Andamenti dei trend economici
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Senza voler ancora troppo dilungare questi concetti bisogna solo aggiungere che gli andamenti dei trend economici altalenanti ma in equilibrio sono di fatto “naturali” e mai hanno preoccupato gli economisti, perché riflette il concetto visto in partenza: “si scende del tot% in tot tempo, salirò nello stesso tot di tempo della stessa percentuale”. Cosa diversa è invece quando le crisi sono generate da problemi radicati, strutturali. La storia ci ha lasciato tracce di gravi crisi economiche, la più profonda è stata quella dell’ottobre del 1929 e molti economisti hanno paragonato quella in essere appunto con la crisi del ’29, anche se nella realtà i motivi sono stati diversi ed anche le procedure correttive adottate sono diverse.
La crisi attuale è stata generata non solo dai problemi dei mutui americani, non solo dall’invasione economica della Cina e dei paesi orientali che hanno distrutto la concorrenza con il conseguente crollo della produzione industriale, non solo dagli attacchi speculativi alle borse mondiali, ma è anche vittima di una grossa “bufala di ricchezza” che i governanti di tutto il mondo hanno sempre voluto far credere, ma che nella realtà non è mai esistita. Gli stati del mondo, tutti indistintamente, sono i maggiori debitori e se da piccoli ci insegnano che “lo Stato siamo noi”, allora “noi, cittadini del mondo” siamo in una situazione di profondo debito che ci viene consegnato come regalo di nascita dai nostri governanti presenti e passati.
Nei casi di profonda crisi, a prescindere dal regime politico ed economico adottato dallo stato, questo è sempre intervenuto (vecchia teoria keynesiana) per tamponare i problemi e favorire le riprese, ma ora anche gli “stati” sono praticamente vuoti di risorse e ricchezze. Questi sono i motivi della crisi che purtroppo non avrà una ripresa, come in un momento di equilibrio, con una risalita economica pari alla stessa intensità della discesa, (vedi il disegno con andamento dal 2010). Questa volta, infatti le distanze temporali tra testa e coda del treno si dilateranno di molto e per raggiungere i livelli del periodo antecedente la crisi ci vorranno ancora molti anni perché la salita, a meno di “miracoli economici senza previsione” sarà graduale e non immediata com’è stata la discesa.
Il motivo è radicato nei fatti. Vi faccio, infatti questa riflessione: negli anni immediatamente successivi alle grandi guerre, le popolazioni si scandalizzavano quando uno dei componenti di una famiglia scappava con gli averi della casa, ora chi ci pensa più a questo???. Poi ci siamo scandalizzati per dei casi in cui imprenditori e manager sono scappati con le ricchezze di grosse aziende, lasciando per strada centinaia, migliaia di dipendenti. Ora chi ci pensa più a questo se non con una risata quasi di ammirazione per chi è riuscito nell’intento fraudolento???. Da qualche anno ci scandalizzavano i casi in cui “qualcuno” scappava con il denaro degli istituti di credito, portando via somme di denaro che le famiglie, con enormi sacrifici, avevano messe da parte, ora chi ci pensa più a questo se non con il pensiero “beato lui, l’avessi fatto io”??? In questi mesi, siamo di fronte allo scandalizzarci, e non più di tanto, del fatto che sempre il “qualcuno di turno” ha fatto sparire le ricchezze di un intero stato, basti pensare alla Grecia e ad altre situazioni che sono pronte per esplodere. Quanto tempo dovrà passare prima che noi popolazione del mondo ci facciamo scivolare di dosso con semplicità anche quest’ennesima situazione???
Purtroppo la nostra rassegnazione è congenita e ci sentiamo inermi di fronte a certe situazioni e per dirla tutta noi dobbiamo sentirci inermi, perché di fatto lo siamo. I governanti del mondo dovrebbero rendersi conto che è finita l’epoca degli “sprechi” (limitiamoci a chiamarli così), perché nel corso dei secoli, specie l’ultimo che ci siamo lasciati dietro 10 anni fa, sono finiti i soldi degli stati, poi delle imprese, ora di ogni singolo cittadino, per cui non c’è assolutamente più null’altro da “prendere ed usare”. Fin quando non ci sarà la presa di coscienza di ciò e non si darà vita ad una politica economica rivolta, per la prima volta da secoli, al bene del popolo e non a quello dello stato, che in pura teoria dovrebbe essere la stessa cosa, ma che nella sostanza è profondamente diversa, le future crisi economiche saranno sempre profonde e strutturate e, purtroppo, dovremmo dimenticare di affiancare il concetto di trend economico con l’acquedotto, perché le riprese non potranno mai più essere di pari intensità alle crisi, ma saranno molto più lunghe e graduali.
Invochiamo sempre la misericordia di Dio.
Invochiamo sempre la misericordia di Dio.
Dott. Francesco Galardo
Economista – Consulente aziendale
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