella decisiva, delle sue profezie. Quella che farà con il suo corpo.
Perchè domani tutto è profezia, eh? Non ci sarà un pensiero solo, un respiro solo che non sia profezia di Gesù. E la morte in carcere di Giovanni sarà la profezia della Morte di Gesù.
Quando vanno a dire a Gesù che Giovanni è stato decapitato in carcere, Gesù comprende bene che quella è l’ultima profezia che Giovanni ha fatto su di Lui. Sorprende questa misericordia ostinata di Amore Puro che perdona. Gratis! Gratis, ma non per questo non impegnativa.
Gratis perchè è azione Sua della grazia Sua; perchè è stabilità del Suo Amore per noi ma che di impegnativo non c’è nulla come di un dono che ci impegna. Più ti viene dato un dono e più Tu ti senti impegnato da quel dono.
Così viene Gesù in mezzo a noi. A dichiarare questo Amore; più ancora: a realizzarequel desiderio di salvezza stabilendo quella comunione che noi abbiamo infranto con il nostro peccato. Bisognava eliminare il peccato. Come? “Mi è stato dato un Corpo per questo”.
Ha pensato di fare questo: di ASSORBIRE nel Suo Corpo come una spugna tutto ciò che nel mondo era offesa al Padre: TUTTO. Fino ad apparire maledetto . “Maledetto chi pende dal legno”. Fino a questo punto.
Ha condiviso la nostra condizione in tutto ad eccezione del peccato ma in tutto. Questa eccezione si riferisce al peccato ma non alle conseguenze del peccato perchè Lui le prende su di Sè vivendo quella figura di servo sofferente di Isaia.
E’ così che Gesù fa i miracoli, eh! Ce lo dice Matteo al capitolo 9, dopo quella giornata di Cafàrnao. Lui faceva come diceva Isaia riguardo il servo! Prendeva su di Sè le nostre infermità. A SCAMBIO, le prendeva su di Sè liberandoci.
Quindi non è semplicemente un annuncio di salvezza ma è un annuncio che diventa anche subito EFFICACE.
Tu pensa: dicevo prima il lembo del mantello; quella donna che da 12 anni viveva a bagno nel suo sangue e che non aveva più nessuna speranza, nessuna, se non questa.
Bisogna essere così, per poter fare un atto di fede!
Noi a volte chiamiamo “fede” qualcosa che è uno dei tentativi che noi abbiamo a disposizione, ma questa donna non ha altre possibilità e SA che, toccando il lembo del Suo mantello, verrà guarita. Quel gesto del toccare il mantello e QUELLA Parola di Gesù che dice: “Una forza è uscita da Me”… questo fatto, ma come anche tutte le altre guarigioni che sono il mostrare l’efficacia della Sua Parola di salvezza.
Pensa al cieco nato, pensa a quello storpio paralizzato, che l’hanno fatto calare dal tetto, scoperchiandolo, e che si sente dire: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”. L’efficacia della Sua parola di salvezza! Scandalo nello scandalo …e quelli che dicono: “Ma come parla, questo, ma come si permette? Solo Dio può rimettere i peccati!”.
Dicevano “non è vero”, non Lo riconoscevano… e Gesù guarisce per quella durezza di cuore.
Tutti questi che sono stati guariti hanno goduto di questo scambio. Sotto la Croce tutti loro avrebbero visto dove erano finite le loro infermità. Così.
Se l’emorroissa fosse stata sotto la Croce, il Vangelo non ce lo dice- non ce n’è bisogno- avrebbe visto dove era finito il suo sangue: nel Corpo intriso di Sangue di Gesù.
E tutti i paralitici che Lui aveva guarito avrebbero visto dove era finita la loro paralisi: nel Corpo paralizzato di Gesù sulla Croce.
E il cieco nato, ormai da ex cieco, avrebbe potuto vedere lui, ex cieco, con i suoi occhi, dove era finita la sua cecità: negli occhi tumefatti, pestati, pieni di sputi, di spine di Gesù sulla Croce. A scambio.
Senti questo desiderio? MA QUANTO CI DESIDERA?
Paolo ce lo dice in Tessalonicesi 3….
