Anno della fede – I due pericoli della fede
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Io credo, sinceramente, che noi tutti, oggi, mettiamo a repentaglio la nostra fede soprattutto per due motivi o atteggiamenti. II primo consiste nel fatto che abbiamo trascurato o messo completamente da parte la dimensione escatologica della fede: non attendiamo più nessuno, non ci prepariamo ad alcuna manifestazione del Signore risorto.
Celebriamo l’Eucaristia e gli altri sacramenti come se tutto fosse già avvenuto. In verità, la forza del cristianesimo nascente è stata proprio l’attesa della parusìa o manifestazione gloriosa del Signore risorto. Siamo sempre più portati a immaginare Gesù nella sua umiltà e povertà, dimenticando invece che egli si rivelerà al mondo come giudice e signore della storia.
La nostra fede ha bisogno di slancio, di speranza, di recuperare quella sana inquietudine o tensione che permetteva ai primi cristiani di portare l’annuncio coraggioso e convincente del Signore che viene: Maranathàl Viviamo in una sorta di Chiesa addormentata, addomesticata, che ha messo le sue radici nella storia, e ha dimenticato il suo carattere provvisorio. Se la tensione escatologica non irrora i canali della fede, allora la nostra esistenza di credenti risulta sempre quieta, smorta, insignificante!
Il secondo motivo o atteggiamento riguarda il carattere privato della fede: abbiamo scordato, invece, la rilevanza pubblica, sociale o collettiva – direi ecclesiale – del nostro credere. La fede deve contagiare gli altri, va testimoniata: non si può ridurre a un sentire, a un’emozione del momento. Non c’è niente da sentire: chi crede non sente, bensì si mette in ascolto del Signore e prova a raccontare la sua esperienza di fede agli altri.
Se la fede resta segregata nell’intimo dei nostri cuori non cambierà certo la storia, né sarà rilevante per la nostra società.
Quindi …
Padre Edoardo Scognamiglio
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