Angela Iacobellis
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La Serva di Dio
Angela Iacobellis
Terza parte
INIZIA IL CALVARIO – Angela iniziò la prima media nell’Ottobre del 1959, felicissima di apprendere cose nuove, di studiare materie sempre più interessanti ma. ai primi di Febbraio del 1960, perse l’appetito e la mamma, preoccupata, la portò dal medico per un controllo. “Tutto sotto controllo, basta una cura ricostituente” fu il responso. Ma la cura non dette alcun risultato. Furono fatte analisi del sangue e questo il responso: “Non è ancora una condanna, e ‘è da fare la puntura sternale, come prova definitiva. Speriamo bene”. Il Signore, nella sua misericordia, provvidenzialmente, fa centellinare agli uomini la loro parte di pene e di dolori giorno per giorno, perché il cuore dell’uomo non saprebbe accettare in anticipo quello che gli accadrà nel futuro.
Ma la tragedia si delineò ben presto, senza appello: unico scampo, il miracolo. La sera stessa del ricovero, si sottopose alla dolorosissima puntura sternale, accettando generosamente, ad imitazione di Gesù, tutto il dolore. L’esito della puntura fu positivo, Angela non si turbò mai, iniziò un ciclo di novene alla Madonna del Rosario. Aveva una forza di recupero meravigliosa e questa volontà di vivere aiutò i medici nella lotta contro il male. Accettava tutte le cure di buon grado, faceva tanti “fioretti” a Gesù; sua unica preoccupazione era guarire presto per poter tornare a scuola. Dopo venti giorni di degenza, si era rimessa completamente, aveva ripreso il suo colorito, l’appetito era tornato.
VERSO LA FINE – Alla sua prima uscita dalla Clinica Angela volle compiere una visita alla Chiesa del “Gesù Nuovo” per ringraziare il Signore della guarigione che sembrava ottenuta. Ogni settimana, però, era costretta ad andare dall’ematologo per gli accertamenti e, dato che i risultati continuavano ad essere buoni, la speranza cresceva al pari della fede che accompagnava le preghiere di Angela, di tutti i familiari e delle sue amiche Clarisse. Dopo due pellegrinaggi a Lourdes, ritornò alla dura realtà delle cliniche, dei controlli e delle analisi e, soprattutto, della puntura sternale. E Angela, come una piccola martire accettò senza ribellarsi. Era la terza, e molto dolorosa, giacché il professore era solito farla senza anestesia locale e questa volta il risultato fu inequivocabile: era l’inizio della fine.
Malgrado tutto, non solo Angela pregava con fede degna dei primi cristiani ed era in perenne e candida unione con Dio. ma era piena di pudore spirituale, non dava spettacolo di sé e non si confidava se non con le persone che amava e che, soprattutto, condividevano i suoi pensieri. Ma le sofferenze aumentavano di giorno in giorno e aumentava in lei il distacco da ogni cosa: dal letto, dove ormai era costretta da molti giorni, fissava con intensità la Madonna del Rosario, come per estraniarsi dal mondo che la circondava. Aveva anche cominciato ad invocare, con calma e raccoglimento, Santa Teresa del Bambino Gesù.
Le era stato detto che era una Santa molto giovane, amabile e molto sensibile al pianto dei bambini. Lesse molti libri che parlavano di lei e sempre concludeva: “Mi piace questa Santa perché si può imitare, è come una persona molto vicina a tutti noi”. Ebbe in comune con Lei soprattutto quelle forme di eroismo prima vista neanche si notano, ma, una volta scoperte, soggiogano il cuore di quelli che, stando vicino, le osservano. Le ultime novene di Angela furono dedicate a questa santa e ogni preghiera terminava con questa giaculatoria: “Santa Teresa del Bambino Gesù, tutti i mali di Angioletto portali via tu!”. E in qualche modo si dimostrò l’amabilità della Santa, risparmiando ad Angela, le estreme tragiche manifestazioni del male, come la cecità.
NELLA GIOIA ETERNA – La domenica delle Palme fu l’ultima sua domenica. Angela seguì la S. Messa alla televisione con il solito raccoglimento. Ogni tanto la sua mano andava in cerca di qualche cosa che forse non stava al suo posto. Era facile immaginarlo: cercava il suo Rosario. In realtà nulla faceva presagire la sua fine così prossima: guardando il quadro della Madonna del Rosario, il suo sguardo passava dal bambino alla Madonna e viceversa.
Le sue pupille erano come due punti di luce, due stelle che presto si sarebbero spente. Passò una notte agitata, alle nove venne il professore per l’ennesimo prelievo del sangue, poi Angela fu presa da una crisi per mancanza d’ossigeno. Il suo sguardo si soffermò su tutti i presenti, e, con voce piena di pianto, implorò: “Mutatemi, vi prego aiuta temi. Gesù non ce la faccio più “. Dilatò gli occhi e fissò in alto lo sguardo, prima pieno di stupore, poi estatico e quindi il suo volto apparve luminoso e sereno. Erano le dieci e venti del Lunedì Santo del 1961. Angela aveva allora dodici anni, cinque mesi e undici giorni.
ETERNO FIGLIO, CHE TI OFFRI
AL MONDO COME OGGETTO DI AMORE;
ETERNO SPIRITO,
CHE TRASFORMI IL MONDO
CON FORZA D’AMORE;
CONSENTI CHE ANCHE
LE INVOCAZIONI AD ANGELA.
ACCOMPAGNATE DA BENEFICI
E DA GRAZIE UTILI ALL’ANIMA
ED AL CORPO, SERVANO A
QUEL GRANDE DISEGNO D’AMORE,
AMEN
TRE GLORIA ALLA SS. TRINITÀ’
PER OTTENERE LA GLORIFICAZIONE DI ANGELA
PER INFORMAZIONI:
PARROCCHIA
S. GIOVANNI BATTISTA DEI FIORENTINI
PIAZZA DEGLI ARTISTI – NAPOLI
(uscita tangenziale Arene/la)
TEL 081.5787180
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