Quanto ci possiamo valutare? Quanto è il valore di ciascuno di noi, ciascuno di noi, uno per uno? Il prezzo del nostro riscatto? Quanto valgo io? GESU’ CRISTO, LA MORTE DI GESU’ CRISTO!
Tutti noi, ognuno di noi, ogni uomo, VALE LA MORTE DI GESU’ CRISTO.
Questo si è compiuto nella Pasqua, che è il centro, che è tutto! E sulla Croce si è compiuto. La riconciliazione si è compiuta lì sulla Croce dove Lui ha vissuto, il Verbo fatto Carne, una PERFETTA solidarietà con noi, con la nostra condizione, fino al punto di prendere su di Sè le conseguenze del nostro peccato, fino a SENTIRE, fino a sentire quel sentimento così estraneo al Volto del Figlio, di allontanarsi dal Padre. Quel “Perchè mi hai abbandonato?” .
E’ LUI che sperimenta la nostra condizione! Le conseguenze del nostro peccato, quel Volto del Padre che noi pensavano di aver perso per sempre se non fosse venuto il Figlio a MOSTRARCI di nuovo il Volto di Dio Padre per noi: una perfetta solidarietà con noi ma anche una perfetta comunione d’Amore con il Padre. Che desidera la nostra salvezza.
In QUESTO Gesù ha lavato il mondo assorbendo su di Sè, nella Sua Carne, il nostro peccato e offrendo il mondo al Padre, riconciliato! E il Padre ha mostrato la Sua fedeltà di Amore tirandoLo fuori dalla morte.
La Risurrezione di Gesù! La Pasqua! Il Mistero pasquale! Il CENTRO di tutta la storia della salvezza, lo sappiamo, è il Mistero pasquale di Passione, Morte, Risurrezione e Ascensione al Cielo.
Stare al centro, la Pasqua di Gesù. E’ la questione decisiva, che ci serve poi per capire che cos’è la Celebrazione, perchè la Celebrazione è dentro questa dimensione. La questione decisiva che si pone tra noi è: ma quale contatto ci viene dato con la Pasqua di Gesù? Perchè, capite, che se tutto questo è molto di più … ed è MOLTO di più, MOLTO più bello…ma se tutto questo ci viene dato semplicemente come un concetto da capire di cui ci facciamo una rappresentazione mentale, cosa c’entra poi con la nostra vita, COME ci raggiunge la Pasqua di Gesù? In che modo la Sua Pasqua ha a che fare con la nostra vita, con la nostra carne, con la nostra morte? In che modo?
Se Gesù Cristo diventasse un ricordo, saremmo degli sventurati! Tra l’altro un ricordo nemmeno nostro… cioè…a volte noi ci giochiamo la relazione con Dio semplicemente per come noi pensiamo Gesù Cristo; come se Gesù Cristo fosse nell’adorazione mentale di un ricordo di altri.
Leggiamo il Vangelo, ci immaginiamo delle scene, dei sentimenti di Gesù, ce li rappresentiamo mentalmente …..ma capite che diventa evanescente.
E l’Incarnazione? DOV’E’ finita l’Incarnazione? L’incarnazione non è solo un fatto; è un fatto, l’Incarnazione, ma è anche un METODO. E’ come Dio ha SCELTO di venirci incontro. Dio non cambia metodo, sapete? Non ha cambiato idea, c’è una continuità dell’ l’incarnazione.
Come ci raggiunge allora la Pasqua? Lo dice facendo una sientesi mirabile di tutta la storia della salvezza. Dice che come il Padre ha mandato Cristo, così Cristo ha mandato gli Apostoli ripieni, RIPIENI di Spirito Santo, COME LUI, ORA; come il Suo Corpo.
Prima abbiamo detto: “Unto di Spirito”. Ma Cristo manda gli Apostoli così come il Padre ha mandato Lui: ripieni di Spirito Santo, cioè anche loro “Unti”, cioè “Cristi”, “Consacrati”, “Unti”.
Per fare che cosa? Ma per fare la stessa cosa che ha fatto Lui! ANNUNCIARE la Notizia Buona, il Vangelo, che tutti siamo salvi IN Cristo, ma anche per REALIZZAREquesta opera di salvezza.
Non accontentandosi semplicemente di un annuncio, ma per rendere pratico, efficace quell’Annuncio di salvezza.
