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Angelus di papa Francesco – Domenica 11 dicembre ’16

11 Dicembre 2016 | Filed under: Angelus, Papa, Papa Francesco
     

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Pope Francis leads his first Angelus prayer in Saint Peter's Square at the Vatican 17 March 2013. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

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Nella terza domenica di Avvento, il Santo Padre ha tenuto un discorso ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro, nel corso del quale ha lanciato un dolorosi appello perchè cessino le ostilità in Siria e in particolare ad Aleppo dove innumerevoli persone innocenti soffrono, vittime della violenza e della distruzione. Così il Pontefice:

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi celebriamo la terza domenica di Avvento, caratterizzata dall’invito di san Paolo: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino». Non è un’allegria superficiale o puramente emotiva, quella alla quale ci esorta l’Apostolo, e nemmeno quella mondana o quella allegria del consumismo. No, non è questa, ma si tratta di una gioia più autentica, di cui siamo chiamati a riscoprire il sapore. Il sapore della vera gioia. E’ una gioia che tocca l’intimo del nostro essere, mentre attendiamo Gesù che è già venuto a portare la salvezza al mondo, il Messia promesso, nato a Betlemme dalla Vergine Maria.

La liturgia della Parola ci offre il contesto adeguato per comprendere e vivere questa gioia. Isaia parla di deserto, di terra arida, di steppa; il profeta ha davanti a sé mani fiacche, ginocchia vacillanti, cuori smarriti, ciechi, sordi e muti. È il quadro di una situazione di desolazione, di un destino inesorabile senza Dio. Ma finalmente la salvezza è annunciata: «Coraggio, non temete! – dice il Profeta: Ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi». E subito tutto si trasforma: il deserto fiorisce, la consolazione e la gioia pervadono i cuori. Questi segni annunciati da Isaia come rivelatori della salvezza già presente, si realizzano in Gesù. Egli stesso lo afferma rispondendo ai messaggeri inviati da Giovanni Battista.

Cosa dice Gesù a questi messaggeri? «I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano». Non sono parole, sono fatti che dimostrano come la salvezza, portata da Gesù, afferra tutto l’essere umano e lo rigenera. Dio è entrato nella storia per liberarci dalla schiavitù del peccato; ha posto la sua tenda in mezzo a noi per condividere la nostra esistenza, guarire le nostre piaghe, fasciare le nostre ferite e donarci la vita nuova. La gioia è il frutto di questo intervento di salvezza e di amore di Dio. Siamo chiamati a lasciarci coinvolgere dal sentimento di esultanza. Questa esultanza, questa gioia… Ma un cristiano che non è gioioso, qualcosa manca a questo cristiano, o non è cristiano! La gioia del cuore, la gioia dentro che ci porta avanti e ci dà il coraggio. Il Signore viene, viene nella nostra vita come liberatore, viene a liberarci da tutte le schiavitù interiori ed esterne.

È Lui che ci indica la strada della fedeltà, della pazienza e della perseveranza perché, al suo ritorno, la nostra gioia sarà piena. Il Natale è vicino, i segni del suo approssimarsi sono evidenti per le nostre strade e nelle nostre case; anche qui in Piazza è stato posto il presepio con accanto l’albero. Questi segni esterni ci invitano ad accogliere il Signore che sempre viene e bussa alla nostra porta, bussa al nostro cuore, per venire vicino a noi; ci invitano a riconoscere i suoi passi tra quelli dei fratelli che ci passano accanto, specialmente i più deboli e bisognosi. Oggi siamo invitati a gioire per la venuta imminente del nostro Redentore; e siamo chiamati a condividere questa gioia con gli altri, donando conforto e speranza ai poveri, agli ammalati, alle persone sole e infelici.

La Vergine Maria, la “serva del Signore”, ci aiuti ad ascoltare la voce di Dio nella preghiera e a servirlo con compassione nei fratelli, per giungere pronti all’appuntamento con il Natale, preparando il nostro cuore ad accogliere Gesù. Cari fratelli e sorelle, Ogni giorno sono vicino, soprattutto nella preghiera, alla gente di Aleppo. Non dobbiamo dimenticare che Aleppo è una città, che lì c’è della gente: famiglie, bambini, anziani, persone malate… Purtroppo ci siamo ormai abituati alla guerra, alla distruzione, ma non dobbiamo dimenticare che la Siria è un Paese pieno di storia, di cultura, di fede. Non possiamo accettare che questo sia negato dalla guerra, che è un cumulo di soprusi e di falsità. Faccio appello all’impegno di tutti, perché si faccia una scelta di civiltà: no alla distruzione, sì alla pace, sì alla gente di Aleppo e della Siria.

E preghiamo anche per le vittime di alcuni efferati attacchi terroristici che nelle ultime ore hanno colpito vari Paesi. Diversi sono i luoghi, ma purtroppo unica è la violenza che semina morte e distruzione, e unica è anche la risposta: fede in Dio e unità nei valori umani e civili. Vorrei esprimere una particolare vicinanza al mio caro fratello Papa Tawadros II [Patriarca della Chiesa Copta Ortodossa]e alla sua comunità, pregando per i morti e i feriti. Oggi, a Vientiane, in Laos, vengono proclamati Beati Mario Borzaga, sacerdote dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, Paolo Thoj Xyooj, fedele laico catechista e quattordici compagni uccisi in odio alla fede. La loro eroica fedeltà a Cristo possa essere di incoraggiamento e di esempio ai missionari e specialmente ai catechisti, che nelle terre di missione svolgono una preziosa e insostituibile opera apostolica, per la quale tutta la Chiesa è loro grata.

E pensiamo ai nostri catechisti: tanto lavoro fanno, un così bel lavoro! Essere catechista è una cosa bellissima: è portare il messaggio del Signore perché cresca in noi. Un applauso ai catechisti, tutti! Saluto con affetto tutti voi, cari pellegrini provenienti da vari Paesi. Oggi il primo saluto è riservato ai bambini e ragazzi di Roma, venuti per la tradizionale benedizione dei “Bambinelli”, organizzata dagli Oratori parrocchiali e dalle Scuole cattoliche romane. Cari ragazzi, quando pregherete davanti al vostro presepe con i vostri genitori, chiedete a Gesù Bambino di aiutarci tutti ad amare Dio e il prossimo. E ricordatevi di pregare anche per me, come io mi ricordo di voi. Grazie. Saluto i docenti dell’Università Cattolica di Sydney, la corale do Mosteiro de Grijó in Portogallo, i fedeli di Barbianello e Campobasso. Auguro a tutti una buona domenica. E non dimenticatevi di pregare per me. E una cosa vorrei dire ai bambini e ai ragazzi: vogliamo sentire una canzone vostra! Arrivederci e buon pranzo! Cantate!


     

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Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
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specialmente nelle loro difficoltà.
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rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
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come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
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AMEN

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