Anno della Misericordia
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Giorno dopo giorno sta prendendo sempre più corpo il tema dell’anno: “l’Anno Giubilare della Misericordia”. Dire che la Chiesa prende coscienza di quanto grande sia la Misericordia di Dio solo in questo tempo, è affermare il falso
Da sempre l’uomo, conscio dei suoi peccati, ha creduto e posto la sua fiducia di salvezza nella “Misericordia” di Dio. Lo scrittore sacro del libro del Siracide, così si esprime a favore di se stesso e del suo popolo;” Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo. Ora, Signore, ricordati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gii errori miei e dei miei padri”.
Una terribile tentazione, comunque, minaccia l’uomo di tutti i tempi: la presunzione della autogiustifica. Non ci si vuoi sentire peccatore, trasgressore di leggi che riguardano Dio e la responsabile implicanza morale nel rapporto con gli altri uomini che, comunque e dovunque siano, il Signore chiama “prossimo”, cioè: a me vicino, che mi appartiene. Ancora il Siracide dice: “La misericordia dell’uomo riguarda il suo prossimo, la misericordia del Signore è per ogni essere vivente. Egli rimprovera, corregge, ammaestra e guida come un pastore il suo gregge”. La “Misericordia” di cui l’uomo necessita è strettamente legata alla conoscenza filiale del proprio Signore. Pensare e, quindi, credere di amare un “Dio” come se fosse un essere misterioso lontano e distinto da me, non creerebbe nessun presupposto bisognoso della “Misericordia”.
Il mio prossimo ed io formiamo una stretta comunione con il Signore, tanto da confonderci in una sorta di “unità” forte, reale e interdipendente, meglio di quanto possa essere il rapporto padre-figlio nella natura umana. Il mistero è grande e richiede un delicato spirito di fede.
Come spiegare la parola di Giovanni che ci vede generati dall’amore di Dio e fortemente uniti, nel suo amore, ai fratelli? “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato iI suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. ” (1 Giov. 4)
Come non gioire grandemente nel prendere atto di questo mistero di amore gratuito di Dio e della nostra graziosa complicità in quanto soggetti ed oggetti del “dono” della “Misericordia”? La “Gioia” che rallegra il cuore di tutti noi, peccatori bisognosi di misericordia, potrebbe impaludarsi nella sterilità se non si rivelasse nella testimonianza. È proprio Gesù che, all’indemoniato liberato che esulta di gioia tanto da volerlo seguire, comanda: «Va’nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te» (Me. 5).
Fra Leonardo
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