Bestemmia in TV
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Ci è giunta notizia di un fatto assolutamente scandaloso che ha turbato molti credenti. Durante una trasmissione televisiva, uno degli attori ha scagliato una bestemmia contro Dio. L’attore in questione, per altro, non ha subito nessuna grave sanzione ma soltanto una multa pecuniaria. Evidentemente i dirigenti dell’emittente non hanno tenuto granchè conto della gravità dell’espressione o, forse, non conoscono il valore terribile della Bestemmia contro Dio. E’ vero che non sono pochi quelli che commettono questo orribile peccato ma farlo in TV è decisamente più grave. Allo scopo di far comprendere a tutti cos’è la bestemmia, abbiamo deciso di pubblicare la riflessione di Padre Stefano Manelli sull’argomento.
La bestemmia è un terribile peccato mortale, una gravissima ingiuria che si fa a Dio, alla Madonna, ai Santi, a ciò che è sacro. S. Girolamo arriva a dire che “ogni peccato è leggero se si paragona alla bestemmia”. Certo che con la bestemmia ci si rivolta contro Dio, si da scandalo, si provoca “l’ira di Dio” (Col 3, 6) e la sciagura della perdita della grazia di Dio.
P. Pio da Pietrelcina definiva la bestemmia “la lingua del diavolo”, e se ne affliggeva talmente all’udirla che cosi scriveva al suo Padre Spirituale: “Quanto soffro, Padre, nel vedere che Gesù non viene curato dagli uomini, ma quel che è peggio anche insultato e, più di tutto, con quelle orrende bestemmie. Vorrei morire o almeno divenir sordo, anziché sentire tanti insulti che gli uomini fanno a Dio”. Quale delirio mentale afferra gli uomini spingendoli a bestemmiare? La bestemmia è una empietà ispirata da satana ed è scostumatezza da dementi. Non si può spiegare altrimenti.
Quanti martiri hanno accettato il martirio cruento, piuttosto che bestemmiare? Quale gloria per la Fede cristiana! Quando S. Policarpo, nobile vegliardo, vescovo di Smirne, venne portato al supplizio, sentì chiedersi dal proconsole romano: “Maledici il tuo Cristo e io ti lascerò libero”. Prima di rispondere, S. Policarpo alzò gli occhi al cielo, poi disse: “Sono ottanta anni che io servo il mio Signore Gesù Cristo, e in tutto questo tempo Egli non mi ha fatto che del bene; e ora lo dovrei bestemmiare? Egli è il mio Dio, il mio Salvatore, il mio sommo Benefattore… “. Affrontò la morte con intrepido coraggio. E fu morte splendida davanti a tutti.
S. Agostino dice che “i bestemmiatori di Cristo non sono meno colpevoli di quelli che altra volta lo crocifissero sulla terra”. Da ciò scaturisce l’obbligo di riprendere e correggere chiunque abbia questo maledetto vizio: “Noi dobbiamo sopportare con pazienza le ingiustizie che ci si fanno; ma quando dinanzi a noi una bocca sacrilega vomita bestemmie contro Dio, lungi dall’essere pazienti, dobbiamo resistere all’empio, e condannare la bestemmia, senza nascondere la nostra indignazione”.
Anche a P. Pio da Pietrelcina fu chiesto se bisognava riprendere chi bestemmiava, ed egli rispose: “E’ santissimo e giustissimo”. Non bisogna dispensarsi da un dovere che deve stare a cuore a tutti, perché la bestemmia è un delitto anche sociale. “Per la bestemmia — scrive S. Giovanni Crisostomo — vengono sulla terra carestie, terremoti, pestilenze e guerre”. E Padre Pio ribadisce: “La bestemmia attira i castighi di Dio, le malattie, le disgrazie, le sventure”; “…ci toglie il pane”; “pulisce la cenere dal focolare…”, “fa perdere grazie importanti che stavano per arrivare”. Per questo egli era esigente ed energico. I bestemmiatori li mandava via spesso senza assoluzione, investendoli a volte con espressioni terribili come queste: “La bestemmia è il diavolo sulla tua lingua”; “attiri l’inferno sulla tua anima”… La Bestemmia è un “Mistero d’iniquità”.
Un giorno il B. Massimiliano M. Kolbe, per una via di Roma, udì un uomo lanciare una terribile bestemmia contro la Madonna. Il Beato Massimiliano fremette dentro di sé, si avvicinò subito a quell’uomo, e gli disse con le lagrime agli occhi: “Perché bestemmi la Madonna?… Bestemmieresti tua madre? “. A quelle lagrime e a quelle parole il bestemmiatore si ravvide, chiese scusa e promise di non farlo più.
Se amiamo veramente la Madonna, come dobbiamo tenerci a farla rispettare! E’ nostra Madre! E quando non si può o non si riesce a ottenere la correzione del bestemmiatore, bisogna che almeno si faccia un po’ di riparazione per le bestemmie. A scuola da S. Alfonso impariamo il dovere della riparazione, ricordando la sua visita a Gesù Eucaristico e alla Madonna, con quelle belle e significative parole: “Io saluto oggi il vostro amantissimo cuore… per compensarvi di tutte le ingiurie che avete ricevuto…”.
Dai Santi impariamo a riparare subito ogni bestemmia che udiamo, almeno con qualche giaculatoria detta con amore. Alla Madonna, poi, chiediamo che riempia anche l’anima nostra della gloria di Dio.
P. Stefano Maria Manelli
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