Ad esempio: vi ricordate quando Pietro è salito al Tempio, quel pomeriggio, come facevano di solito per la preghiera del pomeriggio? Vanno su lui (Pietro) e Giovanni. Arrivano davanti alla Porta “Bella” del Tempio e c’è quello storpio che aveva sempre quella postazione per chiedere l’elemosina.
Pietro lo vede e…. e guardate che è buono per noi che sia stato Pietro a parlare; Giovanni aveva qualche “credenziale” in più. Giovanni c’era, sotto la Croce, Pietro no. E’ Pietro che parla: Pietro lo guarda e gli dice: “Senti, noi non abbiamo nulla di argento però nel Nome di Gesù: alzati e cammina!”.
Adesso voi ditemi: che cosa è saltato in mente a Pietro di fare una cosa del genere. Da dove viene tutta questa cosa? Noi cosa avremmo fatto ?
Forse gli avremmo detto: “Guarda, ti dico il Kerigma, ti dico che Gesù è morto e risorto …però sei in ritardo; se fossi stato qui due mesi fa sarebbe passato Lui e ti avrebbe tirato in piedi”.
Alle volte noi annunciamo il Kerigma, che è la Pasqua di Gesù, che è il Tesoro più PREZIOSO che abbiamo, quasi dichiarando l’inefficacia… capite che non ce ne facciamo nulla di un Kerigma che non funziona!
Pietro non dice: “Se fossi stato qui due mesi fa ti avrebbe Lui detto: ‘Alzati e cammina; l’ho visto fare tante volte’ !”.
Sto dicendo: Pietro non gli parla DI Gesù, a quello storpio, ma gli parla DA Gesù!… eh, è tutta un’altra cosa!
Gesù ,in lui, continua a dare EFFICACIA a quell’annuncio di salvezza. E funziona.
Lo Spirito che riveste Pietro, che è lo Spirito del Signore Risorto in lui, continua ad avere la STESSA efficacia PER la fede di Pietro!
A me viene sempre da pensare: ma secondo voi …..chi si sarà stupito di più: lo storpio ….o PIETRO nel vedere l’efficacia di quella Parola? Cioè nel vedere, nello sperimentare, che la Pasqua di Gesù non era un bel sogno, non era qualcosa che poteva consolarmi di quella perdita…. ma che la Pasqua di Gesù ERA LI’ PRESENTE ED EFFICACE.
Voi direte: ma Padre….ma quando ci parla della Liturgia, quando ci parla di questa liturgia? E’ QUESTA la Liturgia! La Liturgia, PER NOI, è questo.
E’ la continuità dei gesti salvifici di Gesù, delle Sue Parole di salvezza e dei Suoi gesti di salvezza.
Domani festeggiamo San Leone Magno. Leone Magno diceva proprio questo: tutto ciò che c’era di visibile in Gesù è passato nella Celebrazione dei Suoi Misteri cioè nella Celebrazione dei Sacramenti.
Se non fosse così sarebbe per noi una grande INGIUSTIZIA! Sarebbe come se Dio si fosse pentito del metodo dell’Incarnazione.
Sto dicendo che i Sacramenti, la Celebrazione dei Sacramenti sono questo. Sono la PRESENZA, la VISIBILITA‘. La Presenza e l’azione salvifica della Pasqua, PER NOI, in forza del dono della persona dello Spirito.
Che E‘ il RESPIRO di Gesù VIVO, della Sua Pasqua dentro di noi.
Non ci è dato di poter rimpiangere di non poter essere stati lì.. di non poter essere guardati con il Suo sguardo di Misericordia come l’adultera… e sapete perché non ci è dato?
Perchè OGNI VOLTA che noi celebriamo il Sacramento della Riconciliazione ACCADE LO STESSO FATTO! Le stesse parole, con la stessa efficacia, in forza dello Spirito.
“Ti sono perdonati i tuoi peccati, vai in pace, non peccare più” .
Ogni sacramento è VISIBILITA‘ di Gesù Cristo, specialmente nel Sacramento della CELEBRAZIONE EUCARISTICA.
E qui ci sarebbero moltissime cose da dire …accenno solo qualcosa e poi termino.
