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La Consacrazione è via garantita
E’ una strada garantita, questa devozione mariana, per arrivare a Gesù Cristo e per raggiungere la perfezione nell’unione con lui perché la pratica che insegno non è nuova; è tanto vecchia che non si può – dice il Boudon, morto da poco in odore di santità, in un libro da lui scritto su questa devozione – datarne con precisione il sorgere. Quello che è certo è che se ne trovano tracce nella Chiesa da più di settecento anni… Sant’Odilone, abate di Cluny, vissuto attorno all’anno 1040 (20), fu tra i primi a praticarla pubblicamente in Francia, come è raccontato nella sua vita.
Il cardinal Pietro Damiani riferisce che, nell’anno 1076, il fratello suo beato Marino, si fece schiavo della Madonna, alla presenza del proprio direttore, con una cerimonia molto edificante: messasi una corda al collo e fatta la disciplina, pose sull’altare una somma di denaro quale segno della sua dedizione e consacrazione alla Vergine, da lui poi osservata fedelissimamente durante tutta la vita così da meritare, al momento della morte, di essere visitato e consolato dalla buona Padrona, e di raccogliere da quelle labbra promesse di paradiso quale ricompensa per le sue prestazioni.
Cesare Bollando ricorda un illustre cavaliere, Vautier de Birbak, parente prossimo dei duchi di Louvain, il quale, attorno al 1300, fece la consacrazione personale alla Madonna (22). Questa devozione è stata praticata da molti individui fino al XVII secolo, epoca in cui divenne pubblica. Simone de Rojas, trinitario per la redenzione degli schiavi, predicatore di Filippo III, portò alla notorietà tale devozione in tutta la Spagna e la Germania, e con l’appoggio di Filippo III ottenne da Gregorio XV grandi indulgenze per coloro che l’avessero praticata.
De los Rios, agostiniano, assieme all’intimo amico de Rojas, si diede parecchio da fare per estendere questa devozione con parole e scritti nella Spagna e nella Germania, componendo anche un grosso volume intitolato Hierarchia mariana, in cui narra, con grande erudizione e pari pietà, dell’antichità, dell’eccellenza e della solidità di questa devozione.
Nel secolo scorso i Teatini diffusero questa devozione in Italia, Sicilia e Savoia. Stanislao Falacio, gesuita, fece meravigliosamente penetrare questa devozione in Polonia. Nel libro poc’anzi citato, De los Rios elenca i nomi dei principi e principesse, dei vescovi e cardinali delle diverse nazioni che abbracciarono tale devozione.
Cornelio a Lapide, raccomandabile tanto per pietà quanto per profondità di scienza, avendo ricevuto l’incarico da molti vescovi e teologi di esaminarla, dopo averla studiata ponderatamente, fece le lodi di questa devozione degna della sua pietà, tanto che molte grandi personalità seguirono il suo esempio.
I gesuiti, sempre all’avanguardia nel culto ma-riano, a nome dei congregati mariani di Colonia, offrirono un piccolo trattato su questa devozione al duca Ferdinando di Baviera, allora arcivescovo di Colonia, il quale concesse l’approvazione ed il permesso di stampa, esortando i parroci ed i religiosi tutti della diocesi a divulgare il più possibile questa solida devozione.
II cardinal De Berulle, la cui memoria resta in benedizione per tutta la Francia, fu uno dei più ferventi nel diffondere in Francia questa devozione malgrado le innumerevoli calunnie e le persecuzioni cui lo bersagliarono i mali censori ed i libertini. Lo accusavano, infatti, di novità e di superstizione, scrissero e diffusero una pubblicazione diffamatoria, e si servirono — o meglio: il demonio per mezzo loro si servì — di mille sottigliezze per impedirgli di estenderla in Francia.
Ma l’eminente e santo uomo rispose alle diffamazioni con la pazienza; ma alle obiezioni contenute nel libello rispose con un piccolo libro dove le confutò brillantemente, dimostrando che tale devozione è fondata sull’esempio di Gesù, su gli obblighi verso di lui e sui voti fatti nel battesimo. Fu con quest’ultimo argomento, soprattutto, che riuscì a tappar la bocca agli avversari, facendo lor vedere che questa consacrazione alla Madonna ed a Gesù per le mani della Madonna, non è altro che una perfetta rinnovazione delle promesse battesimali. Altre bellissime cose da lui dette su questa devozione si potranno leggere nelle sue opere.
S. Luigi Grignon de Montfort
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