Bambini, questi sconosciuti! Ma la cicogna…?
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In Europa non nascono più bambini. Tanto che la cicogna, anche lei nelle file dei disoccupati, può dedicarsi – come nella foto in evidenza – allo stretching.
A informarci della situazione, che non possiamo dire essere una novità, è l’Eurostat, che impietosamente rilava come nel 2015 l’Italia sia risultato essere il Paese europeo con meno nascite in assoluto.
Scrive l’Ansa: «Lo scorso anno l’Italia è risultato il Paese con il tasso di natalità (8 x mille, per un totale di 486mila nuovi bambini) più basso tra quelli dell’Ue. […] Complessivamente, nei 28 Paesi dell’Unione, nel 2015 la popolazione è cresciuta passando da 508,3 a 510,1 milioni. Ma ciò, osserva Eurostat, è avvenuto solo grazie agli immigrati poichè tra i residenti le nascite (5,1 milioni) sono state inferiori alle morti (5,2 milioni). A guidare la classifica Eurostat dei Paesi con il maggior tasso di natalità sono l’Irlanda (14,2 x mille) seguita da Francia (12) e Gran Bretagna (11,9). In fondo alla graduatoria, prima dell’Italia, compaiono invece il Portogallo (8,3) e la Grecia (8,5)».
La verità è che oggi i bambini si uccidono (con l’aborto), si fabbricano su misura (con la fecondazione artificiale), si comprano (con l’utero in affitto)… lasciandosi guidare da logiche egocentriche ed edonistiche.
«Quando voglio, se voglio e con chi voglio (conosciuto o sconosciuto), farò un figlio». E così, goccia dopo goccia, negli ultimi anni abbiamo dato vita a una società “bambina” dentro: «Voglio, quindi posso». Ma, quante volte ce lo siamo sentiti ripetere da piccolini che «L’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re»?
Arrivati a questo punto della situazione, dunque, una delle urgenze forse più impellenti è che gli adulti la smettano di comportarsi come bambini. Solo in questo modo, forse, torneranno a farli nascere, i bambini!
Sì, perché un bambino non è un oggetto che è possibile manovrare a proprio piacimento. I bambini sono persone con una dignità immensa, che nei primi anni di vita hanno bisogno di persone adulte che li guidino e li indirizzino nel cammino della vita. E per fare questo occorre essere responsabili, ossia adulti: una delle cose più trasgressive che si possa fare nel 2016! E una condizione dalla quale discende il saper mettere nell’ordine corretto i grandi valori della vita: dare origine a una famiglia fondata sul matrimonio “per sempre”; mettere al mondo dei figli e ed educarli; accettare il nostro essere creature limitate e mancanti, ma uniche e preziose… insomma, tanti concetti ormai démodé.
Intanto lunedì 11 luglio è stata celebrata la Giornata Mondiale della Popolazione (qui il Messaggio redatto per l’occasione dagli organismi dell’ONU), che quest’anno assume un significato particolare perché entro il 31 dicembre è prevista la nascita del sette miliardesimo abitante della terra. Ci auguriamo, come siamo tristemente abituati a constatare, che non si trasformi nella solita scusa per ripetere la bufala che «al mondo siamo in troppi».
I bambini sono il nostro futuro e, in tempo di crisi, è meglio investire sul sicuro! E questo per il bene e la realizzazione di ognuno, oltre che per il Paese, per la mamma e per la suocera…
Teresa Moro – ProVita
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