La Celebrazione Eucaristica, CHE NON E’ la sceneggiata dell’Ultima Cena…a volte è come se noi facessimo una Sacra Rappresentazione dell’Ultima Cena. Se fosse così sarebbe ridicolo, se non blasfemo. Per noi, in particolare, nel linguaggio simbolico
…ma avremo altre occasioni per dire qualcosa di questo.
In ogni particolare, che è quello del simbolo, a noi viene dato NON di ricordare l’Ultima Cena ma di ESSERE PRESENTI all’Ultima Cena.
La Celebrazione Eucaristica E’ l’Ultima Cena, perchè quella Cena È ULTIMA, ultima, non ce ne sono ALTRE .
E’ ultima perchè è unica, perchè è l’Offerta Sua, perchè è il Suo Corpo dato per noi. Ogni Celebrazione Eucaristica E’ l’Ultima Cena.
Capite allora quale è la forza della Celebrazione.
La forza della Celebrazione è questa: è il Risorto PRESENTE in mezzo a noi; qui poi il “Concilium” ci aiuta a cogliere le molteplici presenze di Cristo dove noi alle volte siamo un po’ superficiali. La nostra attenzione è sempre troppo poca, eh, è sempre troppo poca… Per le Specie Eucaristiche: il Pane consacrato, il Vino consacrato, la Reale Presenza di Cristo nelle Specie Eucaristiche.
Il “Concilium” ci invita a cogliere le molteplici presenze.
Perchè, capite, se la Celebrazione è il luogo dove io incontro Lui, il Signore Risorto, che attraverso i segni e i gesti della Celebrazione Eucaristica CONTINUA ad annunciarmi e a realizzare la salvezza per me, occorre che Lui sia presente!!
E che non sia un ricordo, non un pensiero.
E COME è PRESENTE? E’ presente in molti modi, per l’azione dello Spirito, in molti modi.
Nelle Specie Eucaristiche: una Presenza particolarissima, UNICA.
Ma il “Concilium” ci dice anche che è presente, sempre nella Celebrazione Eucaristica, nella persona dei MINISTRI, sempre in forza del Sacramento, il Sacramento dell’Ordine.
Ma dice anche che è presente, OGNI VOLTA (lo dice al n. 7, questo) che nella Celebrazione, nell’Assemblea, viene PROCLAMATA la Parola.
Il Vangelo È La Parola del Risorto nella Sua Chiesa.
Vedete che non è vero che non ci è dato il potere di ascoltare la Sua voce: noi la ascoltiamo ogni volta che nella Chiesa viene proclamata la Parola, capite? .. ci sono tante conseguenze. COME proclamiamo, DOVE, DA DOVE la proclamiamo, la Parola .
Tutte le conseguenze poi delle nostre Celebrazioni . Capite che dobbiamo prima cogliere il senso di quello che facciamo.
Egli è Presente ogni volta che in Chiesa si legge la Parola, è Presente NELLA FORZAdi ogni Sacramento. Nella potenza, nell’efficacia di OGNI Sacramento.
È presente dove sono riuniti due o tre nel Suo Nome.
E se è presente è PER AGIRE, PER FARE QUALCOSA, PER OPERARE LA SALVEZZA CHE È IL DESIDERIO DI DIO.
Noi, ciascuno di noi, siamo DESIDERATI.
Ed ecco che ci attende la Comunione con la Santissima Trinità.
Queste molteplici presenze sono la GARANZIA che le nostre Celebrazioni sono efficaci a motivo DI questa presenza, PER la Presenza dello Spirito perchè, e concludo……anche se il “Concilium” ci dice MOLTO di più …. abbiamo fatti… alcuni passaggi… ma ci saranno altre occasioni..
Per cui ci vien detto che la Liturgia, al n. 7 più che una definizione ci viene data una descrizione perchè la Liturgia è tutto questo.
Ci viene detto che LA LITURGIA È IL SACERDOZIO DI GESÙ .
Che vuol dire: il Sacerdozio di Gesù? QUANDO Cristo ha esercitato il Suo Sacerdozio? Ma Cristo ha esercitato il suo Sacerdozio sulla Croce! Portando a compimento quell’offerta che era GIÁ dentro la Sua Carne, nel grembo della Vergine Maria.
