Catechesi liturgica – Tempo di Avvento
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Tempo di Avvento
Con il 2 dicembre ha inizio il nuovo anno liturgico. In tal giorno, infatti, cade la prima delle domeniche di Avvento che, nel giro di quattro settimane ci porterà al Santo Natale. Questo periodo di attesa che la Chiesa, da secoli, ha stabilito, è di grandissima importanza per le sua funzione di preparazione a quel sublime Mistero che è l’Incarnazione del Verbo Divino.
Un evento così grandioso non può trovarci impreparati ed è per ciò che il cristiano deve provvedere ad un’attenta riflessione sul .significato di tale prodigiosa manifestazione per poterla poi vivere in tutta la sua ricchezza di Grazia. Poniamoci, dunque, in quest’attesa del Redentore riflettendo, innanzitutto, sulla Sua triplice venuta: quella storica, la presente e quella escatologica.
Nel Vangelo leggiamo come, giunta la pienezza dei tempi, Dio mandò il Sua unico Figlio per redimere l’uomo dal peccato ed insegnare a tutti la legge dell’Amore. Gesù, che è venuto nel mondo duemila anni fa, continua a venire tra noi: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt. 28, 20). Egli, dunque, è il « Veniente» che si è posto accanto all’uomo e nell’uomo stesso per fare con lui il cammino di salvezza.
E questa Presenza, viva ed operante (seppur invisibile) di Cristo nel mondo e, specialmente, nella storia dell’uomo, continuerà fino alla fine dei tempi, quando il Signore verrà, nella pienezza della Sua Gloria, a giudicare il mondo e consegnare il Regno al Padre.
Questo Avvento, o tempo di Accoglienza, si ripete ogni anno, perché il rapporto d’amore che Dio ha stabilito con l’uomo, non deve interrompersi ma ricrearsi, in un continuo sviluppo, al di là delle nostre cadute. Dio infatti non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Ma il Dio che si è fatto carne ed è venuto in mezzo a noi per redimerci, non può compiere la Sua opera di salvezza senza la nostra accettazione e collaborazione. Ecco, dunque, il richiamo del Profeta: «Preparate le vie del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Quindi il Signore viene, ma la Sua venuta sarà un incontro di salvezza solo se gli prepariamo la strada.
In che modo possiamo far questo? Bisogna innanzitutto rifugiarsi nel deserto, vale a dire distaccarsi dalle cose e porsi in ascolto della Parola di Dio, meditando le promesse fatte ai patriarchi ed ai profeti che in Cristo si sono realizzate. Assumendo un. atteggiamento di fede e di apertura alla Grazia del Signore, bisogna quindi operare la «conversione del cuore». Conversione che diviene possibile a condizione di rinunciare al proprio egoismo, svuotandosi di tutto ciò che e falso, inutile, corrosivo, per creare uno spazio libero a Colui che viene.
Purtroppo però, con le nostre sole forze, non potremmo nulla e quindi si rende indispensabile la preghiera, umile e fiduciosa, per ottenere da Dio l’aiuto e la protezione di cui necessitiamo. I Suoi angeli saranno pronti a custodirci e lo Spirito Santo sarà sempre su di noi fino a quando saremo vigilanti e sapremo custodire i Suoi precetti.
Allora, vivificati e trasformati dallo Spirito d’Amore, purificati dai nostri idoli e dalle nostre sozzure, dovremo uscire da noi stessi per andare incontro al nostro prossimo, in carità ed autentico amo re fraterno, portando ad essi l’aiuto concreto, la speranza che non delude, l’amore dei figli di Dio.
Con queste disposizioni di spirito ed il conseguente costume di vita, potremo gioiosamente presentarci dinanzi al «Figlio dell’Uomo» e ricevere da Lui il premio della Consolazione che Egli concede a coloro che hanno saputo consolare gli altri.
Don Manlio
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