Arrestato per truffa un Prelato dello IOR
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Una vera e propria bomba è scoppiata in Vaticano a causa dello IOR. Principale protagonista della vicenda e monsignor Nunzio Scarano – meglio conosciuto come “Don 500” – per la disinvoltura con cui maneggiava mazzette di banconote da € 500.
Il dottor Nunzio Scarano era un funzionario della Banca d’America e d’Italia, a Salerno, fino al 1983. Successivamente passò all’APSA (amministrazione del patrimonio della sede apostolica). In quegli anni ricevette la vocazione sacerdotale e nel giro di tre anni – per l’abbuono di due anni di seminario – fu ordinato sacerdote ed entrò nel clero salernitano. Inviato in una frazione di Eboli, vi svolse la sua attività pastorale. Successivamente, il cardinale Martino, suo concittadino, lo portò in Vaticano.
Scarano, uomo dinamico, dai modi garbati e sempre sorridente, dotato di un eloquio facile e convincente, era riuscito a conquistarsi la fiducia di molti investitori salernitani che gli affidavano il proprio denaro, nella certezza di effettuare buoni investimenti.
Trasferitosi a Roma, viveva con la madre in un bell’appartamento che affaccia su piazza Navona. Ma è nel suo appartamento di Salerno che i carabinieri hanno trovato una preziosa pinacoteca e pregevoli oggetti di antiquariato.
Don Nunzio è balzato agli “onori della cronaca” per una pesante accusa che vede coinvolti anche un broker ed uno 007. L’accusa, per cui è stato associato alle carceri di Regina Coeli, è quella di riciclaggio, truffa e corruzione. Il prelato, d’accordo con i due personaggi suddetti, aveva organizzato l’illecita importazione in Italia, dalla Svizzera, di ben 20 milioni di euro. L’operazione però è fallita perché il broker, Giovanni Carenzio, aveva prelevato il denaro, passandolo ad una fiduciaria.
L’unico a guadagnarci qualcosa, pare che sia stato Giovanni Zito, lo 007 che ha presentato una nota spese di € 400.000 (probabilmente falsa) a monsignor Scarano, il quale ha comunque preferito pagare.
Erano già alcuni mesi che i militari della G. d. F. ascoltavano e registravano le conversazioni telefoniche dei tre indagati e, quando questi hanno compiuto un passo falso, sono inesorabilmente scattate per loro le manette. Don Nunzio si difende. Dice che è tutto un equivoco ma, intanto, il Vaticano ha provveduto a sospenderlo dal suo ufficio.
Va precisato che lo IOR svolge realmente un compito prezioso per la Chiesa, nel sostegno dei paesi poveri, ma è comunque vero che si rende assolutamente necessario un severo controllo sulle sue attività.
Don Manlio
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