Entrato nel mondo, Cristo… ci dice il Salmo 39.. “Tu non hai gradito nè sacrificio, nè offerta: un corpo mi hai preparato”. Il fondamento del Suo Sacerdozio: Lui che offre il Suo Corpo. SULLA CROCE l’ha realizzata! La Pasqua è il Sacerdozio di Gesù .
La Liturgia è, ci dice il “Concilium”, la Pasqua di Gesù che si rende presente ed efficace per questi segni SENSIBILI: la Celebrazione, pane, vino, olio, acqua, Parola, gesti, luci, suoni, canti, profumi, la bellezza!
La Celebrazione è fatta di questo: tutte realtá UMANISSIME ….senti come continua l’Incarnazione?
La Liturgia è la Pasqua di Gesù, il mistero pasquale che si rende presente nell’azione celebrativa: parole, gesti, segni sensibili, per una santificazione dei fedeli, cioè perchè per noi la santificazione è ENTRARE in questa comunione in forza dello Spirito.
Per cui dove oggi incontro il Risorto che annuncia e realizza la mia salvezza? Nella Celebrazione dell’Eucaristia.
Dove io incontro la Pasqua nella mia malattia? Nel Sacramento dell’Unzione degli Infermi.
Dove sperimentiamo la potenza del Suo Amore per noi?
Ma nella Consacrazione dell’amore sponsale! Che diventa, per la Chiesa, Sacramento di come Lui ama la Chiesa.
Dove io posso sperimentare la presenza di Lui Pastore, Maestro, Sacerdote? Ma nella persona dei Suoi Ministri che, per MISERICORDIA PURA, sono stati raggiunti dal dono dell’epiclesi di Ordinazione.
Capite la potenza della Celebrazione? Luogo dove noi sperimentiamo l’efficacia della Pasqua?
Da qui, e concludo veramente, da qui (.. ci sarebbe molto altro.. ) fa testo la sete, la bellezza, la semplice nobiltà delle nostre Celebrazioni, del celebrare cristiano.
Ogni gesto che noi facciamo nella Celebrazione …. A volte sembra che abbiamo dei criteri un po’ folkloristici, un po’ emotivi, di domandarci sempre: qual è il senso del simbolo?
Che cosa è il simbolo, il suo significato, ve lo dirò la prossima volta.
Dobbiamo capirlo, altrimenti rischiamo delle volte, se va bene, la superficialità.
E quando trattiamo con superficialità i simboli, i simboli si infrangono, non dicono più nulla..
A volte invece peggio. Invece di incontrare Lui …non incontriamo Lui, non incontriamo nulla e nessuno.
Non incontriamo la salvezza ….e la nostra Celebrazione si svuota di efficacia … dipende da noi, dipende MOLTISSIMO da noi, e per questo il “Concilium” insiste molto su questo che, ripeto, è un altro argomento, ma ci torneremo.
Insiste molto su quello che è la PARTECIPAZIONE alla Celebrazione, che non è soltanto quel coinvolgimento emotivo per cui se c’è quel canto a cui sono abituato a sentire, perchè mi piace, allora partecipo… se non c’è quello non partecipo. Questo è l’esempio più banale … potrei fare esempi infiniti di questo.
E’ su un altro piano! E’ sul piano della RELAZIONE con lo SPIRITO attraverso i segni SENSIBILI. Questo per noi è FONDAMENTALE.
La Celebrazione è il luogo dove la Pasqua si fa presente . PARTECIPANDO alla Celebrazione incontro la Pasqua e la sua efficacia per la mia vita.
Capite che da qui viene tutta la serietà ma anche la bellezza, la bellezza e la serietà del celebrare cristiano.
Non finiremo mai di crescere in questa comprensione, di migliorare la qualità delle nostre Celebrazioni, di diventare esperti nel linguaggio simbolico, di capire cos’è il simbolo e come funziona.
Che il Signore ci faccia la grazia di entrare dentro questa comprensione.
La Liturgia non è solo la Celebrazione. La Celebrazione è il fulcro che mi permette di incontrare la Pasque e la Santificazione cioè la CONOSCENZA DI DIO per la partecipazione alla Sua Santità.
E’ questo il dono che ci viene fatto. Non finiremo mai di ringraziare il Signore per il dono della Celebrazione.
Che possiamo prendere sul serio questo dono cercando di comprendere sempre meglio il senso del nostro celebrare!
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